Taxi Driver

Nel mondo di oggi, Taxi Driver è un problema che continua ad acquisire rilevanza nella società. Taxi Driver ha catturato da tempo l'interesse di persone di tutte le età e background culturali. Che si tratti dei suoi impressionanti progressi tecnologici, delle sue controverse decisioni politiche o delle sue proposte artistiche innovative, Taxi Driver non smette mai di sorprendere e generare dibattito. Nel corso degli anni Taxi Driver è stato un argomento ricorrente nei media e ha suscitato l’interesse di ricercatori e accademici di varie discipline. In questo articolo esploreremo diversi aspetti di Taxi Driver, analizzando la sua influenza oggi e le possibili ripercussioni che potrebbe avere in futuro.

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Taxi Driver
Travis Bickle (Robert De Niro) in una scena del film
Titolo originaleTaxi Driver
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1976
Durata114 min
Generenoir, thriller, drammatico
RegiaMartin Scorsese
SoggettoPaul Schrader
SceneggiaturaPaul Schrader
ProduttoreMichael Phillips, Julia Phillips
Distribuzione in italianoCompagnia Edizioni Internazionali Artistiche Distribuzione
FotografiaMichael Chapman
MontaggioMarcia Lucas,
Tom Rolf,
Melvin Shapiro
Effetti specialiTony Parmelee
MusicheBernard Herrmann
ScenografiaCharles Rosen
CostumiRuth Morley
TruccoDick Smith
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

Taxi Driver è un film del 1976 diretto da Martin Scorsese, scritto da Paul Schrader e interpretato da Robert De Niro. Ambientato dopo la guerra del Vietnam a New York, tratta di un giustiziere con elementi neo-noir e da giallo psicologico.

È ritenuto dalla critica e dal pubblico come uno dei capolavori del regista e del cinema contemporaneo. Lo sceneggiatore Paul Schrader ha affermato di essersi ispirato per le tematiche del film all'esistenzialismo europeo e in particolare a La nausea di Jean-Paul Sartre e Lo straniero di Albert Camus, oltre che alla storia di Arthur Bremer, il quale tentò nel 1972 di assassinare il candidato democratico alle Presidenziali USA George Wallace. Particolarmente notevole l'interpretazione di Robert De Niro, definito dal giornalista americano Robert Kolker «l'ultimo degli eroi del noir nel mondo più noir che si possa immaginare». La giovanissima Jodie Foster vinse due BAFTA nel 1977 come Miglior attrice esordiente e Migliore attrice non protagonista (anche per Piccoli gangsters).

Il film è stato vincitore nel 1976 della Palma d'oro al 29º Festival di Cannes e fu candidato a quattro premi Oscar, inclusa la categoria di Miglior film nel 1977. L'American Film Institute lo collocò al 52º posto tra i 100 migliori film di tutti i tempi, mentre si è classificato al 17º posto nella lista dei 500 migliori film della storia secondo la rivista britannica Empire. Nel 2012 è stato inserito al 31º posto, ex aequo con Il padrino - Parte II, nella classifica dei migliori film di sempre redatta dai critici e pubblicata dalla rivista inglese Sight and Sound, mentre in quella redatta dai registi si trova al quinto posto. Nel 1994 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Trama

(EN)

«You talkin' to me? You talkin' to me?»

(IT)

«Ma dici a me? Ma dici a me?»

New York, 1975. Travis Bickle è un ventiseienne disadattato e alienato, ex Marine in Vietnam congedato da due anni, che soffre di un'insonnia cronica che lo porta a lavorare come tassista di notte, quando la città già devastata dal degrado lascia emergere il suo peggio. Di giorno passa il tempo in solitudine scrivendo un diario e guardando la televisione nel suo squallido appartamento, mentre quando esce il suo unico svago è la visione di film pornografici in sordidi cinema a luci rosse, e le sue uniche frequentazioni sono alcuni colleghi che incontra in un bar durante la pausa.

Il giovane è affascinato da Betsy, un'impiegata dello staff del senatore Charles Palantine, candidato alle elezioni e che promette grandi cambiamenti. La donna è inizialmente colpita da Travis e, dopo un breve corteggiamento, accetta un appuntamento; l'incontro, tuttavia, si risolve in un fallimento dal momento che Travis, incapace di uscire dalla sua routine, la porta in un cinema porno. A dispetto dei suoi tentativi di rimediare, Betsy si allontana da Travis e questi, disgustato dalla sua insofferenza, la affronta nel suo ufficio accusandola di essere come tutti gli altri prima di disinteressarsene definitivamente. Quando, qualche notte dopo, una giovanissima prostituta di soli tredici anni di nome Iris entra nel suo taxi cercando di fuggire dal suo protettore, Travis cerca di salvarla; la ragazza però non sembra affatto intenzionata a farsi aiutare spiegandogli successivamente che probabilmente era drogata quando aveva cercato di scappare e che il suo protettore-amante Matthew, detto "Sport", si prende molta cura di lei.

Travis, inascoltato anche quando ritiene di compiere una buona azione e sempre più solo, comincia a soffrire di gravi disturbi psicotici: decide quindi di comprare delle armi e con queste di assassinare Palantine durante un comizio poiché, secondo lui, rappresenta tutta l'ipocrisia della società; al momento di compiere l'attentato, tuttavia, Travis viene individuato dalle guardie del corpo del politico riuscendo solo con molta fortuna a fuggire. La sera stessa si reca nel palazzo dove Iris si prostituisce, provoca Matthew e gli spara all'addome: dopo essersi fermato qualche istante sulle scale, sale nella stanza della ragazza e spara all'affittacamere ferendolo venendo però a sua volta ferito da Sport, sopraggiunto alle sue spalle; Travis uccide lui, un mafioso ebreo che si trovava in stanza con Iris e infine l'affittacamere. Il giovane cerca quindi di suicidarsi, ma tutte le sue pistole non hanno più munizioni e quindi si lascia cadere sfinito sul divano, dove attende l'arrivo dei poliziotti.

Tempo dopo gli articoli di giornale e la lettera di ringraziamento dei genitori di Iris appesi al muro del suo appartamento dimostrano che la città si è accorta di lui, divenuto una sorta di eroe metropolitano, e anche Betsy sembra voler tornare sui suoi passi salendo sul suo taxi: Travis tuttavia considera quella vicenda chiusa e si allontana dopo averle offerto la corsa. Nel finale, Travis sembra innervosito da qualcosa che intravede dallo specchietto retrovisore, ma lo aggiusta e prosegue.

Particolarità e interpretazioni

Il climax della sparatoria finale era, per l'epoca, molto intenso e mantiene tutta la sua potenza visiva ancora oggi. Nel tentativo di evitare il massimo divieto della censura, Scorsese desaturò i colori della pellicola, rendendo il rosso del sangue meno appariscente. In alcune interviste rilasciate in seguito, Scorsese commentò che col tempo aveva apprezzato il cambiamento dei colori, considerandolo un miglioramento rispetto al girato originale (che non è possibile vedere perché andato perduto).

Suscitò molto scalpore, inoltre, la presenza della giovane Jodie Foster nella scena della sparatoria, considerata troppo forte per una ragazza così giovane. In diverse interviste l'attrice ha però assicurato che tutto il processo di realizzazione fu eseguito con un occhio di riguardo per lei, che non ne rimase traumatizzata e che il backstage di preparazione degli effetti speciali suscitò in lei molto interesse. L'attrice, allora quattordicenne, dovette sostenere un colloquio di quattro ore presso uno psichiatra prima di ottenere la parte. La scena forte dove Iris si accinge a slacciare i pantaloni a un Travis riluttante è interpretata dalla sorella maggiore della Foster, Connie, allora diciannovenne, sua perfetta controfigura, onde esonerarla da situazioni inadatte a un'interprete minorenne. La Foster tra l'altro non ha potuto assistere ad alcuna proiezione in una sala pubblica a causa del divieto del film ai minori.

Con gli anni si sono sviluppate diverse teorie sull'epilogo del film, secondo cui le scene finali dopo la sparatoria sono il risultato dell'immaginazione di Travis in fin di vita. Inoltre, non appena Betsy lascia il taxi a pochi fotogrammi dai crediti finali, si può sentire uno strano suono e subito dopo Travis che aggiusta nervosamente lo specchietto retrovisore. Scorsese ha commentato i momenti finali del film dicendo che il rapido sguardo quasi nevrotico di Travis allo specchietto potrebbe rappresentare la possibilità che Travis possa soffrire di nuovo di depressione e scatti d'ira in futuro. Questo finale quasi aperto è stato paragonato a quello di Arancia meccanica di Stanley Kubrick, in cui Malcolm McDowell nei panni di Alex DeLarge sembra riconquistare il suo lato sociopatico nella sua battuta finale: «Ero guarito, eccome!».

Secondo altri punti di vista il finale viene invece considerato come un epilogo letterale che appone la perfetta conclusione a Taxi Driver: «Pregni di ironia, i cinque minuti finali sottolineano la volubilità del destino. I media trasformano Travis in un eroe, mentre se egli fosse riuscito nella sua intenzione di sparare al senatore Palantine, lo avrebbero descritto come un assassino. Quando il film si chiude, il misantropo è stato trasformato in un cittadino modello – qualcuno che affronta papponi, spacciatori e gangster per salvare una giovane ragazza».

La scena più famosa del film è probabilmente quella in cui Travis fa pratica con la pistola davanti allo specchio e inizia un monologo in cui si rivolge alla sua immagine riflessa: «Ma dici a me? Ma dici a me? … Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me? Non ci sono che io qui». Questa scena è stata completamente improvvisata da De Niro; il copione infatti diceva unicamente «Travis parla a se stesso allo specchio». A Scorsese piacque così tanto che decise di tenerla nel montaggio finale. De Niro ha inoltre lavorato come tassista nei sei mesi antecedenti alle riprese, e ha studiato le malattie mentali.

Il tema dei veterani alienati è centrale nel film "Taxi Driver". Travis Bickle, il protagonista, è un veterano del Vietnam che torna a casa e si trova a lottare con il trauma della guerra e la sua difficoltà ad adattarsi alla vita civile. Questo senso di alienazione è evidente nelle sue relazioni interpersonali, nel suo lavoro come tassista notturno e nella sua visione distorta della società. Il film offre uno sguardo crudo sulla realtà dei veterani che tornano a casa dopo il servizio militare, mostrando come spesso siano trascurati dalla società e lasciati a fare i conti con il loro dolore e la loro disillusione da soli. Travis, in particolare, lotta con la sua identità e il suo scopo nella vita, trovandosi sempre più isolato e alienato dalla società che lo circonda. La rappresentazione dei veterani alienati in "Taxi Driver" offre una critica acuta delle politiche governative nei confronti dei veterani e della mancanza di sostegno e assistenza per coloro che ritornano a casa dopo il servizio militare. Il film mette in discussione il modo in cui la società tratta i suoi eroi di guerra una volta che non sono più in servizio attivo, evidenziando le sfide e le difficoltà che i veterani devono affrontare nel tentativo di reintegrarsi nella vita civile.

Produzione

Ideazione

Greil Marcus, in una intervista al The Believer (giugno/luglio 2006, p. 78), dice che Scorsese gli raccontò che la prima metà di Taxi Driver è basata sul disco Astral Weeks di Van Morrison. Paul Schrader (sceneggiatore del film) ha raccontato che fonte di ispirazione per Taxi Driver furono i diari dell'aspirante omicida di George Wallace, Arthur Bremer. Gli scritti di Bremer, pubblicati negli USA con il titolo An Assassin's Diary, affascinarono Schrader nel periodo in cui divorziò dalla moglie e andò a vivere nella propria macchina. Un'altra influenza riconosciuta da Schrader[senza fonte] è il film Sentieri selvaggi con John Wayne. In quel film, un veterano di guerra torna a casa e scopre che sua nipote è stata rapita da una banda di indiani Comanche. Ethan (John Wayne) ne intraprende una ricerca ossessiva, ignorando completamente la volontà della nipote di tornare o meno. Questa influenza è evidente nella parte finale del film quando Travis cerca di salvare Iris da Sport. Inoltre, in una scena Sport chiama Travis "cowboy" e durante il loro confronto nel finale ha sembianze che rimandano allo stereotipo del nativo americano.

Cast

Per immedesimarsi nel ruolo, Robert De Niro conseguì veramente la patente per il taxi, guidandolo per le vie di New York.

L'attrice che interpreta l'amica di Iris è Garth Avery (una vera escort ventenne all'epoca del film), originaria della California e successivamente trasferita a New York, amica dello sceneggiatore Paul Schrader, il quale si era ispirato proprio a lei per il personaggio di Iris. La famosa scena della colazione tra Iris e Travis è basata su una colazione avvenuta realmente tra Schrader e Garth. Sua unica comparsa cinematografica, Garth Avery è morta nel 1994 per complicanze legate all'AIDS.

Cameo

È Martin Scorsese a interpretare la parte del marito nevrotico che osserva sua moglie dal taxi di Travis. L'attore che doveva recitare la parte fu costretto a rifiutare a causa di un infortunio e il regista si improvvisò attore seguendo i consigli di De Niro. C'è inoltre un breve cameo di Joe Spinell, che aveva già lavorato con De Niro ne Il padrino - Parte II.

Riprese

Furono utilizzate dal regista modalità di ripresa alquanto innovative per l'epoca come quando Travis telefona e la macchina da presa si sposta al corridoio, o quando Robert De Niro è nel deposito dei taxi e l'inquadratura smette di seguirlo per soffermarsi su altri particolari. Infatti il raccordo di sguardo a semi-soggettiva, non segue tradizionalmente il protagonista nel deposito, ma la macchina da presa compie un giro panoramico, per poi ritrovare il protagonista più avanti, seguendo la teoria dello sguardo libero dell'autore introdotta da Orson Welles con Quarto potere.

Effetti speciali

La capigliatura mohawk di Robert De Niro non era vera: portava una protesi che lo faceva sembrare rasato, sulla quale erano applicati crini di cavallo

Colonna sonora

L'autore della colonna sonora è il celebre Bernard Herrmann, noto per la sua collaborazione con Alfred Hitchcock (in particolare per Psyco). Fu la sua ultima composizione, Herrmann morì prima che il film uscisse nelle sale. Taxi Driver è dedicato alla sua memoria.

Distribuzione

Le riprese si sono svolte tra il giugno e il settembre 1975. La data di uscita nelle sale statunitensi fu l'8 febbraio 1976, mentre in Italia arrivò il 27 agosto 1976.

Riconoscimenti

AFI's 100 Years

La celebre battuta del monologo allo specchio ("Ma dici a me?", "You talkin' to me?" in lingua originale) è stata inserita nel 2005 nella lista delle cento migliori citazioni cinematografiche di tutti i tempi stilata dall'American Film Institute, nella quale figura al 10º posto.

Accoglienza

La famosa scena del film, riproposta per un volantino pubblicitario

Taxi Driver fu un successo commerciale, ricevette quattro nomination al premio Oscar e fu premiato al Festival di Cannes con la Palma d'oro. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al quarantasettesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al cinquantaduesimo posto.

La critica ha indicato Taxi Driver come il primo film che, seppure indirettamente, ha raccontato l'impatto della guerra del Vietnam sui soldati che hanno combattuto nel conflitto. Lo stile di vita rude e la scelta di un impiego poco pagato e senza sbocchi evocano le esperienze di molti veterani che hanno sofferto del disturbo da stress post-traumatico, persone che hanno subito disordini mentali e fisici e che non sono state ricompensate dalla società e dal governo per quello che hanno dato durante le guerre. Una più larga interpretazione potrebbe focalizzarsi sulle ripercussioni di una forte solitudine e dell'alienazione, che inducono a incolpare dei propri demoni chi rappresenta più visibilmente le cose che si considerano sbagliate della società, fino ai percorsi che possono produrre una volontà omicida verso qualcuno.

Il film include un sottile riferimento alle operazioni militari statunitensi in Vietnam. Quando Travis decide di assassinare il senatore Palantine, si taglia i capelli in stile Mohawk. Il particolare fu suggerito dall'attore Victor Magnotta, un amico di Scorsese che ha combattuto in Vietnam e che ha una piccola parte nel film come agente dei servizi segreti. Scorsese affermò che l'attore aveva «… raccontato di alcuni tipi di soldato che penetravano nella giungla. Si tagliavano i capelli in un certo modo; sembravano dei Mohawk… era una situazione speciale, una specie di situazione da commando, e lo facevano in molti… pensammo che fosse una buona idea».

