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A movimentare l'estate 1976 in casa nerazzurra concorse lo scambio di mercato tra Boninsegna e l'ex juventinoAnastasi, operazione della quale Bonimba rimase all'oscuro sino al suo compimento: ad informare per via telefonica il centravanti, mentre questi si trovava in vacanza, fu lo stesso presidente Fraizzoli. La nuova punta s'integrò in un reparto avanzato che — oltre alla conferma di Libera — segnalò il rientro di Muraro, risultato a fine stagione il miglior realizzatore della squadra.
Incapaci d'insidiare il duopolio torinese che caratterizzò il vertice del campionato, gli uomini di Chiappella (tra l'altro «castigati» proprio da Boninsegna nel derby d'Italia del 16 gennaio 1977) si classificarono in quarta posizione, mancando nelle battute finali il terzo posto a favore della Fiorentina.
Maggior rilevanza assunsero quindi le stracittadine col Milan, da parte sua scampato in extremis alla retrocessione: archiviato il match d'andata con reti di Marini e Silva, la sfida di ritorno si risolse parimenti in uno scialbo nulla di fatto inducendo il giornalista Beppe Viola — nelle cui parole l'evento fu definito un «derbycidio» — a proporre durante la trasmissione della Domenica Sportiva le immagini della gara svoltasi il 24 febbraio 1963 in luogo di quella del giorno.
Inter e Milan si disputarono inoltre, per la prima volta in uno scontro diretto, un trofeo nella finale di Coppa Italia del 3 luglio 1977: battuta dai rossoneri con gol di Maldera e Braglia, la Beneamata conobbe nella circostanza l'ultima partita di Sandro Mazzola che — intervistato all'uscita dal campo circa le sue ultime dichiarazioni da calciatore — citò un noto passo della Divina Commedia.