In questo articolo esploreremo la potente storia di Brusson (Italia), un argomento che ha catturato l'immaginazione di persone di tutte le età e provenienti da diverse parti del mondo. Dalle sue origini alla sua attualità oggi, approfondiremo la profonda influenza che Brusson (Italia) ha avuto sulla società e sulla cultura. Attraverso un'analisi esaustiva e dettagliata, scopriremo gli aspetti più affascinanti e sorprendenti di Brusson (Italia), nonché il suo significato e la sua attualità nel mondo contemporaneo. Preparati a rimanere sorpreso e commosso dalla straordinaria storia di Brusson (Italia).
il lac de Littéran (accento sulla a finale) dalla circonferenza di circa mezz'ora
il Lac Vert (o lago verde)
il lac de Coliou
il lac de la Paucha (pron. francese, poscià) o de la Pòtcha, che significa "mestolo" in patois brussonin. La prima versione in lingua francese è largamente diffusa negli archivi. Esiste una terza grafia italianizzata, secondo la pronuncia in patois, "Pocia", soprattutto per fini turistici;
il lac Long (o Lago lungo)
il lac de la Chaudière (o tchoudìra in patois, che significa caldaia per la fabbricazione della fontina)
il lago de la Bataille (o della battaglia), ove secondo un'antica tradizione, i francesi avrebbero respinto un gran corpo di truppe austriache, ma l'autore non ha certezze ed ipotizza soltanto che tale evento vada collocato durante la guerra dei trent'anni. È molto più probabile che si tratti di una delle tante battaglie medievali fra valligiani combattute per assicurarsi l'uso dell'acqua e lo sfruttamento dei ricchissimi pascoli circostanti.
Il clima a Brusson è tipicamente alpino. In inverno, nelle notti più fredde, la temperatura può scendere anche fino a −20 °C. L'estate invece è mite con temperature che, in genere, non oltrepassano i 25 gradi. Può accadere che, in occasione di ondate di caldo particolarmente intense, possano esserci giornate nelle quali ci si avvicina ai 30 °C.[senza fonte]
Origini del nome
Il toponimo Brusson si confronta con il piemontesebrusséi ‘cespuglio’ o brussón ‘mirtillo’ da una parola prelatina *bruscia ‘cespuglio’.
Fantasiosa l'ipotesi che derivi dal basso latinobruxeum ‘aureo’, in riferimento alla presenza di quarzo aurifero.
È italianizzato in Brussone durante il fascismo dal 1939 al 1946.
Storia
Medioevo
Nel medioevo il territorio di Brusson faceva parte del patrimonio dell'abbazia di Saint-Maurice d'Agaune (il santo Patrono del comune) situata nel Vallese, ma era "affittato" ai signori di Challant. Questi dichiararono sempre di tenerlo in feudo dall'abbazia a partire dal 1263.
La miniera di Chamousira
È nota anche la grafìa Chamosiraz, o in franceseChamousière, indicanti un luogo in cui si trovano camosci (tchamòs in patois brussonin, oppure chamois in francese).
La Société des Mines d'or de l'Évançon prima, e in seguito la società inglese The Évançon Gold Mining Company Ltd., tra il 1902 ed il 1908, hanno sfruttato la ricca miniera d'oro di Chamousira cavando i filoni di quarzoaurifero.
Nel 2012 è stato annunciato il progetto di trasformare le miniere d'oro di Brusson in un polo museale che è stato aperto nel 2015.
La diga ed il lago artificiale
Negli anni Venti del secolo scorso è stata costruita una diga e quindi un lago artificiale per alimentare la centrale idroelettrica situata ad Isollaz, nel comune di Challand-Saint-Victor, attraverso un canale in roccia che alimenta la vasca di carico di Pianabeyéche a monte del villaggio di Orbeillaz, situato nel vicino comune di Challand-Saint-Anselme. La condotta forzata che da qui giunge a Isollaz realizza un salto di 600 metri.
Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 24 giugno 1977.
«Inquartato: a) d'argento, abbassato da un capo di rosso e caricato da una banda di nero; b) d'oro, alla croce d'argento dei Santi Maurizio e Lazzaro; c) d'azzurro, al castello torricellato fondato su una montagna al naturale; d) di nero, al leone d'argento, linguato di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il primo quarto riprende il blasone della famiglia Challant che aveva giurisdizione su Brusson; il terzo raffigura il castello di Graines che era stato concesso ai Challant dall'abbazia di Saint-Maurice d'Agaune, rappresentata dalla croce mauriziana del secondo quarto (croce di otto punte patente e posta in decusse di verde, caricata di una croce trifogliata d'argento); l'ultimo quarto l'emblema del Ducato di Aosta.
La Villa Helvetia, tipica villa di inizio secolo (la costruzione risale al 1913), si trova davanti alla cappella di Sant'Antonio, patrono della frazione La Pila
La Casa Beretta, realizzata tra il 1968 ed il 1974 secondo i principi dell'ecologia formale[non chiaro], è opera dell'architetto Mario Galvagni. È collocata in prossimità del primo tornante della strada per il Col de Joux.
