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Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau | |
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Honoré Gabriel Riqueti, conte di Mirabeau | |
Membro dell'Assemblea nazionale costituente per la Provenza | |
Durata mandato | 9 luglio 1789 – 2 aprile 1791 |
Collegio | Aix-en-Provence |
Membro degli Stati generali per il Terzo stato | |
Durata mandato | 5 maggio 1789 – 9 luglio 1789 |
Collegio | Provenza |
Dati generali | |
Partito politico | Società del 1789 (1790-1791) |
Università | Università di Aix-Marseille |
Professione | Scrittore e Giornalista |
Firma |
Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau | |
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Nascita | Le Bignon-Mirabeau, 9 marzo 1749 |
Morte | Parigi, 2 aprile 1791 |
Cause della morte | malattia |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Francia |
Forza armata | Reale esercito francese |
Anni di servizio | 1768 - 1769 |
Grado | Sottotenente |
Guerre | Conquista francese della Corsica |
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Honoré Gabriel Riqueti, conte di Mirabeau (Le Bignon-Mirabeau, 9 marzo 1749 – Parigi, 2 aprile 1791), è stato un nobile, scrittore, diplomatico, rivoluzionario, agente segreto in difesa della monarchia e uomo politico francese.
Figlio maggiore di Victor Riqueti, marchese di Mirabeau, economista di fama, e di Marie-Geneviève de Vassan, fu caratterizzato da una "bruttezza grandiosa e folgorante". Nacque con un piede storto, due grandi denti e soprattutto una testa enorme, cosa che fece pensare che fosse idrocefalo. All'età di tre anni fu sfigurato da vaiolo mal curato. La sua infanzia fu segnata dalla severità di suo padre.
Dopo aver partecipato alla campagna di Corsica negli anni 1768-1769, sposò Émilie, figlia del potente marchese de Marignane, con la quale ebbe un figlio morto da piccolo. Sua moglie chiese la Separazione dei corpi nel 1782 e fu assistita da quello che sarebbe divenuto uno degli estensori del Codice napoleonico: Jean-Étienne-Marie Portalis. Mirabeau, avvocato egli stesso, si difese da sé in questo divorzio che suscitava scandalo; perse tuttavia la causa. Serbò un certo rancore verso Portalis, per esempio impedendogli di diventare deputato del Terzo Stato agli Stati generali del 1789 su nomina di Luigi XVI.
Per sottrarlo ai creditori suo padre lo fece rinchiudere diverse volte nel castello di Vincennes e infine esiliare nel castello di Joux, nel dipartimento del Doubs, da dove fuggì nei Paesi Bassi con Sophie de Ruffey, moglie del marchese de Monnier, il presidente della Corte dei conti di Dole. Mirabeau fu condannato a morte in contumacia, poi catturato, estradato e imprigionato nel castello di Vincennes dal 1777 al 1780. Vi scrisse delle lettere, pubblicate dopo la sua morte con il titolo di Lettere a Sophie, capolavoro della letteratura di passione, e un virulento libello contro l'arbitrarietà della giustizia del suo tempo, Des lettres de cachet et des prisons d'État (Sulle lettre de cachet e le prigioni di Stato). Fu anche redattore del Journal l'Apocalypse.
Il 7 maggio 1789 il giornale pubblicato dal 2 maggio da Mirabeau (il Courrier de Provence) venne sequestrato e fu emessa un'ordinanza di divieto a pubblicare le cronache delle sessioni degli Stati generali. Mirabeau non ne tenne conto e continuò a pubblicarli, insieme ad analisi sulle questioni politiche all'ordine del giorno, prima con la testata di Lettres du comte Mirabeau à ses commettants dal 10 maggio al 25 luglio 1789, poi con la testata Courrier de Provence, che continuò le pubblicazioni anche dopo la morte di Mirabeau, cessandole il 30 settembre 1791.
Mirabeau uscì da Vincennes e si presentò in Provenza alle elezioni degli Stati generali del 1789. Respinto dalla nobiltà, pubblicò un duro discorso indirizzato ai nobili provenzali. Fu quindi nominato dal Terzo Stato, a Aix-en-Provence e a Marsiglia. Alla stessa assemblea fu eletto come deputato dalla nobiltà di Limoges suo fratello André Boniface (1754-1792), anch'egli importante oratore ma su posizioni più conservatrici. Rapidamente divenne uno dei più energici oratori dell'Assemblea Nazionale. La difficoltà della monarchia causò poi un suo mutamento di politica, divenendo segretamente il più solido sostenitore di Luigi XVI e di Maria Antonietta.
