Ur (continente)

Nel mondo di oggi, l'argomento Ur (continente) è qualcosa che genera molto interesse e dibattito. Conosciuto per il suo impatto in diversi ambiti, Ur (continente) è stato oggetto di studio e analisi da parte di esperti, accademici e professionisti di diversi ambiti. Dalle sue origini fino ai suoi effetti sulla società odierna, Ur (continente) ha suscitato l'interesse di molte persone e ha generato importanti riflessioni sulla sua importanza e attualità nel mondo contemporaneo. In questo articolo approfondiremo l'entusiasmante mondo di Ur (continente), esplorandone le molteplici sfaccettature e offrendo una visione globale del suo significato e significato. Unisciti a noi in questo viaggio alla scoperta e alla conoscenza di Ur (continente)!

Ur è uno dei più antichi continenti che si ipotizza si sia formato nell'Archeano, circa 3 Ga (miliardi di anni) fa.

Il nome di questo ipotetico continente non ha attinenza con l'antica città mesopotamica di Ur né con la biblica Ur patria del patriarca Abramo; deriva invece dal prefisso tedesco ur- che attribuisce il significato di "antico", "originario", "ancestrale" al vocabolo (Kontinent) che lo segue. Il continente Ur è stato ipotizzato dal geologo John Rogers nel 1996 principalmente sulla base di studi eseguiti nel Subcontinente indiano e in Australia.

Nel primo periodo della sua esistenza, Ur fu probabilmente l'unico continente sulla Terra; non si trattava tuttavia un supercontinente (come la Pangea), ma un insieme di terre emerse di limitata estensione, grande probabilmente come l'attuale Australia.

Circa 500 Ma (milioni di anni) dopo emerse Arctica e, dopo altri 500 Ma, si formarono altri due continenti: Baltica e Atlantica. Ur, Arctica, la Baltica e Atlantica si unirono tra di loro circa 2 Ga fa per formare il primo supercontinente: Columbia. Dopo altri 300 Ma i continenti tornarono nuovamente a separarsi e rimasero separati per almeno altri 400 Ma, quando si unirono dando origine a un nuovo supercontinente, Rodinia. Anche Rodinia si frantumò (circa 750 Ma), ma dopo circa 100 Ma nacque Pannotia, un nuovo supercontinente. Dopo appena 60 Ma anche Pannotia si divise in quattro continenti ( Laurentia, Baltica, Siberia e Gondwana) che a loro volta si ricombinarono, dando vita alla Pangea. Ur sopravvisse per molto tempo finché, circa 208 Ma di anni fa, si spezzò in Laurasia e Gondwana a seguito della suddivisione della Pangea. Oggi, residui di Ur si ritrovano in Africa, Australia, Madagascar e nel Subcontinente indiano.

Storia dell'evoluzione di Ur

  • Circa 3 miliardi di anni fa, nasce Ur, l'unico continente della Terra
  • Circa 2,5 miliardi di anni fa, nasce il continente Arctica
  • Circa 2 miliardi di anni fa, si formano Baltica e Atlantica
  • Circa 1,8 miliardi di anni fa, Arctica, Baltica e Antartica si uniscono per formare Columbia
  • Circa 1,5 miliardi di anni fa, i continenti si separano
  • Circa 1,1 miliardi di anni fa, i continenti si uniscono per formare Rodinia
  • Circa 750 milioni di anni fa, i continenti si separano nuovamente
  • Circa 660 milioni di anni fa, si forma un nuovo supercontinente Pannotia, che più tardi si dividerà
  • Circa 300 milioni di anni fa, Ur è parte del supercontinente Pangea
  • Circa 208 milioni di anni fa, Ur si divide, con porzioni in Laurasia e altre in Gondwana
  • Circa 65 milioni di anni fa, si staccarono la parte africana e quella indiana di Ur
  • Attualmente, residui di Ur si ritrovano in Australia e Madagascar.

Note

  1. ^ Rogers, John J., A history of continents in the past three billion years, in Journal of Geology, vol. 104, n. 1, 1996, pp. 91-107.
  2. ^ Zhao, G.C., Sun, M., Wilde, S.A., Li, S.Z, Assembly, accretion and breakup of the Paleo-Mesoproterozoic Columbia Supercontinent: Records in the North China Craton, in Gondwana Research, vol. 6, n. 3, 2003, pp. 417-434.
  3. ^ Torsvik, Trond H., The Rodinia jigsaw puzzle (PDF), in Science, vol. 300, 2003, pp. 1379-1381. URL consultato il 26 febbraio 2008.
  4. ^ John J.W. Rogers, M. Santosh, Supercontinents in Earth history, in Gondwana Research, vol. 6, n. 3, 2003, pp. 357-368.

Altri progetti

Collegamenti esterni