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Igor II Olgovič

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Igor' II Olgovič
Oleg II Olgovič in un ritratto immaginario del 1672
principe di Kiev
In carica1146
PredecessoreVsevolod II Olgovič
SuccessoreIzjaslav Mstislavič
Altri titoliprincipe di Novhorod-Sivers'kyj (1139-1146)
NascitaKiev, 1096 circa
MorteKiev, 19 settembre 1147
SepolturaKiev
DinastiaOlgoviči (Rjurikidi)
PadreOleg Svjatoslavič
MadreFeofania Muzalon
Religioneortodossia
San Igor' II Olgovič
 

Principe e martire

 
NascitaKiev, 1096 circa
MorteKiev, 19 settembre 1147
Venerato daChiesa ortodossa russa
Ricorrenza19 settembre

Igor' II Olgovič (in russo Игорь II Ольгович?; in ucraino Ігор II Ольгович?, Ihor II Olhovič; Kiev, 1096 circa – Kiev, 19 settembre 1147) fu principe di Novhorod-Sivers'kyj e principe di Kiev nel 1146 con il nome di Igor II di Kiev; la sua parentesi al potere, durata meno di due settimane, lo rende uno dei sovrani di Kiev più effimeri della storia[1].

Biografia

Ascesa al potere

Figlio di Oleg I Svjatoslavič e discendente del ramo degli Olgoviči della dinastia rjurikide, al momento della morte del padre lui e i suoi fratelli non furono in grado di ereditare la capitale dinastica del suo principato, Černihiv, in quanto in essa si erano insediati i Davidovič, un altro ramo rjurikide.[2] Igor fu il successore prescelto da suo fratello, Vsevolod II, principe di Kiev, che per assicurarsi un passaggio del potere pacifico aveva fatto giurare ai kievani di accettare Igor come nuovo sovrano.[3] Le condizioni antecedenti alla sua ascesa sembravano quindi molto promettenti, in quanto si sarebbe trattato di un raro caso in cui la successione al potere nella capitale della Rus' di Kiev sarebbe avvenuta senza spargimenti di sangue.[4] Tuttavia, all'indomani della morte di Vsevolod, gli abitanti di Kiev si rifiutarono di riconoscere come loro nuovo signore Igor, tanto da convocare un veče (assemblea) in cui fu deciso che se avesse voluto esercitare il potere, avrebbe dovuto farlo alle loro condizioni.[5] Le ragioni di quest'avversione sono profonde, dovendosi ricercare sia nella diffidenza che i kievani nutrivano nei confronti degli Olgoviči, il ramo rjurikide a cui come detto Igor apparteneva (il padre Oleg aveva attaccato Kiev con la forza, nel vano tentativo di affermarsi al potere), sia e soprattutto nell'intolleranza dimostrata dai cittadini nei confronti di quella che ritenevano una decisione imposta dall'alto.[6][7] Conscio del clima di ostilità nei suoi confronti, volle comunque delegare degli intermediari affinché mediassero con la popolazione.[3] Una simile decisione cozza con il ritratto poco lusinghiero che gli riservano le cronache medievali, stando alle quali Igor sarebbe stato un personaggio disonesto, avido, machiavellico e violento.[8] Alla fine, fu proposto che Igor avrebbe esercitato il potere assieme al fratello Svjatoslav e che i kievani non sarebbero stati perseguitati per le loro rimostranze.[5]

Secondo Martin Dimnik, la strategia assunta dalla popolazione era stata sottile, poiché effettuando grandi pressioni nei confronti di Igor avevano ottenuto delle concessioni e messo a repentaglio il sistema di successione che il fratello Vsevolod voleva imporre.[9] Qualche giorno più tardi rispetto allo svolgimento dei negoziati, benché l'esatta ricostruzione degli eventi sia stata messa in dubbio dagli storici, pare che i sostenitori del cugino di Igor, Izjaslav Mstislavič, scatenarono diversi tumulti che richiesero tempo per essere sedati. A detta dei responsabili, essi erano giustificati dall'idea secondo cui le decisioni del nuovo principe sarebbero state imposte con la forza.[5] Con questa dimostrazione, i kievani confermarono la propria avversione verso gli Olgoviči e lasciarono intendere la loro decisione di consentire nuovamente l'insediamento del ramo rjurikide dei Monomachi, in particolare i discendenti del suo primogenito Mstislav, padre di Izjaslav.[10] Cogliendo il momento favorevole, Izjaslav attaccò il cugino Igor, pur essendo consapevole del fatto che, nel rispetto del sistema rotale inaugurato da Jaroslav I il Saggio, non fosse lui l'uomo designato a succedere al potere nella linea di successione.[11] Le cronache incensano l'intervento di Izjaslav e si prodigano nel fornire quante più ragioni possibili per cui il trono spettasse a lui, ma l'aggressione al parente violava il giuramento che precedentemente aveva fatto di rispettare la nomina di Igor.[12] La parentesi al potere di quest'ultimo era durata meno di due settimane.[13]

