In questo articolo approfondiremo l'affascinante mondo di Islam in Italia. Dalle sue origini alla sua rilevanza oggi, esploreremo tutti gli aspetti relativi a Islam in Italia e il modo in cui ha influenzato diverse aree della società. Analizzeremo la sua evoluzione nel tempo, le diverse prospettive che esistono su Islam in Italia e la sua influenza su vari aspetti della vita quotidiana. Inoltre, esamineremo le sue possibili implicazioni future e il ruolo che svolge nella società moderna. Con dati e analisi pertinenti, questo articolo offrirà una visione completa e dettagliata di Islam in Italia per comprenderne l'importanza nel mondo di oggi.
L'islam in Italia è la seconda religione più diffusa dopo il cristianesimo (il sunnismo la seconda confessione dopo il cattolicesimo), principalmente a seguito dell'immigrazione da paesi a maggioranza musulmana.
Il numero di fedeli musulmani in Italia (per la quasi totalità sunniti) è incerto, ma si aggirava attorno al milione e duecentomila di unità nel 2007, corrispondente all'incirca all'1,9% della popolazione italiana, contro un 91,6% di cristiani (le altre religioni sono in totale lo 0,7% più un 5,8% di non religiosi/atei). Secondo le stime del 2017 la percentuale di musulmani rientrava attorno al 3% dei credenti in altre religioni rispetto a quella cattolica (74,4%), i non credenti in Italia erano invece il 22,6%.
Il numero varia spesso in funzione della definizione di "musulmano", ossia se siano da comprendere quanti provengano da paesi di cultura musulmana, ma non si definiscano credenti o non siano praticanti.
La storia dell'islam in Italia comincia nel IX secolo, due secoli dopo la morte di Maometto. La Sicilia rimase infatti sotto il dominio islamico tra l'827 (inizio della conquista musulmana della Sicilia) e il 1091 (caduta dell'ultima roccaforte di Noto), mentre l'Italia continentale subì in quegli stessi anni numerose incursioni; rispetto alla penisola iberica, la presenza musulmana sulla Penisola italiana è stata effimera e il controllo sulla Sicilia è stato stabile soltanto dal 965 fino al 1061. Tuttavia, anche dopo la conquista normanna, rimase in Sicilia una piccola minoranza di musulmani fino al 1239, quando a seguito di alcune loro ribellioni furono deportati da Federico II a Lucera in Puglia, dove rimasero fino al 1300, anno in cui ebbero la fine da Carlo II d’Angiò (al quale si erano rifiutati di prestare obbedienza). Anche con la fine della dominazione islamica per alcuni secoli le coste italiane continuarono però a essere razziate e depredate dai corsari barbareschi.
In epoca moderna, la presenza islamica in Italia è quasi inesistente fino agli anni '60, quando incominciano ad arrivare in Italia i primi studenti da Siria, Giordania e Palestina, che si aggiungono agli uomini d'affari e ai dipendenti delle ambasciate. Nel 1971 si ha la costituzione della prima associazione di musulmani, l'USMI (Unione degli studenti musulmani d'Italia), a partire dall'Università di Perugia. Con l'USMI venne aperto il primo luogo di culto in Italia, un piccolo locale in pieno centro storico di Perugia, chiamata "moschea di Via dei Priori", tutt'oggi aperto e in funzione. Sempre negli anni '70, a Roma, nasce il Centro culturale islamico d'Italia (CCII), con l'appoggio e il coinvolgimento degli ambasciatori di paesi sunniti presso l'Italia o la Santa Sede; al CCII si devono i primi progetti per la moschea di Roma, a partire dal 1974. La moschea sarà aperta nel 1995.. Nel 1980 si inaugura a Catania la prima moschea italiana nella sede di via Castromarino. L'edificio però, per ragioni politiche e logistiche verrà chiuso dopo alcuni anni, per essere sostituito da siti precari quali residenze private e garage, fino al 15 dicembre 2012, quando viene inaugurata la più grande moschea del sud Italia nominata "moschea della Misericordia".
