Antonio Nanula

Nel seguente articolo approfondiremo l'entusiasmante mondo di Antonio Nanula ed esploreremo le sue molteplici sfaccettature. Dalla sua origine intrigante alle sue attuali ripercussioni, approfondiremo questo argomento per svelarne i segreti. Attraverso un'analisi esaustiva e un approccio critico, miriamo a far luce su Antonio Nanula, offrendo ai nostri lettori una visione completa e informata di questo affascinante campo. Unisciti a noi in questo tour di Antonio Nanula e scopri tutto ciò che si nasconde dietro questo enigmatico universo.

Antonio Nanula in toga da cattedratico con la Gran Croce di Cavaliere del Real Ordine del Merito Civile di Francesco I (ritratto di G. D'Onofrio)

Antonio Nanula (Barletta, 6 giugno 1780Napoli, 8 febbraio 1846) è stato un anatomista, medico e chirurgo italiano. A Napoli fu professore di anatomia applicata nel R. Istituto delle Belle Arti, direttore di diversi ospedali e chirurgo straordinario nell'Ospedale di S. Francesco di Paola. Presso questo ospedale aprì una scuola di Notomia umana e un teatro anatomico e fondò un Gabinetto di anatomia dove realizzò circa quattrocento preparazioni di reperti anatomici naturali che, donati alla R. Università degli Studi, andarono poi a costituire il nuovo Museo di anatomia generale e patologica, di cui fu direttore.

Biografia

Antonio Nanula nacque da Giuseppe Fedele, proprietario, e da Arcangiola (o Arcangela) Binetti. Compiuti i suoi primi studi a Barletta, nel Collegio dei Padri Domenicani, proseguì la sua formazione a Napoli dove si recò, appena quindicenne, «introdotto da giovine», «per apparar chirurgia nello Spedale degl'Incurabili».

Da «giovine» agli Incurabili, alla laurea dottorale a Pavia e a medico assistente a Roma

La Real Casa santa degl'Incurabili sotto gli auspici di S. Maria del Popolo, era la principale struttura assistenziale, caritativa e ospedaliera nella Napoli tra il XVIII e il XIX secolo. Era anche sede, dal 1779, di una scuola medica di ottimo livello, l'unica abilitata, assieme alla Scuola medica salernitana, a rilasciare titoli di Dottorato in medicina con relativa licenza.

Ospedale di Santa Maria del popolo degli Incurabili a Caponapoli
Il teatro anatomico di Antonio Scarpa all'Università di Pavia
Arcispedale Santo Spirito in Saxia a Roma

Presso questa scuola, Nanula apprese e fece pratica di discipline medico-chirurgiche per cinque anni, fino ai tragici avvenimenti della Rivoluzione napoletana del 1799, alla quale presero parte diversi professori e studenti di questa scuola, che furono poi oggetto della feroce repressione borbonica, seguita alla caduta della Repubblica napoletana.

Rifugiatosi a Barletta per diversi mesi, fece ritorno a Napoli solo nel dicembre del 1800, per dedicarsi alla cura dei malati dell'Ospedale dell'Annunziata.

Nel 1802 si trasferì a Pavia, attratto dalla fama dell'Università pavese che, proprio in quegli anni, era all'avanguardia per gli studi di anatomo-morfologia, di fisiologia e di chimica organica. Qui iniziò a frequentare le lezioni di anatomia e istituzioni chirurgiche di Antonio Scarpa, al quale lo avrebbe legato una lunga amicizia, e quelle del giovanissimo Giuseppe Jacopi, che, non ancora laureato, era appena stato nominato professore di fisiologia e anatomia comparata. E Nanula collaborò con Jacopi per eseguire «come felicemente si eseguì», una serie di esperimenti fisiologici.

