L'inferno di Topolino

In questo articolo esploreremo l'impatto di L'inferno di Topolino in vari ambiti della società contemporanea. L'inferno di Topolino ha dimostrato di essere un argomento di crescente interesse, catturando l'attenzione di accademici, attivisti e opinion leader in tutto il mondo. Nelle pagine che seguono esamineremo il ruolo che L'inferno di Topolino svolge nella vita quotidiana delle persone, nonché la sua influenza in campi diversi come la politica, la cultura, l'economia e la tecnologia. Attraverso un approccio multidisciplinare, cercheremo di comprendere la complessità di L'inferno di Topolino e la sua rilevanza in un contesto globale.

L'inferno di Topolino
fumetto
Lingua orig.italiano
PaeseItalia
AutoreDante Alighieri
TestiGuido Martina didascalia in versi
DisegniAngelo Bioletto
EditoreArnoldo Mondadori Editore
Collana 1ª ed.Topolino n. 7-12
1ª edizioneottobre 1949 – marzo 1950
Genereparodia, umoristico

L'inferno di Topolino è una storia a fumetti, parodia dell'Inferno dantesco, pubblicata dalla Arnoldo Mondadori Editore sul periodico Topolino - dal n. 7 al n. 12 - da ottobre 1949 a marzo 1950. Venne realizzata dallo sceneggiatore Guido Martina e disegnata da Angelo Bioletto. Oltre che dei dialoghi, Martina è anche autore delle didascalie in versi che accompagnano per intero la storia rendendola simile a un poema in terzine come quello dantesco, e questo frutterà a Martina la menzione del nome nella prima vignetta, cosa eccezionale visto l'anonimato in cui lavoravano gli autori dell'epoca. Oltre a essere considerata uno dei capolavori di Martina, è stata la prima parodia della Disney realizzata in Italia.

Trama

La storia si apre con il finale di una recita teatrale della Divina Commedia con Topolino nella parte di Dante Alighieri e Pippo in quella di Virgilio. Invidioso del successo riscosso, Pietro Gambadilegno fa ipnotizzare da un complice i due nemici di sempre, i quali continuano a comportarsi come Dante Alighieri e Publio Virgilio Marone. Dopo una grossa arrabbiatura di Minni, presa da Topolino per Beatrice, Topolino e Pippo si recano in biblioteca per saperne di più su quel Dante Alighieri per cui devono "soffrir tanti martìri"; alle prese con un gigantesco tomo della Commedia, i due cadono ben presto in preda al sonno, e Topolino viene catturato dal ramo di un albero dell'illustrazione (di Gustave Doré) della selva e subito portato all'Inferno... Qui incontra ben presto Pippo-Virgilio, e inizia la loro lunga peregrinazione alla volta della "oscura e dolorosa meta" per poter uscire dal "doloroso passo".

Struttura

Il viaggio dei nostri è suddiviso in Canti sul modello della Divina Commedia.