Gli anni settanta vedono anche l'arrivo dei primi immigrati musulmani dal Nordafrica, principalmente dal Marocco. Un successivo e consistente apporto è stato dato negli anni novanta dal consistente arrivo di immigrati albanesi e dall'aumento dei marocchini. Più recente, è la consistente immigrazione tunisina, senegalese, egiziana e, anche se di minor peso, pakistana, bengalese ecc. A partire dagli anni 2000, con la crescita dell'immigrazione dall'Europa dell'Est (Romania e Ucraina in primis) e dall'America Latina, la quota di immigrati musulmani è scesa pur rimanendo consistente.
A partire dagli anni '90 l'UCOII(Unione delle comunità islamiche in Italia) si pone da subito come principale rappresentazione organizzata del cosiddetto Islam delle moschee sunnita, radicato sul territorio italiano e non dipendente dalle ambasciate o da governi di paesi a maggioranza musulmana, e si candida a rappresentare la comunità musulmana tramite un'Intesa istituzionale. All'intesa tra l'UCOII e lo Stato si oppongono i rappresentanti del cosiddetto Islam degli stati, a partire dalla Moschea di Roma (Centro Culturale Islamico d'Italia) sostenuto dall'Arabia Saudita, oltre che dal Marocco. Nel 1998, in vista di una possibile Intesa con lo Stato, l'UCOII apre all'Islam degli stati e assieme alla Moschea di Roma e alla sezione italiana della Lega Musulmana Mondiale annuncia la creazione di un Consiglio Islamico d'Italia, guidato da dieci cittadini italiani, di cui cinque nominati dall'UCOII e cinque dalle altre due organizzazioni. Ma l'Intesa resta fuori portata.
Nel 2005, è stata fondata la Consulta per l'islam italiano presso il Ministero dell'Interno, composta da cittadini musulmani; forti disaccordi tra i componenti hanno rallentato i lavori della Consulta stessa. La Consulta è stata riformata una prima volta nel 2010 (Comitato per l'Islam italiano) e di nuovo nel 2016 (Consiglio per le relazioni con l’Islam )
Nuovamente a Catania, nel 2012, viene inaugurata la Moschea della Misericordia, la più grande nel centro-sud dopo quella di Roma, non distante da piazza Cutelli.
Pur essendoci un certo numero di musulmani italiani o per nascita o per conversione o per naturalizzazione stimabile in un range che va da 300.000 persone a 1.2 milioni di persone i musulmani in Italia sono prevalentemente di origine straniera. Di questi circa il 52% per nascita, 39% per naturalizzazione e 9% per conversione. Di seguito un'analisi della provenienza e della distribuzione sul territorio Italiano.
Anche in Italia, come nel resto del mondo, è presente il fenomeno del fondamentalismo islamico, ma in misura minore rispetto ad altri paesi occidentali. Sono inoltre presenti diverse associazioni islamiche che promuovono l'Islam liberale, come ad esempio il Centro Studi Averroè di Roma ed il COREIS di Milano.
Tra gli immigrati prevale in Italia nettamente la componente sunnita rispetto a quella sciita. Si stima il numero complessivo di sciiti in Italia in 15.450 unità, cioè circa l'1,48% del totale dei musulmani.
Per quanto riguarda i paesi di provenienza, si rileva in particolare la presenza nordafricana e balcanica.
