In questo articolo approfondiremo il tema Mutilazione, con l'obiettivo di fornire ai nostri lettori una visione esaustiva di questo aspetto rilevante nella società odierna. Affronteremo vari aspetti, dalla sua origine ed evoluzione fino alle sue implicazioni nella vita quotidiana, in modo da offrire uno sguardo esaustivo che permetta di comprenderne l'importanza e l'impatto in diversi ambiti. Attraverso un'analisi esaustiva, miriamo a fornire una prospettiva arricchente che contribuisca alla conoscenza e alla riflessione su Mutilazione, invitando il pubblico ad approfondire un argomento di grande attualità oggi.

Per mutilazione si intende l'asportazione o perdita invalidante di un arto, o più estensivamente, una menomazione puramente funzionale.[1][2]
Il concetto di "mutilazione" si applica in ambito medico quando l'arto amputato influisce in maniera determinante sulla qualità della vita di un individuo. Tuttavia, esso non si applica in ogni caso di amputazione; in tal senso, l'Enciclopedia Treccani cita diversi esempi quali l'asportazione chirurgica dell'appendice ciecale o delle tonsille, le estrazioni dentarie, e l'ablazione della ghiandola tiroide.[1]
La mutilazione può essere accidentale, oppure - inflitta ad altri, o anche a sé stessi - intenzionale. In quest'ultimo caso è stata (ed è tuttora) praticata in varie parti del mondo a scopi sociali, rituali, religiosi o come forma di pena (storicamente o anche, illegalmente, al giorno d'oggi, ad esempio da forze paramilitari o di polizia di regimi autoritari).
Dal punto di vista antropologico, ha funto da rito di passaggio all'età adulta, pratica per il controllo sessuale (ad esempio la circoncisione e la castrazione), sacrificio o per motivi apotropaici.[1]
| Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 7436 · LCCN (EN) sh85089133 · GND (DE) 4188048-1 · J9U (EN, HE) 987007555872105171 |
|---|