Il 18 giugno 1804, dopo soli due anni, conseguì la laurea dottorale in Chirurgia a Pavia e, il successivo 4 luglio a Roma, venne ammesso, per pubblico esame, nell'Arcispedale di Santo Spirito in Saxia. Qui si applicò ulteriormente negli studi di medicina e di chirurgia, assistendo alle dissezioni nel teatro anatomico, frequentando le «scuole de' primari, medici e cerusici» dell'Ospedale e «osservando i vari casi di morbi operazioni e cure che in detto Ospedale alla giornata sogliono accadere».

E così, venne dapprima eletto, sempre per pubblico esame, «uno de' quattro caporali della corsia maggiore» e poi, il 13 giugno 1806, «a comune suffragio» fu nominato medico assistente dell'Arcispedale.

Sono di quel periodo due memorie, che Nanula «recitò avanti un colto pubblico... arricchite da corrispondenti preparazioni». La prima sull'anatomo-morfologia comparata dell'organo e senso dell'odorato e, la seconda, sull'organo e il meccanismo della voce dell'uomo e degli altri animali.

Nanula rimase a Roma fino all'anno successivo, quando decise di far ritorno a Napoli.

Il rientro a Napoli e la fondazione del Gabinetto e del teatro anatomico nell'Ospedale di San Francesco

Nel 1807 Nanula rientrò a Napoli «ove aprì scuola» nell’Ospedale dell'Annunziata, e alla sua scuola «concorsero... giovani vogliosi di sapere medico». Inoltre, fermamente convinto che l'anatomia dovesse essere alla base del sapere medico e che lo studio dell'anatomia non si potesse fare senza la pratica delle dissezioni, allestì «con sue private spese» un teatro anatomico «aperto indistintamente a tutti».

La ruota degli esposti nel complesso della Santa Casa dell'Annunziata di Napoli

Congiuntamente alle lezioni di anatomia, e considerata la deperibilità delle preparazioni a fresco e l'inadeguatezza didattica delle tavole anatomiche e dei modelli in cera, decise di preparare una sua privata collezione di reperti anatomici naturali, sia umani che animali, sia scheletrizzati che iniettati di sostanze coloranti o mercurio, sia normali che patologici. Per uso inizialmente della sua scuola, questi preparati sarebbero diventati il primo nucleo delle collezioni del futuro Museo di anatomia della R. Università di Napoli.

Nel 1808 fu nominato chirurgo straordinario dell’Ospedale di S. Francesco di Paola fuori Porta Capuana, detto anche Ospedale delle Prigioni, dove tenne uno Studio di Notomia e operazioni chirurgiche.

Nell'Ospedale di S. Francesco, Nanula vi trasferì la sua raccolta di preparati anatomici, che trovarono collocazione in un locale a piano terra, assieme a pochi modelli in cera provenienti dal dismesso, e poi demolito, Ospedale di S. Giacomo degli Spagnoli. Nell'ospedale aprì una scuola di anatomia umana e comparata e un'altra di medicina operatoria e, per ventisei anni, tenne le sue lezioni di sezioni anatomiche e operazioni chirurgiche. Al contempo continuò ad arricchire la sua collezione privata di reperti anatomici naturali, inoltrando contestualmente, al Ministero dell'Interno, la richiesta di costruzione di un nuovo grande teatro anatomico.

Approvata la richiesta il 18 maggio 1808, Nanula predispose il progetto che prevedeva, tra l'altro, il riutilizzo per economia degli arredi lignei del soppresso Monastero di San Marcellino da adattare, modificandoli, a scanni per il teatro.

Napoli, piazza San Francesco fuori Porta Capuana (circa il 1900). A destra la facciata del complesso di San Francesco, adibito a «prigione soccorsale ed ospedale pe' carcerati» e sede del Gabinetto di anatomia di Nanula, fino al 1845.

