Pisarei e faśö

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Pisarei e fasö
Un piatto di pisarei e fasö.
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
Zona di produzioneProvincia di Piacenza
Dettagli
Categoriaprimo piatto
RiconoscimentoP.A.T.
SettorePasta
Ingredienti principali
  • farina
  • pan grattato
  • fagioli
Un piatto di pisarei e faśö

I pisarei e faśö (pronuncia: o ) sono un piatto di pasta tipico della provincia italiana di Piacenza, tra i più conosciuti della cucina piacentina e simbolo della tradizione gastronomica locale. Si tratta di gnocchetti di farina e pangrattato conditi con un sugo a base di fagioli, lardo pesto, cipolla, carota, sedano, cotiche e - nella versione moderna - pomodoro. Antica ricetta contadina povera ma completa, ancora oggi è molto diffusa tra la gente e nei ristoranti del Piacentino e non solo.

Il piatto è stato valorizzato e disciplinato con il marchio De.Co. dall'amministrazione comunale di Piacenza.

Storia

Il piatto ha origini non confermate: alcune fonti ritengono che risalga al Medioevo, quando i monaci rifocillavano nei conventi del Piacentino i pellegrini in transito sulla Via Francigena e diretti a Roma. Un tempo erano impiegati i fagioli dell'occhio anziché i borlotti e la ricetta non prevedeva la passata di pomodoro, in quanto i fagioli borlotti ed i pomodori furono introdotti in Europa solo successivamente, dopo la scoperta delle Americhe.

Etimologia

È presumibile che a dare il nome allo gnocchetto sia la sua vaga somiglianza con un piccolo pene, che in dialetto piacentino è chiamato appunto pisarell . Il termine deriva dal verbo onomatopeico pisä, cioè urinare.

Preparazione

I pisarei sono ottenuti da un impasto di farina, pane grattugiato e acqua, che viene arrotolato a formare dei lunghi cilindri, i quali a loro volta vengono tagliati in pezzetti delle dimensioni di un fagiolo. I pezzi, a loro volta, vengono schiacciati ed arrotolati leggermente su se stessi, perché assumano la forma caratteristica.

Riconoscimenti

Su proposta della Regione Emilia-Romagna, i pisarei e faśö sono stati inseriti dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali come uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani tipici della provincia di Piacenza.

Note

  1. ^ Daniela Guaiti, Emilia Romagna - La grande cucina regionale italiana, Edizioni Gribaudo, 2010, p. 61, ISBN 88-580-0333-0.
  2. ^ Così come da norme fissate nell'Ortografia piacentina unificata in: Prontuario ortografico piacentino, L. Paraboschi e A. Bergonzi, Ed. Banca di Piacenza, Piacenza, 2016; riprese in: Piaśintein da 0. Curs ad dialëtt piaśintein Vol. I, F. Doriali e F. Columella, Officine Gutenberg, Piacenza, 2021
  3. ^ Alla scoperta di Piacenza, su guide.michelin.com, Guide Michelin. URL consultato il 17 ottobre 2019.
  4. ^ Clara Barra, Dove mangiare i pisarei e fasò a Piacenza. Gli 8 ristoranti migliori scelti dal Gambero Rosso, in Gambero Rosso, Roma, Gambero Rosso s.p.a., 17 febbraio 2024. URL consultato il 21 febbraio 2024.
  5. ^ a b Amparo Machado, Chiara Prete, 1001 specialità della cucina italiana da provare almeno una volta nella vita, Newton Compton Editori, 2015, p. 234, ISBN 88-541-8648-1.
  6. ^ AA. VV., 1000 ricette della cucina italiana Il più grande libro illustrato dedicato alla tavola del nostro paese, Rizzoli, 2010-12-10T16:55:22+01:00, ISBN 88-586-0966-2.
  7. ^ a b Valentina Bernardelli, Luigi Franchi, Atlante Alimentare Piacentino, Piacenza, Tip.Le.Co, 2007, pp. 55-56.
  8. ^ Mauro Sangermani, Le 4 stagioni del gusto [collegamento interrotto], su provincia.piacenza.it, Accademia della cucina piacentina. URL consultato il 20 novembre 2017.
  9. ^ Filmato audio (EN) Pasta Grannies, Pasta Grannies share Diego's pasta and beans recipe from Piacenza!, su YouTube, 21 febbraio 2020, a 0 min 43 s. URL consultato il 28 agosto 2022.
    « and today I'm going to do a classic dish of our tradition, which is known as pisarei e faśö. I've translated it - correctly, I think - as 'little willies and beans'. »
  10. ^ Luigi Paraboschi, Piasintinäda coi barbis. Barciacläda in piasintein, Editrice Sigem, Modena, 2000, pag. 70

Bibliografia

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