Fuga e morte

Salito a cavallo, Igor fuggì dalla capitale raggiungendo le paludi a nord di Kiev, ma la sua cavalcatura si impantanò e, poiché egli non era in grado di scendere perché aveva un'infermità alle gambe, rimase lì bloccato.[14] Quattro giorni più tardi, gli uomini di Izjaslav lo ritrovarono mentre si trascinava nel fango e lo catturarono, gettandolo in una fossa.[14] L'incarcerazione voluta dal nuovo principe dimostra quanto egli fosse risoluto nella sua volontà di rimuovere rivali pericolosi, generando delle acredini mai cosi aspre tra i Monomachi e gli Olgoviči.[14] dove languì fino all'autunno del 1146, quando, gravemente malato, chiese il permesso di farsi monaco. Izjaslav lo liberò, ma Igor era così debole che dovette essere trasportato fuori dalla fossa e rischiò di morire di malattia. Divenne monaco nel monastero di San Feodoro a Kiev con il nome di Ignati.[7]

Nel 1147, una folla inferocita attaccò Igor, con l'errata convinzione che intendesse usurpare il trono di Izjaslav. Il fratello di costui, Vladimiro Mstislavič, cercò di salvare Igor, ma la popolazione distrusse un balcone su cui Igor si era rifugiato, uccidendolo. Il suo corpo fu trascinato dietro un carro ed esposto in un mercato prima che Vladimiro potesse recuperarlo. Si diceva che intorno al corpo di Igor si fossero verificati miracoli, e fu proclamato santo martire. Infine, le sue spoglie furono traslate alla cattedrale del Santissimo Salvatore di Černihiv.[7]

Culto

Igor è venerato come santo dalla Chiesa ortodossa, venendo ricordato il 19 settembre. Egli viene ricordato con l'appellativo di «strastoterpec», cioè «martire che non fu ucciso per la fede, ma per ragioni politiche, sopportando tuttavia le sofferenze con la pazienza di Cristo morente».[7]

Giudizio storiografico

La chiesa di San Igor di Černihiv a Mosca, in Russia

Le ragioni dell'insuccesso di Igor sono molteplici e vanno ricercate innanzitutto nella sua personalità introversa, poiché dimostrò di non avere l'abilità di stringere amicizie strategiche con la nobiltà di Kiev.[15] Una seconda causa va rintracciata nella penuria di risorse economiche a sua disposizione, una situazione dunque ben diversa dalle capacità che avevano reso possibile l'insediamento a Kiev di suo padre.[15] Come se non bastasse, le sue condizioni di salute dovevano essere abbastanza precarie e ciò costituiva una grave diminutio per un sovrano medievale, considerando che era per lui preclusa la possibilità di condurre efficacemente delle campagne militari offensive o difensive.[16] In ultimo, le conseguenze della destituzione di Igor furono catastrofiche per gli Olgoviči, poiché essi vennero estromessi a lungo dagli affari di Kiev e allontanati da possedimenti che si trovavano molto vicini alla capitale.[2]

Note

  1. ^ Morby (2002), p. 167.
  2. ^ a b Dimnik (2003), p. 26.
  3. ^ a b Dimnik (2003), p. 15.
  4. ^ Dimnik (2003), pp. 14-15.
  5. ^ a b c Codice Ipaziano, col. 321-322.
  6. ^ Dimnik (2003), pp. 15, 16.
  7. ^ a b c d S.Principe Igor di Cernigov e di Kiev, su ortodossia.info. URL consultato il 31 agosto 2025.
  8. ^ Dimnik (2003), pp. 14, 15-16.
  9. ^ Dimnik (2003), p. 16.
  10. ^ Dimnik (2003), p. 18.
  11. ^ Dimnik (2003), pp. 18-19.
  12. ^ Dimnik (2003), p. 22.
  13. ^ Dimnik (2003), p. 24.
  14. ^ a b c Dimnik (2003), p. 23.
  15. ^ a b Dimnik (2003), p. 24.
  16. ^ Dimnik (2003), p. 25.

Bibliografia

Fonti primarie
  • Ipat'evkaya letopis' (Ipat) [Codice Ipaziano], in Polnoe sobranie russkikh letopisei (PSRL) , vol. 2, San Pietroburgo, foto-riproduzione del 1962 .
Fonti secondarie

Altri progetti

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