Myiopsitta monachus

In questo articolo esploreremo il tema Myiopsitta monachus, un concetto che incuriosisce l'umanità da secoli. Dalla sua origine alla sua rilevanza nella società odierna, Myiopsitta monachus è stato oggetto di dibattito e fascino in molteplici aree. Nel corso della storia, Myiopsitta monachus ha svolto un ruolo cruciale nella formazione di pensieri, azioni e credenze in diverse culture in tutto il mondo. Inoltre, la sua influenza si estende ad aree diverse come la scienza, la religione, la politica e la cultura popolare. Attraverso questo articolo approfondiremo l'affascinante mondo di Myiopsitta monachus, esplorandone le molteplici sfaccettature e il suo impatto sulla società contemporanea.

Parrocchetto monaco
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Psittaciformes
Famiglia Psittacidae
Sottofamiglia Arinae
Genere Myiopsitta
Bonaparte, 1854
Specie M. monachus
Nomenclatura binomiale
Myiopsitta monachus
(Boddaert, 1783)
Areale

Il parrocchetto monaco (Myiopsitta monachus Boddaert, 1783) o parrocchetto torrigiano è un uccello della famiglia degli Psittacidi. È l'unica specie del genere Myiopsitta Bonaparte, 1854.

Insieme al parrocchetto dal collare (Psittacula krameri) è la sola ad essere stabilmente nidificante in Italia (come specie esotica a carattere sempre più invasivo, la cui influenza competitiva sulle specie autoctone è ancora in fase di studio).

Descrizione

Agile e affusolato pappagallo dalla colorazione generale verde chiaro, con fronte, guance e petto grigio chiaro, ventre giallognolo sfumato in verde; remiganti e timoniere blu. Con l'uccello in volo si nota maggiormente il blu della coda e della parte inferiore dell'ala. Ha becco bruno, iride marrone e zampe grigie. La taglia si aggira attorno ai 29 cm.[senza fonte]

Biologia

Myiopsitta monachus

È gregario, socievole e stanziale: crea gruppi stabili molto numerosi, anche oltre i 100 individui, che, emettendo continui richiami molto forti, si muovono insieme alla ricerca di cibo: semi di cardi, di erbe prative, di alcuni alberi, frutta, bacche, fiori e occasionalmente larve e insetti. Il periodo riproduttivo inizia a ottobre e, se la stagione è favorevole, può portare a termine anche due covate. Costruisce grandi nidi coloniali sulle cime di grandi alberi anche a 20 metri di altezza. Un nido medio che ospita da una decina a una ventina di coppie arriva a pesare anche 200 kg. Per questo i parrocchetti monaci collegano saldamente le strutture del nido a rami grandi all'attaccatura con il tronco, quindi intrecciano decine di rametti e formano una grande «fascina» percorsa da tunnel comunicanti e da camere di cova dove ogni femmina depone 5-8 uova che vengono incubate per 20 giorni. I piccoli si involano entro le 6 settimane dalla schiusa.[senza fonte]

Distribuzione e habitat

È originario di una vasta area della parte sud-orientale del Sudamerica, che include Argentina, Paraguay, Uruguay, Bolivia e Brasile, dove è spesso cacciato come uccello dannoso alle coltivazioni, ciononostante è ancora molto comune.[senza fonte]

Uccello normalmente di pianura o di collina, ama le foreste aperte, quelle a galleria lungo i corsi d'acqua, le boscaglie di acacie e le savane alberate. Normalmente è diffuso fino a quote attorno ai 1000 metri, ma si adatta molto bene anche a quote più elevate tanto che la M. m. luchsi è stata segnalata fino a 3000 metri. In alcune aree, la piantumazione con alberi ad alto fusto come l'Eucalyptus lo ha notevolmente avvantaggiato.[senza fonte]

Vi sono colonie di questi uccelli, sfuggiti alla cattività e perfettamente ambientatisi anche in Europa e negli Stati Uniti: una colonia di notevoli dimensioni è localizzata dentro la città di New York[senza fonte]. In Italia vi sono diverse grandi città tra cui Roma, Cagliari e Firenze, che hanno nei parchi o nei viali piccole bande di parrocchetti monaci, ma si sta diffondendo gradualmente in molte altre zone della penisola.

Tassonomia

È classificato in 4 sottospecie:[senza fonte]

  • M. m. monachus, sottospecie nominale;
  • M. m. calita, con minore presenza del colore grigio sulla fronte e con la colorazione blu dell'ala più scura;
  • M. m. cotorra, simile al M. m. calita ma con la tonalità giallognola dell'addome più estesa e chiara;
  • M. m. luchsi, con il colore grigio di tonalità più chiara e brillante, più esteso sul capo e sul petto; sul ventre è presente una banda giallognola molto evidente.

Note

  1. ^ (EN) BirdLife International 2017, Myiopsitta monachus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 5 luglio 2018.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Psittaculidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 5 giugno 2018.
  3. ^ https://www.minambiente.it/biblioteca/quaderni-di-conservazione-della-natura-n-2-mammiferi-e-uccelli-esotici-italia-analisi-del
  4. ^ Il mistero dei pappagalli di Roma, su The Roman Post, 2014. URL consultato il 4 aprile 2020. Contiene anche un breve video.
  5. ^ C.Montagnaro, Roma, i pappagalli "invadono" Villa Borghese fra colori e cinguettii, su Il Messaggero, 2016. URL consultato il 4 aprile 2020.
  6. ^ Lo sapevate? A Cagliari vive una nutrita colonia di pappagallini | Cagliari - Vistanet, su cagliari.vistanet.it, 11 settembre 2019. URL consultato il 25 luglio 2022.
  7. ^ Lisa Baracchi, Pappagalli al tropico delle Cascine, su Corriere della Sera, 3 agosto 2017. URL consultato il 24 febbraio 2021.

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàLCCN (ENsh97003340 · J9U (ENHE987007561238305171