Nel mondo di oggi, Out of Africa I è diventato un argomento di interesse e dibattito per un'ampia gamma di persone. Con la sua crescente rilevanza nella società, Out of Africa I continua a generare opinioni e prospettive diverse che influiscono sulle decisioni individuali e collettive. Sia a livello personale, professionale o sociale, Out of Africa I esercita un’influenza significativa sul modo in cui pensiamo e agiamo. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Out of Africa I e il suo impatto sulle nostre vite, nonché le implicazioni che ciò ha per il futuro.
Out of Africa I è un'ipotesi paleoantropologica della prima migrazione umana ad opera dell'Homo erectus, avvenuta da 1,8 a 1,3 milioni di anni fa. Secondo la maggioranza della comunità scientifica, essa viene seguita dalla Out of Africa II.
All'incirca 2,6 milioni di anni fa, l'uomo esce dall'areale tipico dei primati, situato prevalentemente entro la fascia tropicale, poiché diventa carnivoro. Il fatto che una specie di Catarrhini, di preferenza erbivori, entri in competizione con l'intera gilda di carnivori sembra in prima ipotesi associabile allo sviluppo della cultura, cioè di un insieme di conoscenze di gruppo acquisite trasmissibili alla progenie, non geneticamente, bensì tramite un linguaggio. Il comportamento carnivoro pone le basi per una diffusione della specie sul territorio e, quindi, per una serie di migrazioni successive. La prima evidenza di una migrazione fuori dall'Africa dell'Homo erectus risale a 1,7 milioni di anni fa.
Le diverse ondate migratorie di Homo erectus ebbero esiti differenti, potendo determinare sia l'occupazione effimera del nuovo territorio che una colonizzazione stabile. Questo condiziona il quadro archeologico, che si presenta di complessa lettura: per questo motivo vi sono diverse tesi su quale e quante specie di Homo abbiano migrato, nonché sul quando e sul dove. Alcuni studiosi, per esempio, ipotizzano che il soggetto di tali migrazioni sia l'Homo ergaster e che l'Homo erectus, da questi derivante, sia autoctono dell'Asia e sia poi migrato in Africa (vedi ipotesi dell'origine euroasiatica). Questa tesi spiegherebbe alcuni ritrovamenti litici in Asia, che infrangono l'ingenua equazione bifacciale=Homo erectus.
Secondo la tesi più accreditata, invece, l'Homo erectus (altro nome dell'Homo ergaster) viveva in Africa orientale. Da lì è migrato in Asia e Nordafrica e solo successivamente avrebbe colonizzato il resto dell'Africa. La cosiddetta "pompa sahariana" avrebbe determinato diverse ondate migratorie umane:
Se la colonizzazione dell'Asia ha seguito con certezza le direttrici del Sinai e dello Yemen, per quanto riguarda la colonizzazione dell'Europa i dati non sono soddisfacenti. Tra 1,8 e 1,6 milioni di anni fa, infatti, non ci furono periodi nei quali il livello del mare si abbassò talmente da formare un passaggio nello stretto di Gibilterra o nel canale di Sicilia ed è ancora azzardato ipotizzare a questo stadio evolutivo lo sviluppo di una capacità di navigazione. Quindi è da considerare il passaggio dalla Turchia o dal Caucaso.
Il fatto che tali migrazioni abbiano avuto successo solo in determinate circostanze climatiche, fa ipotizzare che l'impulso allo spostamento sia stato determinato non tanto da fattori di natura culturale (costruzione di abitazioni e di vestiti, per esempio) quanto da fattori ecologici (avere più cibo a disposizione). Le ipotesi relative riguardano tre scenari:
Per quanto riguarda le specie animali diverse dall'Homo erectus, si è a conoscenza delle date relative alle loro migrazioni e, apparentemente, sembrano discostarsi da quelle dei nostri progenitori. Vi sono però alcuni dati climatologici che gettano nuova luce sulle migrazioni di 5-6 specie apparentemente non legate tra loro, avvenute 1,8-1,6 milioni di anni fa. A tale insieme di osservazioni è stato dato il nome di Evento Aullano. Tali specie sono: i Megantereon whitei, i Pachycrocuta brevirostris, gli Equus altidens, i Theropithecus oswaldi e gli Hippopotamus antiquus.