Sequel

Durante la sua intervista in Inside the Actor's Studio del 1999, Robert De Niro racconta di aver discusso con Scorsese la possibilità di fare un seguito di Taxi Driver. Secondo De Niro, entrambi erano d'accordo che sarebbe stato interessante vedere come Travis Bickle sarebbe finito 30 anni dopo. Durante l'intervista a Scorsese per lo stesso programma nel 2002, il regista ha dichiarato che non ha intenzione di realizzare il seguito di nessuno dei suoi film.


Impatto mediatico

Musica

  • La canzone Travis Bickle dei Rancid è dedicata a Taxi Driver.
  • I Clash hanno esplicitamente dedicato una canzone al film di Scorsese. La traccia si intitola Red Angel Dragnet dell'album Combat Rock e oltre a contenere intere citazioni di Bickle termina con un lamento del cantante Joe Strummer: «… one of these days I'm gonna get myself organized…». La frase è tratta da un quadretto all'interno della casa di Travis raffigurante un uomo che riposa su una sedia a dondolo.
  • Il gruppo punk Poison Idea ha composto il brano The Badge, inserendo tracce audio tratte da Taxi Driver all'inizio e alla fine del pezzo.
  • Il videoclip della canzone Fumo nell'anima dei Sud Sound System è un omaggio a Taxi Driver.
  • Nel 2021 Rkomi pubblica l'album Taxi Driver, chiaramente ispirato alla pellicola di Scorsese


Note

  1. ^ a b Elio Lucantonio, Martin Scorsese, Dino Audino Editore, 1º gennaio 2003, ISBN 978-88-86350-76-1. URL consultato l'8 febbraio 2016.
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  3. ^ (EN) Tim Dirks, Taxi Driver (1976), su Filmsite. URL consultato l'8 febbraio 2016 (archiviato il 19 aprile 2015).
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    «La sceneggiatura di Taxi Driver fu scritta prima della pubblicazione dei diari di Bremer, ma Schrader ha ammesso di conoscere la storia di Bremer e volerne inserire alcuni elementi nel film.»
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  22. ^ (EN) Robert Phillip Kolker, A Cinema of Loneliness, Oxford University Press, USA, 7 luglio 2011, ISBN 978-0-19-973888-5. URL consultato l'8 febbraio 2016.
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  28. ^ (EN) Complete National Film Registry Listing - National Film Preservation Board, su The Library of Congress. URL consultato l'8 febbraio 2016 (archiviato il 25 aprile 2016).
  29. ^ Nel doppiaggio italiano, diretto da Renato Izzo, per errore Travis dichiara di essere stato congedato nel 1963, mentre la data corretta (storicamente e per la biografia del personaggio) è il 1973 dell'originale.
  30. ^ (EN) Taxi Driver, su reelviews.net. URL consultato il 14 settembre 2014 (archiviato il 24 settembre 2015).
  31. ^ (EN) 'There was a sense of exhilaration about what we had done', su theguardian.com, 1º settembre 2004. URL consultato il 14 settembre 2014 (archiviato il 1º gennaio 2017).
  32. ^ Lo stesso libro ispirerà anche Peter Gabriel per la composizione, nel 1980, del brano Family Snapshot, presente nel terzo album (altrimenti conosciuto come Melt) dell'autore britannico.
  33. ^ Martedì 25 ottobre Taxi driver, per “Cinema alla Casa della Musica”, su lacasadellamusica.it. URL consultato il 14 settembre 2014 (archiviato il 4 marzo 2016).
  34. ^ a b c d Taxi Driver (1976) - Curiosità e citazioni, su movieplayer.it. URL consultato il 14 settembre 2014 (archiviato il 26 giugno 2015).
  35. ^ Conversations with Scorsese, Richard Schickel (2010), parte su Taxi Driver.
  36. ^ (EN) American Film Institute, AFI's 100 Years...100 Movie Quotes, su afi.com. URL consultato il 15 dicembre 2019 (archiviato il 29 febbraio 2020).
  37. ^ (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies - 10th Anniversary Edition, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014 (archiviato il 9 gennaio 2014).
  38. ^ (EN) Taxi Driver, su lib.auburn.edu. URL consultato il 9 gennaio 2007 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2007).
  39. ^ (EN) Jodie Foster - Biography, su talktalk.co.uk. URL consultato il 14 settembre 2014 (archiviato il 29 luglio 2014).

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