Teatro della crudeltà

Oggi vogliamo parlare di Teatro della crudeltà, un argomento che ha catturato l'attenzione di milioni di persone negli ultimi anni. Teatro della crudeltà è un argomento che ha generato dibattito, ispirato cambiamento e messo in discussione le norme stabilite. Fin dalla sua nascita, Teatro della crudeltà ha suscitato interesse e curiosità, è diventata fonte di ispirazione e motivo di riflessione. Nel corso della storia, Teatro della crudeltà ha svolto un ruolo cruciale nella cultura, nella società e nella vita delle persone. In questo articolo esploreremo diversi aspetti di Teatro della crudeltà, dal suo impatto sulla società alle sue implicazioni nel mondo di oggi.

Il teatro della crudeltà (in francese Théâtre de la Cruauté) è una forma di teatro ideata da Antonin Artaud nei primi trent'anni del Novecento e descritta nel Primo manifesto del teatro della crudeltà del 1932 e poi nell'opera Il teatro e il suo doppio. Col termine crudeltà non si fa riferimento al sadismo o al dolore, ma al sacrificio di qualunque elemento non concordante al fine della rappresentazione.

Storia

Artaud riteneva che il testo avesse finito con l'esercitare una tirannia sullo spettacolo, e in sua vece spingeva per un teatro integrale, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, immagine e parola. Fu fonte di ispirazione per coloro che giunsero in seguito, come per esempio le esperienze del Living Theatre e di Jerzy Grotowski e del terzo teatro. Scrisse che:

«Il teatro è prima di tutto rituale e magico (...) non è una rappresentazione. È la vita stessa in ciò che ha di irrappresentabile.»

In un manifesto apparso sulla Nouvelle Revue Française dell'ottobre 1932, afferma che "non si può continuare a prostituire l'idea di teatro, poiché il suo valore risiede esclusivamente in un rapporto magico e atroce con la realtà e con il pericolo". Spezzando la subalternità del teatro al testo, dovrebbe creare "una metafisica della parola, del gesto e dell'espressione, al fine di strapparlo alle pastoie psicologiche e sentimentali".

Rifiutando la priorità occidentale del teatro di parola, con il teatro della crudeltà, Artaud cercava – anche grazie allo stimolo di interlocutori come René Daumal, Jean Paulhan, André Rolland de Renéville (1903-1962), con i quali scambiò lettere e opinioni – di sovvertire lo spettacolo inteso come risultato estetico o comunicativo, verso una verità totale, contrapponendo agli attori gli agiti, non più interpreti di personaggi, ma ministri di forze, come sciamani, disinteressati all'arte e alla rappresentazione, verso un teatro che sia in tutto e per tutto azione.

In qualche modo la visione artaudiana avrà influenza anche al di là del teatro, nel cinema e in letteratura.[evasivo, cosa si intende?]

Note

  1. ^ Citato in Umberto Artioli e Francesco Bartoli, Teatro e corpo glorioso. Saggio su Antonin Artaud, Milano, Feltrinelli, 1978, p. 123.
  2. ^ Jacques Derrida, prefazione in Artaud, 1968, p. IX
  3. ^ Artaud, 1968, p. 204.
  4. ^ Artaud, 1968, p. 205.
  5. ^ Franco Ruffini, I teatri di Artaud. Crudeltà, corpo-mente, Bologna, Il Mulino, 1996, p. 116.

Bibliografia

  • Antonin Artaud, Il teatro e il suo doppio, Torino, Einaudi, 1968.
  • Fabrizio Cruciani, Registi, pedagoghi e comunità teatrali nel Novecento, Roma, Editori & Associati, 1995.
  • Franco Ruffini, I teatri di Artaud. Crudeltà, corpo-mente, Bologna, Il Mulino, 1996, p. 116.

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