Pos. | Paese | Numero di musulmani Stima effettuata da Caritas/Migrantes tra gli stranieri regolarmente residenti in Italia al 31 dicembre 2010 |
1 | Marocco | 448.000 |
2 | Albania | 364.000 |
3 | Tunisia | 106.000 |
4 | Senegal | 75.000 |
5 | Pakistan | 73.000 |
6 | Bangladesh | 71.000 |
7 | Macedonia | 30.000 |
8 | Algeria | 25.000 |
9 | Kosovo | 21.000 |
Secondo l'istituto ISMU (iniziative e studi alla multietnicità) i musulmani residenti in Italia al 1º gennaio 2016 sarebbero distribuiti così:
Regione | Numero | Percentuale | Proporzione
popolazione di riferimento |
Abruzzo | 24000 | 0,16% | 1,82% |
Basilicata | 4200 | 0,29% | 0,83% |
Calabria | 24500 | 1,72% | 1,25% |
Campania | 53800 | 3,77% | 0,92% |
Emilia-Romagna | 182800 | 12,83% | 4,10% |
Friuli Venezia Giulia | 29100 | 2,04% | 2,39% |
Lazio | 112800 | 7,92% | 1,91% |
Liguria | 38000 | 2,66% | 2,43% |
Lombardia | 367700 | 25,82% | 3,67% |
Marche | 46600 | 0,32% | 3,03% |
Molise | 3400 | 0,23% | 1,09% |
Piemonte | 119000 | 8,35% | 2,71% |
Puglia | 33800 | 2,37% | 0,83% |
Sardegna | 13100 | 0,92% | 0,79% |
Sicilia | 61400 | 4,31% | 1,21% |
Toscana | 104400 | 7,33% | 2,79% |
Trentino-Alto Adige | 34000 | 2,38% | 3,20% |
Umbria | 26300 | 1,84% | 2,96% |
Valle d'Aosta | 2800 | 0,19% | 2,21% |
Veneto | 142200 | 9,98% | 2,89% |
Italia | 1423900 | 100% | 2,35% |
Le moschee ufficiali in Italia sono 12 nel senso di costruzioni fatte ad hoc, 6 complete di minareto (Segrate Milano, Roma, Ravenna, Colle di Val D'Elsa, Forlí, Piacenza in ordine di inaugurazione); mentre i luoghi di culto islamico sono più di 1.000.
L'Islam in Italia non ha una istituzione unitaria di rappresentanza nei confronti dello Stato.
Numerose associazioni rivendicano la rappresentanza degli interessi dei musulmani residenti in Italia. Tra queste associazioni dell'"Islam delle moschee", multinazionali e multietniche:
Accanto all'"Islam delle moschee", diversi osservatori segnalano l'esistenza in Italia di un "Islam degli Stati": paesi quali il Marocco e l'Egitto, che diffidano delle influenze saudite e dei Fratelli Musulmani, si sono organizzati per seguire i propri cittadini all'estero anziché delegarne la rappresentanza a organizzazioni di base a rischio fondamentalista. Tra questi:
Le confessioni islamiche minoritarie, nazionali o socio-religiose, hanno associazioni proprie, tra cui:
A differenza della maggioranza delle altre confessioni religiose, l'islam non ha una intesa con lo Stato italiano. Un forte problema in tale senso è costituito dalla mancanza di una forma associativa chiaramente rappresentativa della maggioranza dei musulmani in Italia.
Un primo tentativo di far fronte a tale situazione è avvenuto nel 2000, con la costituzione dell'associazione Consiglio islamico d'Italia, avente l'obiettivo di una rappresentanza unitaria dell'Islam sunnita di fronte allo Stato italiano per la stipula e l'esecuzione di un'intesa. A tale associazione prendevano parte l'UCOII (con Nour Dachan vicepresidente), la Lega musulmana mondiale (con Mario Scialoja presidente) e il Centro islamico culturale d'Italia (nonostante la contrarietà della sua componente marocchina). L'associazione non è durata a lungo, a causa dei contrasti tra la componente filo-saudita e la componente vicina ai Fratelli Musulmani. Allo stato attuale, essa esiste solo formalmente.
Nel 2005 il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu ha nominato una "Consulta per l'islam italiano" (cosiddetta Consulta islamica), composta da 16 membri, metà dei quali cittadini italiani, comprendenti tanto esponenti della cultura e delle associazioni musulmane laiche quanto dirigenti di associazioni religiose. Vi prendono parte per l'Islam sunnita UCOII, Lega musulmana mondiale, COREIS e UIO; per l'Islam sciita la presidente della Comunità ismailita italiana.
Nella vita pubblica l'islam ha avuto un impatto significativo nell'immaginario popolare, causando anche accese discussioni su argomenti quali:
Negli ultimi anni sono avvenuti alcuni atti di violenza contro luoghi di culto islamici in Italia: