Nel seguente articolo esploreremo l'affascinante mondo di Patrimonio dell'umanità e tutto ciò che questo tema ha da offrire. Dalle sue origini al suo impatto sulla società moderna, approfondiremo la sua storia, le sue applicazioni pratiche e le sue implicazioni future. Cos'è Patrimonio dell'umanità e perché è rilevante oggi? Unisciti a noi in questo viaggio attraverso le sue molteplici sfaccettature e scopri perché Patrimonio dell'umanità merita la nostra attenzione e riflessione.
Un patrimonio dell'umanità, ufficialmente definito patrimonio mondiale, è un sito registrato nella lista del patrimonio mondiale, o nella sua accezione inglese World Heritage List, della Convenzione sul patrimonio dell'umanità. La Convenzione, adottata dalla Conferenza generale dell'UNESCO il 16 novembre 1972, si prefigge lo scopo di identificare e mantenere la lista dei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. Il Comitato della Convenzione, chiamato Comitato per il patrimonio dell'umanità, ha sviluppato dei criteri precisi per l'inclusione dei siti nella lista.
Secondo l'ultimo aggiornamento effettuato nella riunione del 44º Comitato per il patrimonio dell'umanità a luglio 2021, la lista è composta da un totale di 1153 siti (di cui 896 beni culturali, 218 naturali e 39 misti) presenti in 167 stati del mondo. Al 2023, l'Italia è il paese con più siti UNESCO al mondo (59 siti), seguita dalla Cina (57 siti) e da Germania e Francia (52 siti).
Dal 1992 alla lista principale si è aggiunta un'altra lista nota come Registro della Memoria del mondo che contiene le collezioni documentarie di interesse universale. A ottobre 2015 comprende 348 patrimoni registrati (tra singoli beni e complessi documentari), distribuiti in 81 paesi.
Nel 1997 è stato definito anche il concetto di patrimonio orale e immateriale dell'umanità, una proclamazione di capolavori culturali immateriali.
Nel 2001 ha visto la luce anche il concetto di patrimonio sommerso dell'umanità, ma al momento è stato ratificato solo da 14 paesi.
All'interno del lavoro dell'UNESCO, il programma MAB, L'Uomo e la Biosfera, ha fra i suoi compiti quello di identificare aree di particolare pregio ambientale e con caratteristiche antropiche peculiari alle quali viene data la qualifica di riserva della biosfera. Il programma MAB però non è formalmente parte della Convenzione sul patrimonio dell'umanità.
Al 2013, l'Unione europea conta nel complesso 367 patrimoni dell'umanità.
L'UNESCO considera la possibilità del riconoscimento di siti la cui estensione attraversa i confini degli Stati, detti quindi transfrontalieri.
Nel caso, ad esempio, delle antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d'Europa il patrimonio comprende siti in ben 18 stati, mentre in quello dell'arco geodetico di Struve il patrimonio si estende in 10 stati (alla creazione dell'arco, 1816-1855, erano solo due; sono aumentati a seguito delle vicende politiche della scandinavia, dell'impero russo e dello stato sovietico).
La nazione che ha più siti transfrontalieri è l'Italia (6), mentre l'Italia e la Svizzera sono quelle che ne hanno di più in comune (3).
Fino alla fine del 2004, ci sono stati sei criteri per i beni culturali e quattro criteri per il patrimonio naturale. Nel 2005 questo è stato modificato in modo che ci sia solo una serie di dieci criteri. Siti designati devono essere di "eccezionale valore universale" e soddisfare almeno uno dei dieci criteri.
Dal 1992 le interazioni tra uomo e ambiente sono riconosciute come paesaggi culturali.
Nazioni con almeno 10 patrimoni riconosciuti dall'UNESCO. Legenda:
nazioni con 60 o più patrimoni
nazioni da 50 a 59 patrimoni
nazioni da 40 a 49 patrimoni
nazioni da 30 a 39 patrimoni
nazioni da 20 a 29 patrimoni
nazioni da 15 a 19 patrimoni
nazioni da 10 a 14 patrimoni
La scelta dei siti è stata criticata in quanto non democratica e fondata su una concezione occidentale o eurocentrica della cultura e del patrimonio.
L'indiscutibile attrattiva turistica suscitata dall'iscrizione nella lista, può rivelarsi nefasta nelle località dove manchino le strutture, le capacità e possibilità gestionali per i flussi turistici di massa.
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