Sinclair Lewis

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Sinclair Lewis nel 1930
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la letteratura 1930

Harry Sinclair Lewis (Sauk Centre, 7 febbraio 1885Roma, 10 gennaio 1951) è stato uno scrittore e drammaturgo statunitense.

Fu il primo statunitense a ricevere il Premio Nobel per la letteratura, nel 1930, "per la sua arte descrittiva vigorosa e grafica e per la sua abilità nel creare, con arguzia e spirito, nuove tipologie di personaggi". Le sue opere sono conosciute per le loro visioni sagaci e critiche della società statunitense e dei valori capitalistici. Il suo stile è, allo stesso tempo, comico, satirico e tuttavia comprensivo.

Biografia

L'autore al centro fra Luigi Pirandello e Arnoldo Mondadori, con una dedica di Lewis all'editore del 1933

Harry Sinclair Lewis, nato a Sauk Centre in Minnesota da Edwin J. Lewis e da Emma Kermott, in giovane età cominciò a leggere libri e iniziò a tenere un diario. Sognatore, all'età di 13 anni scappò di casa cercando, senza successo, di diventare un tamburino nella Guerra ispano-americana. Nel 1908 si laureò all'Università di Yale. Cominciò la sua carriera di scrittore producendo poesia romantica, seguita poi da racconti romanzati, aventi per protagonisti cavalieri e belle donzelle. Il primo libro di Lewis ad essere pubblicato fu Hike and the Aeroplane, nel 1912, firmato con lo pseudonimo Tom Graham. Prima del 1921 aveva pubblicato sei romanzi.

Lewis era conosciuto per dare forte caratterizzazione alle donne lavoratrici moderne e per l'interesse per la razza. Alcuni dei suoi libri più famosi sono La via principale (Main Street, 1920) e Babbitt (1922). Vinse il Premio Pulitzer nel 1926 — che rifiutò — per Arrowsmith, un romanzo avente per protagonista uno scienziato idealista. Elmer Gantry (1927) è il racconto di un evangelista opportunista, se non di un ciarlatano; questo libro fu censurato a Boston e in altre città statunitensi. Anche La via principale, Babbitt, Sangue reale (Kingblood Royal), e Cass Timberlane furono presto o tardi messi al bando. Nel suo discorso alla cerimonia della consegna del Nobel, lamentò che "in America la maggior parte di noi — non solo i lettori, ma anche gli scrittori — ha ancora paura della letteratura che non è glorificazione di tutto ciò che è Statunitense, un'esaltazione dei nostri difetti così come delle nostre virtù", e che gli Stati Uniti sono "il più contraddittorio, deprimente, emozionante Paese al mondo oggigiorno".

Nel 1928 sposò la giornalista Dorothy Thompson, dalla quale, nel 1930, ebbe un figlio, Michael Lewis, che in seguito divenne attore.

Inquieto, Lewis viaggiò molto e negli anni 1920 frequentò altri artisti nel quartiere di Montparnasse a Parigi, dove venne fotografato da Man Ray. La sua ultima grande opera fu Qui non è possibile (It Can't Happen Here), un romanzo distopico di fantapolitica che narra dell'elezione di un fascista come presidente degli Stati Uniti.

L'alcol giocò un ruolo dominante nella sua vita; morì per gli effetti di un alcolismo avanzato[senza fonte] a Roma nel 1951.

La sua salma fu rimpatriata negli Stati Uniti e tumulata nel cimitero di Greenwood, nel Minnesota.

Opere

Bibliografia

  • Schorer M. Sinclair Lewis: An American life, 1961
  • Grebstei S. Sinclair Lewis, 1962
  • Dooley DJ. The art of Sinclair Lewis, 1967
  • Light M. The quixotic vision of Sinclair Lewis, 1975

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Collegamenti esterni

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