In questo articolo esploreremo tutto ciò che riguarda Conflitto (sociologia), un argomento di grande attualità che ha generato opinioni e punti di vista diversi. Conflitto (sociologia) è stato presente nel corso della storia, influenzando vari ambiti della società e della cultura. Conosceremo le sue origini, la sua evoluzione nel tempo e il suo impatto sulla vita delle persone. Analizzeremo i diversi aspetti che ruotano attorno a Conflitto (sociologia), dalle sue implicazioni sull'economia alla sua influenza sul modo in cui ci relazioniamo con gli altri. Attraverso questo articolo approfondiremo l'affascinante mondo di Conflitto (sociologia) e scopriremo la sua importanza nel contesto attuale.
Il conflitto è un particolare tipo di interazione sociale in cui uno o più attori coinvolti fanno esperienza di un'incompatibilità negli scopi o nei comportamenti.
Il conflitto è un'esperienza universale dell'essere umano e della società umana: a variare nel tempo e nello spazio sono le modalità in cui gli esseri umani e società agiscono e gestiscono questo fenomeno. Le differenti forme di violenza e la guerra sono esempi di modalità distruttive di gestione del conflitto.
Di notevole interesse sono gli approcci costruttivi alla gestione del conflitto, come la mediazione, la negoziazione integrativa, e - nel campo dei conflitti politici e sociali - la nonviolenza.
Un conflitto comporta necessariamente la presenza di attori, ovvero di individui e gruppi dotati della capacità di agire intenzionalmente.
Possiamo distinguere diversi livelli della realtà sociale in cui si manifestano i conflitti:
Johan Galtung (1996) individua tre dimensioni caratteristiche del conflitto:
Queste tre dimensioni si influenzano tra loro: le percezioni soggettive di una parte possono condurre a scegliere un certo tipo di comportamento (ad es. aggressivo o accomodante). Determinate azioni possono "cambiare le carte in tavola" e ridefinire il tipo di contraddizione intorno al quale ruota tutto il conflitto, ad esempio nel caso in cui una disputa territoriale sfocia in una guerra aperta e il conflitto diventa per uno stato (o un popolo) questione di vita o di morte.
Questo tipo di trasformazioni caratterizza in particolare i processi di escalation, ovvero di aumento del grado di intensità e di violenza del conflitto. L'escalation è caratterizzata dal superamento di determinate soglie che ne scandiscono in maniera chiara le diverse fasi. I modelli di escalation possono essere assai complessi (è il caso ad es. del modello proposto da Friedrich Glasl, 1997).
Grosso modo è possibile distinguere tre grandi fasi in un processo di escalation, caratterizzate dall'importanza delle tre dimensioni illustrate sopra:
Come il conflitto, anche la ricerca di strumenti di gestione è un'esperienza universale: ogni società si dà proprie regole per far sì che le forze distruttive del conflitto non compromettano la tenuta della vita associata. In risposta ai conflitti interni sono possibili meccanismi di gestione non coercitiva del conflitto come la negoziazione e la mediazione, e di gestione delegata a un terzo, come l'arbitrato o le procedure giudiziarie. Il diritto può essere considerato un mezzo assai sofisticato per gestire i conflitti all'interno delle società.
La mancanza di forti legami associativi e l'assenza di un monopolio legittimo dell'uso della forza fa sì che a livello internazionale i conflitti degenerino facilmente in forme sempre più violente fino anche alla guerra. Anche a livello internazionale, tuttavia, si è registrata negli ultimi decenni una intensa attività di ricerca e sviluppo sulle forme di gestione costruttiva dei conflitti (v. Austin / Fischer / Ropers 2002).
Negoziazione, mediazione, problem solving e diplomazia multilivello (multitrack diplomacy) sono alcuni degli strumenti impiegati negli ultimi anni in particolare per la trasformazione, in senso costruttivo, dei conflitti a carattere etnopolitico.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 9725 · GND (DE) 4032081-9 |
---|