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Saint-Vincent comune | |
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(IT) Comune di Saint-Vincent (FR) Commune de Saint-Vincent | |
Saint-Vincent visto dal castello di Ussel | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Valle d'Aosta |
Provincia | Non presente |
Amministrazione | |
Sindaco | Francesco Favre (Lista civica) dall'11-9-2020 |
Lingue ufficiali | Francese, italiano |
Territorio | |
Coordinate | 45°45′N 7°39′E / 45.75°N 7.65°E |
Altitudine | 575 m s.l.m. |
Superficie | 20,57 km² |
Abitanti | 4 402 (31-12-2020) |
Densità | 214 ab./km² |
Frazioni | Amay, Biègne, Capard, Champcillien, Champ-de-vignes, Cillian, Diseille, Écrevin, Feilley, Gléréyaz, Grand-Rhun, Grun, Lenty, Lérinon, Maison-Neuve, Marc, Moron, Perrière, Petit-Rhun, Romillod, Le Ronc-Dessous, Le Ronc-Dessus, Salirod, Tensoz (Teinsod), Torrent-Sec, Valmignanaz, Valère |
Comuni confinanti | Ayas, Brusson, Châtillon, Émarèse, Montjovet |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 11027 |
Prefisso | 0166 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 007065 |
Cod. catastale | H676 |
Targa | AO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa) |
Cl. climatica | zona F, 3 053 GG |
Nome abitanti | sanvincentini (it.) sabins (fr.) |
Patrono | san Vincenzo Martire |
Giorno festivo | 22 gennaio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Saint-Vincent all'interno della Valle d'Aosta | |
Sito istituzionale | |
Saint-Vincent (pronuncia AFI: , Sèn-Veuncein o Sein Vinsein in patois, Finze in töitschu) è un comune italiano di 4 402 abitanti della Valle d'Aosta orientale. Data la sua centenaria vocazione turistica è soprannominata la Riviera delle Alpi. Si tratta del quarto comune più popoloso della regione, dopo Aosta, Sarre e il confinante Châtillon.
Il comune di Saint-Vincent si estende sul territorio circostante al capoluogo, situato a fondovalle, dalla sponda della Dora Baltea fino al Col de Joux, che lo collega con la Val d'Ayas, e al Monte Zerbion.
Il clima di Saint-Vincent è molto simile al clima di Aosta anche se meno continentale con inverni più miti e meno nevosi e estati calde ma più ventilate con possibilità di temporali pomeridiani.
Alcune incisioni rupestri sul monte Tsailleun e, poco più a valle, sul Mont des Fourches, attestano la presenza dell'uomo sul territorio già in epoca preistorica.
Da Saint-Vincent, in epoca romana, passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia.
In epoca fascista, il toponimo fu italianizzato in San Vincenzo della Fonte dal 1939 al 1945.
Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1941 e il 1943, furono internati a San Vincenzo della Fonte 107 profughi ebrei, quasi tutti giunti da Spalato il 9 dicembre 1941. Tra loro c'erano anche numerosi bambini, cui si aggiunse una neonata, nata in paese il 23 aprile 1943. Il 10 maggio 1943 il gruppo si ridusse a 33 individui, per il trasferimento di 74 internati al campo di internamento di Ferramonti di Tarsia o in alcuni casi in altra località del Centro-Nord. Dopo l'8 settembre 1943, con l'occupazione tedesca, il gruppo immediatamente si dette alla fuga. Molti trovarono rifugio in Svizzera, alcuni restarono nascosti in zona, altri ancora si diressero verso Sud incontro all'esercito alleato. Alla fine quasi tutti gli internati riuscirono a salvarsi, ad eccezione di un'anziana (morta per cause naturali il 10 ottobre 1944) e due deportati uccisi ad Auschwitz.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 marzo 1984.
«Di rosso, alla figura di San Maurizio, rappresentato in una statua di legno al naturale, accompagnata da tre crescenti montanti d'argento, uno in punta e due a destra e a sinistra della statua, al capo di nero, caricato dalla croce trifogliata d'argento; il Santo è effigiato vestito di breve tunica, con le gambe scoperte da cosciali, ginocchiere e gambiere, col capo coperto dal bacinetto, e con la sinistra lo scudo visto di profilo. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma si ispira al blasone dei nobili Mistral (o Mistralis), che vissero a Saint-Vincent tra l'inizio del XV e l'inizio del XVIII secolo: di rosso, a tre crescenti montanti d'argento. Al centro dello scudo è riprodotta la statua lignea di San Maurizio del XV secolo, attualmente conservata nel museo parrocchiale, che proviene dalla cappella del villaggio di Moron. Al santo si riferisce anche il capo con la croce mauriziana. Nero e rosso sono i colori del Ducato di Aosta e della bandiera della Regione.
Il gonfalone è un drappo di bianco.
La località possiede importanti resti romani, come il ponte sul torrente Cillian, lungo la via delle Gallie, e la grande chiesa romanica del XII secolo. Di epoca preromanica la cripta di Saint-Vincent.
La chiesa parrocchiale, consacrata a San Vincenzo e di foggia romanica risale al XII secolo. Secondo l'autorevole parere di Alfredo d'Andrade, sarebbe stata una chiesa fortificata durante il medioevo e ne mostrerebbe ancora traccia.
Saint-Vincent è diventata famosa dalla seconda metà del XIX secolo per la presenza della fonte termale scoperta da Jean-Baptiste Perret nel 1770. Lo stabilimento termale "Fons Salutis" è stato collegato da una breve funicolare al centro abitato (piazza 28 aprile). Successivamente, si ricorda la creazione di un effimero e pionieristico impianto filoviario, che dal 1920 al 1925 collega la stazione ferroviaria di Châtillon-Saint-Vincent al centro termale di Saint-Vincent, passando per il centro abitato di Châtillon.
Non lontano dal Casino de la Vallée si trova l'imponente edificio in stile Belle époque del Grand Hotel Billia, centro di attrazione turistica soprattutto negli anni cinquanta e sessanta, grazie anche alla rinomanza delle Terme di Saint-Vincent, un tempo sede del Casinò, e tutt'oggi hotel di lusso.
Della grande epoca turistica di Saint-Vincent sono testimoni anche la Villa Romolo e la Villa Quadro (fine XIX secolo).
Il Grand Hotel Billia è uno storico albergo realizzato da Stefano Billia nel 1908.
Il Palais Saint-Vincent è un palazzetto in cui hanno luogo concerti e proiezioni cinematografiche, di proprietà del Comune di Saint-Vincent. Il palazzetto è costituito da una grossa struttura geodetica. È la struttura indoor più grande della Valle d'Aosta, la seconda come struttura per concerti dopo l'Arena della Croix-Noire: offre 1.600 posti a sedere e 2.000 posti in piedi.
Oltre a numerosi concerti di artisti di fama, al Palais si sono tenute anche manifestazioni quali il Congresso internazionale di magia, che nel 2011 è stato accompagnato da una competizione in diretta su Rai Uno.
È stato inaugurato nel 1999 alla presenza di Lucio Dalla.
Saint-Vincent è stata una cittadina molto amata da Tommaso Landolfi, assiduo frequentatore della casa da gioco, tanto che lo scrittore le dedicò un articolo di viaggio per Il Mondo, ora raccolto nel volume Se non la realtà. Da questa prende anche il titolo il racconto Ottavio di Saint-Vincent.
La biblioteca comunale ha sede in via Aurora Vuillerminaz 7. Dal 5 agosto 2019 è intitolata allo scrittore torinese Primo Levi.
Dal 1946 è entrato in funzione il Casino de la Vallée.
Fa parte dell'Unité des Communes valdôtaines Mont-Cervin.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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24 giugno 1985 | 11 agosto 1990 | René Ferré | UV | Sindaco | |
11 agosto 1990 | 29 maggio 1995 | Gianfranco Castiglioni | DC | Sindaco | |
29 maggio 1995 | 8 maggio 2000 | Mario Borgio | UV | Sindaco | |
8 maggio 2000 | 9 maggio 2005 | Mario Borgio | lista civica | Sindaco | |
9 maggio 2005 | 24 maggio 2010 | Sara Bordet | lista civica | Sindaco | |
24 maggio 2010 | 11 maggio 2015 | Adalberto Perosino | lista civica | Sindaco | |
11 maggio 2015 | 10 settembre 2020 | Mario Borgio | lista civica | Sindaco | |
11 settembre 2020 | in carica | Francesco Favre | lista civica | Sindaco |
La società calcistica locale è l'"A.S.D. Saint-Vincent Châtillon Calcio", militante nel campionato di Promozione i colori sociali sono l'azzurro e il granata. Gioca le sue partite allo stadio Perucca, che ha una capienza di 3500 posti.
Il Tour de France ha avuto la città di Saint-Vincent quale sede di tappa in una occasione: nell'edizione del 1959, la 19ª tappa partì dal comune valdostano per tornare in Francia, con arrivo a Annecy e vittoria di Rolf Graf.
In questo comune si gioca sia al palet che allo tsan, entrambi sport tradizionali valdostani.