Villa Rollandin, costruita nel 1941 dal capomastro Ernest Rollandin (1-7-1882 / 9-2-1966), sorge all'inizio del paese, è stata interamente ristrutturata nel corso del 2010 da privati
La Colonia Olivetti di Brusson, realizzata nel 1956 dagli architetti Claudio Conte e Leonardo Fiori, è uno dei rari esempi di residenze temporanee eseguite "a secco", mediante l'uso di pannelli prefabbricati in legno. Dopo un progressivo abbandono a partire dagli anni '80, nell'agosto del 2007 è stata venduta alla Pirelli Re
La Casa Quey, in località Extrepierre, fu costruita nel Seicento e conserva alcune iscrizioni del Sei-Settecento e lo stemma araldico dei nobili Quey in stucco
Casa Yonzo, della famiglia Yonzo, la cui presenza a Brusson è testimoniata in documenti del 1600, è oggi sede della biblioteca
Architetture militari
Il castello di Graines alla confluenza delle valli di Graines e di Ayas. È interessante perché è l'unico castello valdostano che non ha subito pesanti modifiche rispetto all'architettura originaria del X secolo ad unico mastio.
In località Fontaine, la Casa del conte di Challant (Maison du Comte), restaurata nel XVII secolo, prende il nome dal conte di Challant che qui nel 1433 concesse le franchigie alla castellania di Graines.
È formato dal capoluogo denominato "Trois Villages", un agglomerato di 3 villaggi originari (Fontaine, La Pila e Pasquier), da cui deriva anche il nome della strada regionale che lo attraversa (rue Trois Villages).
Gli altri villaggi sono Arcésaz (situato ai bordi di un pianoro di un antico lago), Vollon, Curien, Fénille, Estoul, Graines, La Servaz ed Extrepiéraz.
Economia
Le principali attività sono il turismo sia estivo che invernale, l'allevamento bovino e la produzione di formaggi tra i quali spicca la fontinabiologica. Nel territorio c'è il caseificio "Fromagerie Haut Val d'Ayas" al quale conferiscono il latte gli allevatori del comune vicino di Ayas, quelli di Brusson e parte di quelli di Challand-Saint-Anselme. Inoltre è importante anche la lavorazione del legno finalizzata alla realizzazione di vari oggetti, tra i quali gli zoccoli tipici denominati sabot.
Le proprietà collettive
Gran parte dei pascoli e dei boschi di Brusson sono da mille anni interessati da quella particolare forma di proprietà collettiva che prende il nome di consorteria valdostana
Brusson vista dalla miniera di Chamoursière, si notino i campi coltivati a destra (zona detta La Péa)
Brusson fotografata dal Col de Joux, nel 1954: visibili il col Ranzola, la Punta Regina, il Mont Rena e il Mont Ciosé (o Stallerhòre). Notare i cospicui terrazzamenti agricoli.
^Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN978-88-7032-878-3.
Bibliografia
(FR) Abbé Louis Bonin, Vallée de Challand - Brusson - Guide et folk-lore, Mondovì, Mondovì Tipografia Commerciale, 1928.
(FR) Séraphin Vuillermin, Brusson... notices historiques, Aosta, La Librairie Valdôtaine, 1985, ristampa dell'opera del 1923.
(FR) Berton Robert, Anthroponymie valdôtaine: familiaire de la communauté de montagne de l'Évançon: table alphabétique des noms de famille et prénoms des paroisses de: Ayas, Brusson, Challand-Saint-Anselme, Challand-Saint-Victor, Verrès, Arnad, Issogne, Champdepraz, Montjovet-Bourg, Montjovet-la-Rivière, Montjovet-Saint-Eusèbe Quart, Musumeci, 1984
(IT) Bréan Giuseppe, La chiesa di Brusson, Aosta: Tipografia cattolica, 1939
(FR) Jean-Auguste Voulaz, Histoire de papier. Edition de quelques documents des archives historiques communales de Brusson, Quart, Musumeci, 2000.
(FR) Jean-Auguste Voulaz. Inventaire des documents conservés à l'abbaye de Saint-Maurice d'Agaune en Valais concernant le fief de Graines, d'après les "cahiers" du chanoine Charles. Bulletin de l'Académie Saint-Anselme, VI (Nouvelle série), Aoste: Imprimerie valdôtaine, 1997.
(FR) Jean-Auguste Voulaz. L'or de l'Évançon. Estr. da: Lo Flambò, 1986, n. 3.
Anna Maria Vicquéry. Una casa nel centro di Brusson: ipotesi di conservazione e trasformazione relatore: G. Varaldo; correlatore: G. Martinero; 2 volumi, ill. (Tesi di laurea. Torino, Facoltà di architettura, 1988/1989.
Vichi Patrizio, 1929: dal Concordato al plebiscito: Brusson e Challant i comuni più antifascisti d'Italia, Aosta 2010
Brusson, pubblicato in occasione del XXIX Concours de Patois "Abbé Cerlogne", Brusson, 20-21 et 22 maggio 1991, Aoste: Duc, 1991.
Amé Gorret, Brusson station d'été (hauteur 1345 mètres): notices et excursions, Turin: F. Casanova, 1886
Luigi Colomba, Osservazioni mineralogiche sui giacimenti auriferi di Brusson (Valle d'Aosta): nota, Torino: Clausen, 1907
Les processions à Brusson, Issogne: Tipografia parrocchiale, 2004
Piccola guida turistica di Brusson: Valle dell'Évançon, Aosta a cura di Pro Loco di Brusson, in collaborazione con Gigi Cugnod, Brusson; Pro-Brusson, 1907
Alessandro Focarile, Deperimento della foresta Dajey in comune di Brusson (Val d'Ayas, Valle d'Aosta), Aosta: Regione autonoma Valle d'Aosta. Assessorato agricoltura, foreste e ambiente naturale, Servizio selvicoltura, difesa e gestione del patrimonio forestale, 1987
Il verde urbano, storico e contemporaneo: problematiche legate alla gestione, atti del convegno a Brusson (Aosta), 17 aprile 1999, Aosta: Tipografia valdostana, 2000.