Vocale

Il mondo è pieno di misteri e sorprese e Vocale è uno di questi. In questo articolo esploreremo a fondo tutto ciò che Vocale ha da offrire, dalle sue origini al suo impatto sulla società odierna. Con un approccio multidisciplinare, esamineremo diverse prospettive e opinioni su Vocale, al fine di ottenere una visione completa e arricchente. In queste pagine scopriremo le influenze di Vocale nella cultura, nell'ambiente, nella politica e nella scienza, offrendo uno sguardo oggettivo e critico che ci permette di riflettere sulla sua importanza nel mondo contemporaneo.

Vocali
Anteriori Quasi anteriori Centrali Quasi posteriori Posteriori
Chiuse
i • y
ɨ • ʉ
ɯ • u
ɪ • ʏ
ɪ̈ • ʊ̈
ɯ̞̈ • ʊ
e • ø
ɘ • ɵ
ɤ • o
 • ø̞
ɤ̞ • 
ɛ • œ
ɜ • ɞ
ʌ • ɔ
æ • 
a • ɶ
ä • ɒ̈
ɑ • ɒ
Quasi chiuse
Semichiuse
Medie
Semiaperte
Quasi aperte
Aperte
Quando due simboli appaiono in coppia, quello a sinistra rappresenta
una vocale non arrotondata, quello a destra una vocale arrotondata.
Per quelli situati al centro, la posizione delle labbra non è specificata.
Vedere anche: IPA, Consonanti

In fonetica, la vocale è un fono che ha come realizzazione prevalente un vocoide. La parola vocale deriva dal latino vocalis, che significa in senso ampio 'relativa alla voce', 'parlante', 'che parla', e quindi 'dotato di voce', 'sonoro'. Dal punto di vista articolatorio, una vocale è un suono prodotto mediante la vibrazione delle corde vocali, emesso senza frapporre ulteriori ostacoli al flusso dell'aria così fatto risuonare. Le vocali vengono classificate in base a tre parametri:

  • La posizione della lingua sull'asse verticale distingue tra vocali alte, medio-alte, medie, medio-basse, basse (vedi altezza vocalica). Le vocali medie sono prodotte con la lingua in posizione di riposo (la stessa che essa ha quando non si parla o si respira normalmente).
  • La posizione della lingua sull'asse orizzontale distingue tra vocali anteriori (o palatali), centrali (o prevelari), posteriori (o velari). Le vocali centrali sono prodotte con la lingua in posizione di riposo.
  • La posizione delle labbra distingue tra vocali arrotondate (con protrusione delle labbra) e non arrotondate (cioè distese), secondo il tratto della procheilia.

Le vocali possono poi essere ottenute con o senza passaggio dell'aria dalle fosse nasali (vocali nasali).

Esempi di vocale sono: /a/, /ɛ/, /e/, /i/, /o/, /ɔ/, /u/, /ə/, /œ/, /ʊ/, /ʌ/ ecc.

Per fare l'esempio delle vocali atone nella fonologia della lingua italiana, si hanno le seguenti progressioni:

Tipi di vocale

Oltre ai tre parametri già menzionati (altezza, anteriorità-posteriorità, procheilia), a seconda delle loro caratteristiche, le vocali possono essere:

  • orali (per esempio le vocali dell'italiano) o nasali (per esempio nella pronuncia milanese o francese di Milan), a seconda che il velo palatino sia alzato o abbassato, impedendo o permettendo il passaggio dell'aria dalle fosse nasali;
  • anteriori (per esempio o ) (dette anche vocali palatali), centrali (per esempio ) o posteriori (per esempio o ) (dette anche vocali velari), a seconda della posizione della lingua;
  • aperte (o "basse") o chiuse (o "alte"), a seconda della posizione della lingua nella cavità orale e dell'angolo intermascellare: quando la vocale è bassa, la bocca è più aperta; quando è alta, la bocca è più chiusa. È possibile osservare diversi gradi di apertura delle vocali: alcune lingue (ad esempio l'arabo) distinguono solo due gradi: vocale aperta /a/, vocali chiuse /i/ e /u/; l'italiano standard ha quattro gradi di apertura: vocale aperta (o bassa) /a/, vocali semiaperte (medio-basse) /ɛ/ e /ɔ/ (<e> ed <o> aperte), vocali semichiuse (medio-alte) /e/ e /o/, vocali chiuse /i/ e /u/ (il sardo ha un grado di apertura in meno, essendo privo delle vocali <e> ed <o> aperte, per questo la sua pronuncia appare "cupa" agli italofoni; il siciliano invece ha due gradi di apertura in meno, essendo privo delle vocali <e> ed <o> chiuse);
  • arrotondate (o "procheile") o non arrotondate ("aprocheile"), a seconda che nell'articolazione intervenga o meno un arrotondamento delle labbra. In italiano sono arrotondate le vocali posteriori (o, ɔ e u) mentre non lo sono le altre. Vi sono lingue in cui una vocale anteriore può essere arrotondata (per esempio nella pronuncia lombarda o francese di mur ), oppure una vocale posteriore può non essere arrotondata (per esempio l'inglese nella parola cup );
  • brevi o lunghe, a seconda della durata. In alcune lingue la lunghezza vocalica può avere valore distintivo. Per esempio in milanese la lunghezza vocalica distingue spesso l'infinito dei verbi dal participio passato: andà "andare" / andaa "andato".
  • vocali toniche o atone. Una vocale dicesi tonica quando su di essa cade l'accento e atona quando non è accentata.

Le vocali sono suoni prodotti senza occlusioni al flusso d'aria. Le vocali possono essere schematizzate nel triangolo vocalico, dove si ha come base la A che è la vocale più aperta mentre ai lati abbiamo la I e la U che sono le vocali più chiuse. Sul percorso dalla A alla I abbiamo la E aperta e la E chiusa, mentre sul percorso dalla A alla U troviamo la O aperta e infine la O chiusa. La stessa cosa accade nel trapezio vocalico solo che alla base abbiamo due vocali: la A aperta e la A chiusa.

Vocali anteriori

Vocali aperte e semiaperte

  • : è la a di cat in inglese britannico.
  • : è la controparte arrotondata della .
  • : è l'intermedia tra la a e la ed è la a di cat in inglese americano.
  • : è la e aperta italiana (è) di cartello.
  • : è la controparte arrotondata della , ed è la eu francese di jeune.

Vocali medie

  • : è la vocale anteriore media non arrotondata.
  • : è la versione arrotondata di .

Vocali chiuse e semichiuse

  • : è la e chiusa italiana (é) di velo.
  • : è controparte arrotondata della , è l'intermedia tra la e la y, ed è l'eu finale francese di meule e la ö tedesca di schön.
  • : è la i italiana di fine.
  • : è la controparte arrotondata della , ed è la u francese di bureau e deja-vu e la ü tedesca di für.
  • : è un vocoide intermedio tra la e la , articolata più verso il centro, ed è la i inglese di big.
  • : è la controparte arrotondata della .

Vocali centrali

Aperte e semiaperte

  • : è la versione centralizzata di , ed è la ur di purple in inglese britannico.
  • : è la versione arrotondata di .
  • : è la versione rotica di , ed è la ur di purple in inglese americano.
  • : è la versione aperta di , ed è la u di run nella RP inglese contemporanea, oppure la -er finale tedesca di Theater.
  • : è la a di gatto.
  • : è la versione arrotondata di

Medie

  • : è la vocale atona centrale, ed è la er di butter in inglese britannico o la a finale di casa in catalano.
  • : è la versione rotica di , ed è la er di butter in inglese americano.

Chiuse e semichiuse

  • : è la versione centralizzata di .
  • : è la versione centralizzata di presente in parole come goose nella RP britannica e in quegli accenti che esibiscono il fenomeno chiamato goose fronting. È la versione arrotondata di .
  • : è la versione non arrotondata di .
  • : è la versione centralizzata della , ed è la u svedese di dum.

Quasi chiuse

  • : è la vocale centrale quasi chiusa non arrotondata.
  • : è la controparte arrotondata di ɪ̈.

Vocali posteriori

Aperte e semiaperte

  • : è la a ma articolata posteriormente, cioè pronunciata dall'ugola, ed è la a inglese di father.
  • : è la versione arrotondata della ed è la o di hot dell'inglese britannico, nonché la a ungherese.
  • : è la versione non arrotondata di ed è la u di run nella RP britannica conservativa.
  • : è la o aperta italiana di cotto.

Medie

  • : è la vocale posteriore media non arrotondata.
  • : è la versione arrotondata di ɤ̞.

Chiuse e semichiuse

  • : è la versione non arrotondata della , ed è la u in molte lingue orientali. Si tratta della lettera turca ı.
  • : è la u italiana di succo.
  • : è l'intermedia tra la o e la u, ed è la oo inglese di good.
  • : è la versione non arrotondata di , ed è la u irlandese di uladh.
  • : è la o chiusa italiana di gola.

Vocali nelle sillabe

Normalmente le vocali formano il picco o nucleo di una sillaba, mentre le consonanti ne formano l'attacco e la coda. In alcune lingue, però, anche suoni che di norma non sono classificati come vocali possono formare il nucleo di una sillaba, come il fono nella parola inglese prism ("prisma"), o il fono nella parola ceca vrba ("salice"). Queste particolari "consonanti vocaliche" si chiamano contoidi intensi. Di solito tutti i segmenti che formano il nucleo di una sillaba sono chiamati "vocali", e chiaramente secondo questo criterio foni come quelli citati sopra sarebbero, almeno fonologicamente, vocali. Si noti comunque che i soli foni che possono formare il nucleo di una sillaba sono i vocoidi e i contoidi sonoranti.

Note

  1. ^ a b Nespor, Fonologia, cit., p. 35.
  2. ^ Un parametro alternativo è il grado di apertura, che misura l'ampiezza dell'angolo intermascellare. L'apertura appare però come un tratto subordinato a quello dell'altezza. Ad esempio, rimane tale anche quando è pronunciata con la bocca più chiusa, a patto che la lingua rimanga abbassata; allo stesso modo, i rimane tale anche quando è pronunciata con la bocca più aperta, a patto che la lingua rimanga alzata (cfr. Sobrero, Introduzione all'italiano contemporaneo. Le strutture, cit., p. 121, nota 18).
  3. ^ Sobrero, Introduzione all'italiano contemporaneo. Le strutture, cit., p. 121.
  4. ^ Nespor, Fonologia, cit., pp. 35-36.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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