L'ampia sala rettangolare al piano terra dell'edificio di San Francesco, nella quale erano state inizialmente esposte le preparazioni anatomiche, divenne il Gabinetto di anatomia della Regia Università degli Studi, «a mostrare che quel grandioso Stabilimento scientifico fin dal suo nascere erasi posto sotto gli alti auspici del Real Governo». Consisteva «in una sola galleria in cui, entrandovi, alla destra vi stanno una grande quantità di scheletri, di animali interi e varie parti di essi magnificamente iniettate o conservate nell'alcool tanto nello stato normale o anormale oppure di malattia. Sulla parte sinistra vi si trovano scheletri umani o varie di loro parti od organi tanto nello stato di ordinaria o di estraordinaria conformazione oppure di alterazione patologica».

Da questa sala, attraverso due stanzette, adibite a laboratori per le preparazioni, ci si immetteva nel grande teatro anatomico che aveva però un altro suo proprio ingresso sul quale Nanula volle l'epigrafe: «SCHOLA ANATOMICA THEATRO OMNIQUE APPARATUI - ET QUIDQUID SIVE NATURA SIVE ARS - AD HUMANI CORPORIS FABRICAM - EXPLORATIUS NOSCENDAM EXlBENT INSTRUCTA»

In segno di considerazione per l'attività che andava svolgendo, Nanula fu aggregato da Ferdinando I alla Commissione d'istruzione del R. Stabilimento della Veterinaria e, successivamente, Francesco I lo nominò professore di esterna notomia descrittiva nel Real Istituto delle Belle Arti.

La direzione del Gabinetto di anatomia patologica

Nel luglio del 1833, su parere del ministro degli Affari interni Nicola Santangelo, Nanula fu nominato da Ferdinando II professore di Notomia patologica nella R. Università degli Studi e Direttore del «Gabinetto di questa parte di notomia esistente nella stessa Università», subentrando nella direzione, ma non nella cattedra, a Francesco Folinea morto il 13 giugno dello stesso anno, disponendo inoltre con «ordine sovrano», che la collezione, «fattosene l'acquisto», fosse trasferita nella R. Università per «far servire quel tesoro di conoscenze sull'uomo a pubblica utilità ed istruzione».

Seduta inaugurale del VII congresso degli Scienziati italiani

In segno di riconoscenza per gli onori ricevuti, Nanula decise di cedere invece gratuitamente la sua collezione privata, aggiungendovi anche una serie di modelli in cera, opera di Francesco Saverio Citarelli, allievo di Clemente Susini, artista ceroplastico del Museo della Specola di Firenze.

Ma tutto rimase nella vecchia sede dell'Ospedale di S. Francesco per molti anni, fino al 1845, quando i preparati anatomici finalmente «passarono da un Ospedale ove ebbero bassi natali, alla magione de' dotti, la Regia Università degli Studi».

Il trasferimento avvenne in occasione del VII Congresso degli Scienziati Italiani che si sarebbe tenuto dal 20 settembre al 5 ottobre del 1845, con il patrocinio di Ferdinando II,

In vista dell'avvenimento fu deciso infatti di riunire finalmente in un'unica sede le collezioni anatomiche, quella di Folinea del vecchio Gabinetto di anatomia patologica e quella di Nanula dell'Ospedale di San Francesco. A queste si sarebbero aggiunti poi, chiesti e ottenuti da Nanula, i reperti anatomici esistenti nel Gabinetto di clinica chirurgica, diretto allora da Cosmo Maria De Horatiis.

Chiostro dell'ex Monastero di S. Patrizia, sede del Museo di anatomia umana

Le raccolte andarono a costituire il patrimonio espositivo del nascente Museo di anatomia generale e patologica, inaugurato solennemente da Ferdinando II il 20 settembre 1845. Il Museo fu ospitato in una delle due sale (poi Salone minore) che erano state espressamente edificate, a partire dal 1842 e su disposizione di Nicola Santangelo, soprelevando il terrazzo al secondo piano del complesso ex gesuitico della Casa del Salvatore, adiacenti al Museo di mineralogia, che era ospitato, fin dalla sua fondazione il 28 marzo 1801, nell'ex biblioteca dei Gesuiti.

