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Albertano da Brescia, noto anche come Albertanus causidicus Brixiensis (Brescia, fine del XII secolo – Brescia, dopo il 1253), è stato un giurista e letterato italiano.
Non molto è noto della vita di Albertano da Brescia; molti dati sono desunti dall'esame delle sue opere o da registrazioni in atti pubblici. Fu ascritto al "collegio dei causidici" di Brescia, la corporazione dalla quale provenivano i magistrati del comune bresciano, di tradizioni guelfe. Si è pertanto inferito che abbia studiato all'università di Bologna intorno al 1215-1220. Sentì gli influssi del nascente movimento francescano a cui si ispirò nel corso della vita.
Durante la lotta dei bresciani contro l'imperatore Federico II, il quale nel 1238 aveva cinto d'assedio Brescia, comandò la difesa di Gavardo. Il 26 agosto 1238 fu fatto prigioniero dagli imperiali e incarcerato a Cremona, città ghibellina. In carcere scrisse De amore et dilectione Dei et proximi, il primo dei suoi lavori filosofici che dedicò ai suoi tre figli Vincenzo, Stefano e Giovanni degli Albertani. Liberato pochi mesi dopo, ritornò a Brescia. Nel 1243 si recò a Genova come "assessor", cioè consulente legale del podestà Emmanuele Maggi, bresciano. Non si hanno più notizie documentate su di lui dopo il 1253.
I trattati rappresentano una vasta opera erudita sacra e profana, insieme di dettami etici di origine biblica ma anche di autori latini, il tutto pervaso di spirito francescano. Sono stati volgarizzati nel 1268 da Andrea da Grosseto e da Soffredi del Grazia nel 1278.
Il Liber consolationis aveva riscosso subito un notevole successo, perdurato a tutto il XV secolo, e anche dopo. Innumerevoli le edizioni, gli adattamenti, le traduzioni in varie lingue: oltre che più volte nel volgare italiano, in francese, olandese, spagnolo, catalano, tedesco, ceco. Da una versione di Renaud de Louens, il Livre de Mélibée et de Dame Prudence, Geoffrey Chaucer ricavò uno dei suoi Racconti di Canterbury, ossia The Tale of Melibee (Il Racconto di Melibeo). L'illustre dantista Santino Caramella ha ipotizzato che l'opera abbia esercitato un influsso sulla Divina Commedia.
La vicenda narrata nel Liber consolationis et consilii è quella di un delitto:
«Un giovane, chiamato Melibeo, uomo ricco e potente, lasciò la moglie e la figlia, che molto amava, in casa e, chiusa la porta d'ingresso, se ne andò altrove a divertirsi. Avendo visto ciò, tre suoi vicini e antichi nemici, poste delle scale ed entrati attraverso le finestre, picchiarono violentemente la moglie di Melibeo, di nome Prudenza, e, dopo aver inferto alla figlia cinque piaghe, agli occhi, alle orecchie, alla bocca, al naso e alle mani, se ne partirono, abbandonandola mezza morta.»
A tale vicenda è ispirato un romanzo di Enrico Giustacchini, Il giudice Albertano e il caso della fanciulla che sembrava in croce, nel quale la soluzione del delitto è affidata proprio all'acume, alle conoscenze filosofico-letterarie e alle capacità deduttive del giurista e scrittore bresciano. In seguito, Giustacchini ha pubblicato altri nove romanzi con lo stesso protagonista: Il giudice Albertano e il caso dell'uomo pugnalato fra le nuvole, che prende spunto invece dall'Ars loquendi et tacendi, Il giudice Albertano e il caso dei colori assassini, che rimanda al De amore et dilectione Dei, Il giudice Albertano e il caso della scala senza fine, Il giudice Albertano e il caso del giardino invisibile, Il giudice Albertano e il caso del numero perfetto, Il giudice Albertano e il caso del suonatore nella notte, Il giudice Albertano e il caso del giullare triste, Il giudice Albertano e il caso del santo senza volto e Il giudice Albertano e il caso del leone azzurro.
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