American Psycho (romanzo)

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American Psycho
Titolo originaleAmerican Psycho
AutoreBret Easton Ellis
1ª ed. originale1991
Genereromanzo
Sottogenerethriller psicologico, satira, orrore
Lingua originaleinglese

American Psycho è un romanzo di Bret Easton Ellis del 1991, pubblicato in Italia da Bompiani.

Ellis descrive la frenetica New York degli anni ottanta dal punto di vista di Patrick Bateman, un apparente giovane di successo dietro cui si cela un pericoloso serial killer.

Il romanzo ebbe un enorme successo, grazie al suo black humour e alla rappresentazione critica della frivola New York degli yuppies, caratteristiche che lo rendono un legittimo candidato al titolo di grande romanzo americano.

Nel 2000 ne fu tratto l'omonimo film, divenuto cult, diretto da Mary Harron e interpretato da Christian Bale.

Trama

«In me non albergava alcun sentimento chiaro e definito. Provavo solo, a fasi alterne, una smodata avidità e un totale disgusto. Avevo tutte le caratteristiche di un essere umano – carne, ossa, sangue, pelle, capelli – ma la mia spersonalizzazione era tanto intensa, era penetrata così in profondo, che non esisteva più in me la normale capacità di provare compassione. Questa era stata sradicata, cancellata del tutto. Io stavo semplicemente imitando la realtà; avevo una vaga somiglianza con un essere umano; solo un'area limitata del mio cervello funzionava ancora. Qualcosa di orribile stava accadendo, ma non riuscivo a capirne il motivo; non riuscivo neppure a capire di che cosa effettivamente si trattasse.»

New York, metà anni '80. Patrick Bateman, yuppie di Wall Street ventisettenne, laureato alla prestigiosa Università di Harvard, lavora a Wall Street ed ha una fidanzata ricca, attraente e superficiale, delle amanti altrettanto superficiali e una cerchia di amici e colleghi assolutamente identici a lui, tant'è che viene continuamente scambiato per l'uno o l'altro. Giudica le persone che gli gravitano attorno a seconda di quali abiti indossano (tutti capi firmati, come i suoi, e dei quali lui riconosce a colpo sicuro lo stilista e che descrive minuziosamente), fa lunghe sessioni di ginnastica nella palestra più esclusiva, beve "venti litri di acqua Evian al giorno" e trascorre notti a base di sesso, alcol e cocaina nei locali più esclusivi di Manhattan, annoiandosi però regolarmente. La mattina è quindi scandita dal lavoro in ambito finanziario, mentre la sera è all'insegna di ristoranti di lusso, feste in appartamento e locali notturni.

Le luci, i colori, i suoni, le immagini patinate sono il ritratto degli anni '80. Ma la vita di Bateman è scandita da ritmi incalzanti e deliranti, e soprattutto da folli ossessioni: riuscire a prenotare un tavolo al "Dorsia", il ristorante più frequentato dal suo idolo Donald Trump, saperne di più sul misterioso "Portafoglio Fisher" gestito dallo scaltro collega Paul Owen, noleggiare in continuazione, in modo maniacale, la videocassetta del film “omicidio a luci rosse”, non perdere una puntata del Patty Winters Show dedicato ai più variegati casi umani.

Nel corso del romanzo però emerge, dapprima con minuscoli indizi, e poi via via con scene sempre più dirette, il fatto che di notte il ricco e elegante "ragazzo della porta accanto" si trasforma in un mostro omicida, in un torturatore freddo, metodico e spietato. A tal punto che la routine quotidiana, la vita in un lusso privo di contenuti e gli istinti e le pulsioni più terribili si fondono in un cocktail micidiale, emblematico del vuoto valoriale tipici di quel periodo e di quel gruppo sociale.

Trasposizione cinematografica

Nel 2000 è uscito l'omonimo film diretto da Mary Harron per la Universal Pictures, con Christian Bale nella parte di Bateman. La sceneggiatura, di Guinevere Turner e Mary Harron, vede l'omissione dello humour nero che pervade il romanzo e di alcuni degli episodi più cruenti, la variazione di alcuni contesti (ad esempio l'episodio dei biglietti da visita è ambientato negli uffici della Pierce&Pierce), e dei nomi di alcuni personaggi.

Il film ha visto il suo debutto al Sundance Film Festival del 2000, e ha ricevuto critiche positive dalla stampa internazionale, tra cui il New York Times.

Collegamenti esterni

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