  • Canti I-II: il Canto I non è presente nella storia, che inizia dal secondo con la scena della selva oscura. Tuttavia il celeberrimo incipit "Nel mezzo del cammin di nostra vita" viene parodiato nell'introduzione da "Correva l'anno tal dei tali"; inoltre la scena del sonno di Topolino e Pippo corrisponde al verso dantesco "Tanto era pien di sonno in su quel punto". Topolino, nella valle che gli ha "di paura il cor compunto", incontra subito Pippo a bordo di una vecchia bicicletta; dopo una breve spiegazione, Topolino viene incoraggiato da Pippo ("Muoviti, ribaldo! Satana ti aspetta per bruciarti vivo!") (nell'edizione originale l'incitamento di Pippo/Virgilio era "Muoviti maledetto! Satana ti aspetta per bruciarti vivo!", che poi è stato, per motivi oscuri, forse censurato, modificato in "muoviti, ribaldo", e in "muoviti, insomma" in altre edizioni) e alcuni diavoli ad intraprendere il viaggio verso il profondo Inferno.
  • Canto III: Topolino e Pippo non incontrano né la lupa né la lonza come nel libro, ma in compenso un leone con le mansioni di vigile tenta di multarli per l'assenza di fanale e catarifrangente. Topolino si libera del leone con un gancio sinistro, e i due viandanti giungono infine alla porta dell'Inferno. Tra le iscrizioni presenti, campeggia "Tenere la sinistra: la destra è stata smarrita" che parodia il dantesco "sì che la diritta via era smarrita". Topolino e Pippo si presentano al cospetto di Caronte, il quale tenta di allontanarli ma poi accetta di imbarcarli dopo aver saputo che sono poeti (e quindi "sempre morti di fame"), anche se Topolino si confonde presentandosi come colui che ha cantato "le donne, i cavalier, l'armi, gli amori" (al che, Pippo lo sgrida: "Per Giove, sei un ignorante: l'ha scritto Ariosto, non l'ha scritto Dante!")
  • Canto IV: Topolino e Pippo entrano nel limbo, in cui gli studenti si vendicano di costoro "che fanno tristi gli anni della scuola": Orazio, Platone, Cicerone, e soprattutto la personificazione dell'Aritmetica. Poi incontrano - come Dante - Omero e Giulio Cesare, ma anche la personificazione del Sofisma e della Filosofia.
  • Canto V: Topolino e Pippo scendono nel secondo cerchio, in cui nel salone di bellezza di Minosse vengono puniti i vanitosi che "in testa non avevano cervello / ma solo brillantina sui capelli". Nella Commedia Dante incontra - dopo Minosse - i lussuriosi (tra cui Paolo e Francesca) che volano in balìa del vento: nella storia ciò si traduce in una bufera che travolge coloro che si "davano arie" scatenata dallo stesso Minosse.
  • Canto VI: I due protagonisti si ritrovano nel cerchio dei golosi, e scampano per poco a Cerbero; Pippo cade nella padella di un diavolo che lo offre a Qui, Quo, Qua a mo' di cappone. I tre fratelli, però, salvano Pippo e tornano in Terra redenti dalla buona azione. Nella Divina Commedia e nella storia il canto si chiude con il verso "Quivi trovammo Pluto, il gran nemico".
  • Canto VII: Topolino e Pippo incontrano in effetti il cane Pluto, che Pippo riesce a distrarre con un osso di seppia per canarini (essendo Pluto un cane, non viene dunque parodiata la celebre frase di Pluto). Come nell'Inferno, in questo canto troviamo avari e prodighi: Topolino e Pippo incontrano tra gli avari il cassiere Eli Squick, che "sol godeva udendo fare click / Nel chiudere il portello del forziere" e i prodighi con le mani bucate davanti ad un laghetto.
  • Canto VIII: I due "poeti" entrano - come Dante e Virgilio - nella barca di Flegias per attraversare la palude Stigia, dove sono puniti i litigiosi ("Sembra di assistere a una partita di calcio!"). Come Dante viene aggredito da Filippo Argenti, Pippo viene assalito da un professore che pretende di dargli zero in tutte le materie (la satira dell'ex-insegnante Martina contro i colleghi "che gli studenti fanno viver grami"). Scesi dalla barca, giungono alle porte della città di Dite ("Città di Dite - Riscaldamento autonomo"), ma come nell'Inferno un corpo armato di diavoli impedisce il passaggio. Se nel canto Nono dell'Inferno giungeva un messo del cielo ad aprire la porta, nella storia interviene Dumbo che potrebbe portare in volo Topolino e Pippo se non pensasse " Mi spiace, ma ho il serbatoio vuoto". A questo punto calano su di loro le due furie Eulalia ed Enza, che soffiano dal naso un ciclone di fiamme: Topolino riesce a sfruttarle come motore a reazione legandole ai fianchi di Dumbo (il protagonista dell'omonimo film Disney del 1941 animato da Bill Tytla).
  • Canto IX: Topolino e Pippo sorvolano l'area degli "scoperchiati avelli" in cui, invece degli eretici, sono puniti gli iracondi che "prendevano fuoco troppo facilmente".
  • Canto X: Dante qui ha un battagliero colloquio con il ghibellino Farinata degli Uberti; Topolino trova invece Gambadilegno, che lo sfida ad un incontro di lotta. Tale incontro prende le sembianze di un vero evento sportivo, con Cucciolo (stranamente non muto) nella parte di radiocronista. Infine, da un'arca salta fuori Paperino, che vorrebbe fuggire ma viene rinchiuso da Topolino e Pippo: scaglia quindi una maledizione ("Guai a voi! Vi seguirò per tutto l'inferno!").
  • Canto XI: Saltato per sfuggire a Paperino.
  • Canto XII: Il Minotauro dantesco è rappresentato da Toro Seduto in motocicletta; in luogo dei centauri, poi, Topolino e Pippo incontrano I tre caballeros sul tappeto magico: Paperino, José Carioca e Panchito Pistoles. Paperino continua a mostrarsi ostile, e viene salutato da Topolino con un bel calcione forte ("Guarda la virtù mia s'ell'è possente!").
  • Canto XIII: Analogamente alla Commedia, Topolino-Dante e Pippo-Virgilio si addentrano in una squallida selva "in cui già padre Dante aveva notate / non fronde verdi, ma di color fosco". Alberi secchi, prati polverosi, frutti velenosi rendono la selva somigliante al "Parco di Milano". Topolino e Pippo riescono a salire su un minuscolo treno in transito, ma la loro corsa termina ben presto contro un albero. I due amici vengono assaliti dalle Arpie, che inizialmente hanno le sembianze della strega di Biancaneve e i sette nani e poi si rivelano essere tanti Paperini inferociti. Tentando di scacciarli, Topolino stacca un ramo da una pianta, ma si accorge di aver lacerato un peccatore tramutato in albero (come Pier della Vigna). Si tratta di Cosimo, giovane cugino di Clarabella, che spiega come nella selva oscura si puniscono i violenti contro le cose e in particolare gli studenti che danneggiavano banchi e persino i muri. Il contrappasso consiste anche nell'essere usati per costruire banchi scolastici, posti in un'aula popolata di somari del film "Pinocchio" (invece delle cagne dantesche) e sistematicamente distrutti a calci. A interrompere la pena è l'intervento della Fata turchina (erroneamente chiamata Biancaneve), con l'aiuto del protagonista "coscienza" di Pinocchio del 1940 il Grillo Parlante e convince i bambini a ottemperare ai propri doveri con tutta la loro coscienza. La fata turchina poi promette la salvezza anche a Paperino, con la condizione di non infastidire più Topolino.
  • Canto XIV: Non viene citato (nella Divina Commedia qui vi ci sono i cosiddetti Violenti Contro Dio).
  • Canto XV: Qui Dante incontra, tra i violenti contro la natura (i sodomiti), il vecchio maestro Brunetto Latini, con il quale ha un dialogo cordialissimo. Analogamente Topolino, procedendo in un deserto su cui piovono fiamme, incontra il suo vecchio maestro di scuola: egli è stato punito per l'aver "predicato bene" e "razzolato male". L'interpretazione delle fiamme cambia radicalmente: se nella Divina Commedia rappresentano la passione insana, nella storia sembrano neve e in realtà sono fuoco, come i peccatori che sembrano buoni e in realtà sono malvagi.
  • Canto XVI: Saltato perché "contiene gli stessi peccatori del XV, e poi sappiamo già di cosa si tratta!".
  • Canto XVII: Dante e Virgilio scendono in Malebolge in groppa al mostro che simboleggia la frode, Gerione; Topolino e Pippo si affidano a al drago riluttante che li avverte: "Stiamo entrando nella parte più terribile di tutto l'inferno!". Al "Gran Bar di Malebolge", infatti, sono puniti i "Consigilieri di frode" - tra cui Fratel Coniglietto - a mollo in un mare di pece con le sembianze di fiume di cioccolata, che richiama la pena dei barattieri del canto XXI dell'Inferno. Viene parodiato anche l'inganno dello scaltro Ciampòlo ai danni dei diavoli nel canto XXII: Fratel Coniglietto riesce a fuggire alla pena trascinando al suo posto Compare Orso.

Da qui in poi i numeri dei canti non sono più segnalati, ma alcuni si possono ricostruire a partire da episodi corrispondenti nella Commedia.

  • Canti XVIII-XIX: Non presenti. Nella Divina Commedia vi sono i ruffiani e seduttori, gli adulatori e i colpevoli di simonia.
  • Canto XX: Come Dante, Topolino e Pippo incontrano i maghi ed indovini (ed Eta Beta), costretti a girare come trottole con un sacco sulla testa. Curiosità: alcuni di essi sono raffigurati con delle schedine davanti a un tabellone di risultati di partite di calcio, tra cui spiccano "Venezia-Juventus 12-0", "Inter-Milan 6-1"" Internazionale e Totò-Macario 0-0".
  • Canti XXI-XXII: Vedi Canto XVII.
  • Canto XXIII: Qui Dante trova gli Ipocriti, mentre Topolino e Pippo assistono alle pene dei suggeritori e degli alunni che marinavano la scuola fingono di essere malati (al posto dei Farisei crocifissi a terra).
  • Canti XXIV-XXV: Invece dei Ladri della Divina Commedia, Topolino e Pippo trovano Ezechiele Lupo (caricatura di Vanni Fucci) alle prese con I tre porcellini: dopo il tentativo fallito di rapirli per mangiarseli, il "re dei ladri" viene ridotto a mal partito da un'esplosione (causata da uno dei porcellini che, una volta acchiappato, si gonfia fino a scoppiare), un attacco di galline (corrispettivo dei serpenti danteschi) e un tiro di schioppo sparato da un cacciatore (caricatura di Caco).
  • Canto XXVI: Il celeberrimo canto di Ulisse. I consiglieri fraudolenti, nella storia, sono i giornalisti. Topolino e Pippo incontrano Flip, l'animaletto di Eta Beta, all'avvicinarsi del quale "la verità viene a galla": e infatti i giornalisti iniziano a scrivere per terra con la lingua "Io fui bugiardo". Poco più in là i due incontrano una fiamma cornuta che racchiude (invece di Ulisse e Diomede) le due anime di Paperino: una metà buona e l'altra cattiva. Topolino e Pippo riescono a spegnere la parte cattiva, e così il Paperino buono, ormai redento, accompagna i due amici verso la "Gelateria della Giudecca".
  • Canti XXVII-XXXII: Non sono presenti (nella Commedia vi sono i seminatori di discordie ed i falsari e i Giganti).
  • Canto XXXIII: Il canto del Conte Ugolino. Topolino incontra l'arbitro di calcio Ugolino, intento a rosicchiare un pallone, che gli racconta la sua fine ("Parlare e lagrimar vedrai insieme!"): egli arbitrava a Pisa "una partita / ch'avea in palio il titolo di campione", e per salvare la squadra che gli aveva dato un milione, non fischiò un rigore. Egli morì, infine, per gli accidenti lanciati dai tifosi. Ugolino dà un morso ancora più forte al pallone ("Ahi football, vituperio delle genti!") causando uno scoppio che catapulta Topolino, Pippo e Paperino verso la voragine dell'inferno molto più profondo.
  • Canto XXXIV: Dante vede Lucifero al centro del lago di Cocito intento a maciullare Giuda, Bruto e Cassio. Ne descrive la mostruosità e il cammino compiuto da lui e Virgilio sul suo corpo, salendo per un oscuro cammino a "riveder le stelle". Topolino, da parte sua, incontra lo stesso Dante che lo punzecchia con una gigantesca penna i "traditori massimi", cioè gli autori della storia. Essi confessano di averlo tradito scrivendo e disegnando la parodia del suo cosiddetto Inferno; Topolino tuttavia lo ferma e gli fa sentire il coro dei ragazzi felici per aver letto la storia. Al grido di "Perdono!" e "Assoluzione!", Dante assolve "con la condizionale" i due autori, che lo ringraziano e promettono di non tradirlo più. Dante, infine, vedendo partire i tre pards e i due autori lascia loro il suo ultimo messaggio: se nella Commedia gridava "Ahi, serva Italia, di dolore ostello!" oggi affida al suo verso "la certezza / D'una speranza bella e pura" (si ricordi che l'Italia era appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale), concludendo il canto con "Il ciel per te s'accenda di fiammelle / Splendenti a rischiararti ancor la via / Sì che tu possa riveder le stelle! Dio ti protegga, Italia. Così sia!".

Censure

Alcune scene ritenute particolarmente forti sono state ridotte o del tutto eliminate nelle ristampe successive; è il caso, ad esempio, della scena in cui il naso di Pippo viene affettato dalle pale di un ventilatore, oppure quella in cui Ezechiele Lupo, trovatosi in un'esplosione, rimane col solo scheletro privo di pelle e carne. Queste scene sono state ripristinate nelle ristampe più recenti, nelle quali tuttavia il verso del Canto XIII Apparve poi la bella Biancaneve (riferito alla Fata Turchina) viene corretto, in maniera poco filologica, con Apparve poi la fatina, lieve. Le uniche ristampe integrali della storia sono contenute in Le Grandi Parodie 65, Topolino Story 1949 e 1950, Topolino Gold (supplemento a Topolino 2808), Disney Special Books Panini 3 - L'inferno di Topolino, e L'Inferno di Topolino (De Luxe Edition) 1, queste ultime due con impianti restaurati e nuovi colori curati da Luca Merli sotto la supervisione di Fabio Celoni.

Note

  1. ^ Topolino, su topolino.it. URL consultato il 19 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2017).
  2. ^ a b L'Inferno di Topolino - Fumetto Disney di Martina e Bioletto, su slumberland.it. URL consultato il 19 dicembre 2017.
  3. ^ (EN) L'inferno di Topolino | I.N.D.U.C.K.S. [collegamento interrotto], su coa.inducks.org. URL consultato il 19 dicembre 2017.
  4. ^ endecasillabi in rime incatenate secondo lo schema ABA BCB

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni