Nel mondo di oggi, Verbo ausiliare ha acquisito grande rilevanza in diverse aree. Che si tratti di politica, tecnologia, economia o società in generale, Verbo ausiliare è diventato un argomento di costante interesse e dibattito. L'importanza di Verbo ausiliare risiede nel suo impatto sulla vita quotidiana delle persone, nonché nella sua influenza sullo sviluppo e sull'evoluzione di diversi aspetti della società. In questo articolo daremo uno sguardo approfondito al ruolo che Verbo ausiliare gioca nelle nostre vite, esplorandone le implicazioni e le conseguenze in diversi contesti.
Un verbo ausiliare (dal latino verbum auxiliare) è un verbo utilizzato in combinazione ad un altro per dare un particolare significato della forma verbale. Questo è evidente, in italiano, nella formazione di tempi composti come il passato prossimo o il trapassato prossimo:
Si tratta delle forme dei verbi fare ed andare; questi sono coniugati con l'ausilio dei verbi avere (ho fatto) ed essere (ero andato).
Tra verbi ausiliari e non ausiliari non esiste una netta demarcazione. Esistono infatti forme di transizione ed in quanto segue, si riportano alcuni esempi:
Diverse lingue come lo spagnolo, l'inglese o il napoletano preferiscono utilizzare soltanto il verbo avere per la formazione dei tempi composti simili al passato prossimo.
Essenzialmente sono considerati come ausiliari in italiano i verbi essere ed avere. Il primo è usato anche per la costruzione del passivo (la torta è stata mangiata) e per la formazione dei tempi composti al riflessivo (mi sono alzato).
La scelta dell'ausiliare tra avere ed essere per la formazione della forma attiva dei tempi composti italiani è una questione ampiamente discussa nella grammatica dell'italiano. Se la grammatica tradizionale ha potuto spiegare in maniera convincente che un verbo transitivo è coniugato con avere, la questione della scelta dell'ausiliare per i verbi intransitivi è controversa, il che ha portato alcuni grammatici a stilare delle liste con la relativa indicazione dell'ausiliare da scegliere: io ho camminato, ma io sono partito (vedi sezione collegamenti esterni).
Lo stesso dilemma si pone nella grammatica del tedesco e del francese, che come l'italiano utilizzano essere o avere per la formazione del passato composto (mentre lo spagnolo e l'inglese, appunto, utilizzano un unico ausiliare). La scelta tra i due verbi segue criteri molto simili in italiano, francese e tedesco, laddove nel caso dei verbi di movimento si tende a preferire essere. In un confronto con il francese e il tedesco, l'italiano si distingue per un uso più generoso di quest'ultimo ausiliare; si riportano qui alcuni verbi tra i più frequenti: Il viaggio è durato cinque giorni; il volo è costato troppo; i soldi sono bastati; mi sei mancata; l'albergo mi è piaciuto.
Essere e avere non sono gli unici verbi usati come ausiliari della lingua italiana. È utilizzato anche il verbo venire al posto di essere nella forma passiva dei tempi semplici, per esempio viene chiamato al posto di è chiamato. Il verbo andare, combinato al passivo, indica una necessità: il direttore va chiamato equivale a il direttore deve essere chiamato.
Qualche perplessità può nascere nella scelta dell'ausiliare coi verbi servili (ma più in generale in tutti i casi verbi che reggano direttamente un infinito) nella composizione dei tempi composti; in generale è consigliato usare l'ausiliare proprio del verbo retto (negli esempi sottolineato), ma sviscerando la casistica emerge un quadro normativo decisamente più complesso e allo stesso tempo più elastico di quanto non sembri:
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