Morì a Parigi, il 2 aprile 1791, di una malattia che fece anche pensare ad un avvelenamento, ma la causa della sua morte è in genere considerata la sua vita dissoluta. Poco prima della morte era stato eletto presidente dell'Assemblea Nazionale. Il suo corpo fu trasferito in gran pompa al Pantheon di Parigi, dove rimase fino al 12 settembre 1794. Tuttavia la scoperta di documenti segreti, nel novembre 1792, rivelò i suoi continui contatti clandestini con il re e la sua corte: con la speranza di divenire ministro di una monarchia costituzionale, aveva prodigato consigli e dato informazioni. Le sue spoglie furono quindi rimosse dal Pantheon e trasferite nel vecchio Cimitero di Sainte-Geneviève; quando questo cimitero venne venduto e smantellato, la marchesa Lasteyrie de Saillant, sua sorella, chiese di spostare la salma del conte per essere inumata nel Cimitero di Clamart, in una tomba anonima. Nonostante alcune ricerche sul luogo, condotte nel 1889, dove sorgeva il cimitero, il corpo non fu più ritrovato; secondo alcune testimonianze, tempo dopo la sepoltura nel cimitero, i resti mortali vennero nuovamente riesumati da ignoti e gettati nelle fogne di Parigi. Secondo altri, si tratta di testimonianze senza prove effettive e probabilmente Mirabeau riposa ancora oggi nello stesso luogo dove un tempo sorgeva il cimitero di Sainte-Geneviève.
Mirabeau era anche chiamato L'oratore del popolo.
"La bruttezza di Mirabeau, sovrapposta sul fondo della bellezza tipica della sua razza, produceva una sorta di possente figura da Giudizio Universale di Michelangelo La natura sembrava aver modellato la sua testa o per l’impero o per la forca, e scolpito le sue braccia o per stringere una nazione, o per rapire una donna. Quando scuoteva la criniera e guardava il popolo ne arrestava lo slancio; quando levava la zampa mostrando le unghie, la plebe correva furiosa. In mezzo allo spaventoso disordine di una seduta l’ho visto nella tribuna, cupo, brutto, immobile: faceva venire in mente il caos di Milton, impassibile e senza forma al centro della sua confusione Traeva la sua energia dai suoi vizi; quei vizi non nascevano da un temperamento frigido, poggiavano su passioni profonde, brucianti, tempestose".
«Sì, signore, noi abbiamo sentito i propositi che sono stati suggeriti al re; e voi che sareste in grado di essere il suo emissario presso gli Stati generali, voi che non avete qui né posto né voce, né diritto di parlare, voi non siete adatto a riportarci le sue parole. Tuttavia, per evitare ogni equivoco e ogni ritardo, io vi dichiaro che se siete stato incaricato di farci uscire di qui, voi dovete chiedere degli ordini per usare la forza; perché noi lasceremo i nostri posti soltanto a causa della potenza delle baionette»
La tradizione la semplifica in «Andate a dire a quelli che vi mandano che noi siamo qui per la volontà del popolo e che ci strapperà da qui solo la potenza delle baionette ».
Il conte di Mirabeau è stato interpretato dall'attore Peter Ustinov nella miniserie televisiva La rivoluzione francese (1989) pur essendo molto più anziano del personaggio (Ustinov aveva già 68 anni mentre Mirabeau ne aveva solo 40 allo scoppio della rivoluzione).
Mirabeau è presente nel videogioco del 2014 ambientato durante la rivoluzione francese, Assassin's Creed: Unity. È rappresentato come il leader degli Assassini, e, al contrario di gran parte dei suoi predecessori, lavorò per stabilire una pace con l'ordine dei templari. Piuttosto che morire di morte naturale, fu avvelenato con dell'aconito da un confratello Assassino contrario alle trattative con i nemici Templari. Viene doppiato da Harry Standjofski nella versione originale.
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