Bauscia

Questo articolo affronterà Bauscia, un argomento che ha acquisito rilevanza negli ultimi anni grazie al suo impatto in vari contesti. Dal punto di vista di Bauscia, verranno analizzati la sua importanza e il suo impatto su _var2, nonché la sua influenza su _var3. In questo documento verranno presentati diversi approcci e punti di vista su Bauscia, al fine di fornire una visione completa e aggiornata di questo argomento. Allo stesso modo, verranno presentati esempi concreti e casi di studio che illustreranno praticamente l'importanza di Bauscia oggi. Con un approccio multidisciplinare, l'obiettivo è offrire una visione olistica di Bauscia, consentendo ai lettori di comprenderne la portata e le applicazioni in vari ambiti.

Bauscia (in italiano /baˈuʃʃa/; in lombardo /baˈyʃa/, spesso reso baüscia) è un vocabolo dialettale utilizzato nel XX secolo nella zona della Brianza, in particolar modo a Lissone (città storica del mobile e dell'arredamento), per indicare le persone che, in cambio di ricompense in denaro, aiutavano i forestieri nella ricerca di botteghe e artigiani. I baüscia erano soliti disporsi ai confini della città per poter abbordare i turisti e far loro da cicerone, in alcuni casi accompagnandoli direttamente.

È inoltre un vocabolo dialettale, attestato in area lombarda, con cui si designa una persona che si dà delle arie, uno sbruffone, un fanfarone. A volte si trova anche nelle varianti ‘’bascia’’ e ‘’basia’’. Letteralmente significa saliva, bavetta o in base alle aeree geografiche anche ‘’sputo’’.

Baüscia indica in senso ironico anche una tipologia di piccolo imprenditore poco aperto alle innovazioni, egocentrico, che non ama collaborare o condividere decisioni. Tipicamente, è un soggetto che vuole decidere e intervenire anche nelle aree aziendali di cui non ha competenza. La trasformazione in baüscia avviene soprattutto quando la piccola impresa ha una crescita e assume una dimensione industriale, necessitando così di diversificare e diramare i processi produttivi.

Accezione calcistica

Il vocabolo è particolarmente attestato e utilizzato nel gergo sportivo, con riferimento al club calcistico dell'Inter. Per lunghi decenni del XX secolo, e segnatamente a partire dagli anni venti, i tifosi milanisti furono prevalentemente di estrazione proletaria; per questo motivo dagli interisti essi venivano soprannominati casciavit (cacciaviti) allo scopo di sottolinearne l'origine popolare. I milanisti, viceversa, chiamavano baüscia i rivali, per rimarcarne l'estrazione sociale più elevata, essendo allora la tifoseria nerazzurra composta perlopiù dalla media borghesia.

Fu il giornalista sportivo Gianni Brera, attorno ai primi anni sessanta, a rilanciare la dicotomia tra baüscia e casciavit, vale a dire tra i borghesi e il popolo della Milano ritratta in Romanzo popolare con Ugo Tognazzi, la gent (la gente intesa come il popolo), secondo la celebre formula utilizzata dal commediografo e autore teatrale Carlo Bertolazzi. Vissuto nella prima metà del Novecento, Bertolazzi la utilizzò in alcune sue opere, come El nost Milan (divisa in 2 parti: La gent e I sciuri).

Questa distinzione terminologica tra le due tipologie di tifosi andrà spegnendosi sul finire degli anni cinquanta insieme alla riconfigurazione dell'assetto sociale ed economico dell'Italia del miracolo economico e della realtà lombarda, sino a divenire immediatamente inutilizzabile se non con intenzioni puramente burlesche.

Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni