Nel mondo di oggi, Mamelucco (schiavo) è un argomento che sta diventando sempre più rilevante e ha catturato l'attenzione di persone di tutte le età e interessi. Che sia per il suo impatto sulla società, per la sua importanza nel campo professionale o per la sua rilevanza nella vita di tutti i giorni, Mamelucco (schiavo) è diventato un argomento di conversazione ricorrente in diversi ambienti. Con il passare del tempo, l’interesse e la curiosità nei confronti di Mamelucco (schiavo) crescono in modo esponenziale, generando un dibattito costante sulle sue implicazioni e sulla sua influenza su diversi aspetti della vita moderna. In questo articolo approfondiremo il mondo di Mamelucco (schiavo) per esplorarne le diverse sfaccettature e comprenderne il significato nella società odierna.
Il termine arabo mamelucco (in arabo ﻣﻤﻠﻮﻙ?, mamlūk, pl. in arabo ﻣﻤﺎﻟﻴﻚ?, mamālīk) identifica uno schiavo (lett. "posseduto").
Nel senso di "servo di Dio" si usa il termine ʿabd (in arabo ﻋﺒﺪ?) che, in questo caso, è un perfetto sinonimo di "credente" (muʾmin) o "musulmano" (muslim).
Per indicare invece un servo, senza alcuna altra caratteristica che non sia quella di una persona assegnata obbligatoriamente a compiere determinati duri lavori o incarichi e che dipende in tutto e per tutto dal suo padrone, si usa comunque il sostantivo ʿabd[1] un cui sinonimo è khādim (in arabo ﺧﺎﺩﻡ?).
In un'accezione semanticamente positiva, il termine mamlūk veniva usato anche per indicare gli uomini avviati al "mestiere delle armi", in cui la condizione di schiavitù si credeva potesse rafforzare il sentimento di assoluta fedeltà al proprio comandante/padrone, nella speranza di un proprio affrancamento che, in effetti, il più delle volte aveva luogo, come ricompensa dei buoni servizi resi.
Sinonimo in questo senso di mamlūk è ghulām (in arabo غلام?, pl. ghilmān in arabo ﻏﻠﻤﺎﻥ?): termine che può talora essere anche visto come sinonimo di paggio, senza quindi che sia necessariamente esistente un vincolo di proprietà fra lui e il suo referente.