Nanula morì pochi mesi dopo, e la sua morte fu attribuita proprio alle fatiche dovute al trasferimento e al riordino della sua collezione. Fu sepolto nel Quadrato degli uomini illustri nel Cimitero di Poggioreale e l'incisione sulla stele funebre ricorda al «viandante» che Nanula «diede a Partenope una cosa che essa non aveva mai avuto, un famoso Museo di anatomia descrittiva, patologica, comparata».

Dopo la sua morte i locali che ospitavano il teatro e il Gabinetto anatomico dell'Ospedale di S. Francesco, passarono nelle competenze del Ministero di Grazia e Giustizia, il Museo, tra cessioni e smembramenti, rimase nella sede della Casa del Salvatore fino al 1901 quando Giovanni Antonelli, rettore dell'Università e direttore dell'Istituto e del Gabinetto di anatomia umana, ne decise il trasferimento nei locali dell'ex Monastero di Santa Patrizia.

Nel 1990 ci fu lo scorporo della Facoltà di medicina e chirurgia dall'Università degli Studi di Napoli Federico II, e l'istituzione della Seconda Università degli Studi di Napoli (poi Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, dal 22 novembre 2016). Il Museo di anatomia umana passò di competenza della nuova Università che, nel 2014, creò il MUSA, il Museo Universitario delle Scienze e delle Arti, un centro autonomo di spesa di Ateneo articolato in sezioni. Da allora, è la Sezione di Anatomia del MUSA ad accogliere, nel rinnovato Museo di anatomia umana, parte delle preparazioni di Nanula e altre collezioni del vecchio Museo di anatomia generale e patologica.

La collezione anatomica di Nanula

La collezione anatomica di Nanula è stata la prima e la più ampia raccolta sistematica di preparati anatomici naturali realizzata a Napoli, e anche la prima allestita non per soli fini didattici e di studio, ma con l'intento di «fondare in questa metropoli un museo di preparazioni anatomiche», cioè un'istituzione con un'accentuata funzione conservativa ed espositiva.

Vero è che all'epoca dell'avvio della collezione, nel 1807 all'Annunziata, esistevano a Napoli altre raccolte. C'erano quelle della scuola medica degl'Incurabili, andate poi praticamente distrutte nel saccheggio dell'ospedale il 14 giugno del 1799 ad opera dei sanfedisti, c'era quella seicentesca di Marco Aurelio Severino che, assieme a quella più recente di Domenico Cotugno, formavano la collezione notomica dell'Ospedale S. Giacomo degli Spagnoli, prima della sua demolizione. Ma si trattava di pochi oggetti anatomici preparati essenzialmente per fini didattici e non destinati a una più ampia fruizione per cui, con Severino e Cotugno non è possibile ancora parlare di museo.

La collezione di Nanula fu una invece vera collezione museale, e lo era già prima di essere esposta e solennemente inaugurata nei locali dell'Università, diventando una delle tre sole istituzioni scientifiche napoletane che ebbero, all'epoca, la denominazione di Museo.

Lo era già nel 1833 quando Ferdinando II, riconoscendone l'importanza, volle che fosse acquisita al patrimonio universitario.

In quell'occasione, ottemperando alla richiesta di Francesco Colangelo, Vescovo di Castellammare e Presidente della Pubblica Istruzione, Nanula compilò un inventario sintetico dei reperti della sua collezione, poi pubblicato nel 1834.

Secondo quanto riportato nel catalogo i preparati anatomici, normali, anomali e patologici, erano suddivisi in 384 gruppi, di cui 271 di anatomia umana e 113 di anatomia comparata, ripartiti in sezione. Le sezioni di anatomia umana erano sette: Osteologia, Miologia, Splancnologia, Nevrologia, Angiologia, Organi della riproduzione e un'Appendice, mentre due soltanto erano le sezioni di anatomia comparata: Osteologia e Sarcologia.

Nella sezione di osteologia umana, la collezione comprendeva, tra l'altro, una serie graduata di scheletri di feti normali e mostruosi; diversi scheletri montati, e moltissime ossa affette da patologie varie, quali carie, esostosi, osteomalacia, osteosarcosi, necrosi, anchilosi e fratture. La miologia era rappresentata da preparazioni di tendini e di muscoli con varie patologie, mentre diversi preparati di organi interni delle cavità toracica e addominale, costituivano la sezione di splancnologia nella quale, unica nel suo genere, era la collezione di circa duecento calcoli biliari o delle vie urinarie, svariatissimi per provenienza, forma, volume, peso e colore, e taluni piuttosto rari. La sezione di nevrologia comprendeva preparati di nervi vari del sistema centrale e periferico e gli organi di senso, mentre numerose preparazioni di arterie normali o affette da ossificazioni e aneurismi costituivano la sezione di angiologia. Infine, completavano la collezione i preparati relativi agli organi sessuali maschili e femminili sia normali che patologici e, in appendice, diverse preparazione di reperti dell'apparato tegumentario.

Particolarmente significativa tra tutte era la serie di preparazioni relativa all'utero gravido, a partire dalle prime fasi del concepimento fino al settimo mese di gravidanza. Secondo Giacomo Tommasini che, durante il suo viaggio a Napoli del 1826, aveva visitato «il gabinetto dell'illustre professore Nanula» questa serie «tiene dietro, per quanto parmi, ai rinomati lavori di Guglielmo Hunter, perché principalmente l'Università di Glasgow è famosa».

Le due sezioni di anatomia comparata includevano le più svariate specie e generi di animali scheletrizzati, tra cui scimmie, orsi, leoni, antilopi, pinnipedi e numerosi uccelli.

Incarichi, onorificenze accademiche e altri riconoscimenti

Nanula fu direttore degli ospedali di Santa Maria della Fede, di San Francesco di Paola e di Santa Maria di Loreto.

In ambito accademico, fu socio ordinario o corrispondente delle più prestigiose istituzioni scientifiche italiane e straniere. A Napoli fu socio ordinario residente dell'Accademia Pontaniana, della Società Sebezia di scienze ed arti, dell'Accademia medico-chirurgica e della Società Reale Borbonica sia dell'Accademia delle Scienze matematiche e fisiche che dell'Accademia di Belle Arti. Fu anche socio corrispondente del R. Istituto d'Incoraggiamento alle Scienze Naturali.

Inoltre fu socio corrispondente della Società italiana di scienze, lettere ed arti di Livorno, della Società delle Scienze di Siena, dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia chirurgico-anatomica di Perugia, dell'Accademia di medicina di Palermo, della Società medico chirurgica di Berlino, della Società Economica della provincia di Basilicata e della provincia di Molise, dell'Accademia Gioenia dl Scienze naturali di Catania, dell'Accademia della Civetta di Trapani, dell'Accademia di scienze, lettere, ed arti de' Zelanti di Acireale, dell'Accademia dell'Ateneo di Venezia e dell'Accademia Imperiale di medicina di Rio de Janeiro.

Inoltre, nel 1832, Nanula era stato insignito da Ferdinando II del titolo di Cavaliere di Gran Croce del Real Ordine del Merito Civile di Francesco I.

Opere

Note

  1. ^ Cfr. Armone Caruso, 2021
  2. ^ Cfr. Anonimo, 1846
  3. ^ Cfr. Provincia di Napoli. Comune di Napoli. Circondario Vicaria, Atti dello Stato civile. Atti de' Morti. Dal primo Gennajo a tutto li trentuno Dicembre mille ottocento quarantasei. Num. d'ordine 124. Antonio Nanula, a cura di Archivio di Stato di Napoli. Stato civile della restaurazione (quartieri di Napoli). Vicaria, Napoli, 1846.
  4. ^ Cfr. Anonimo, 1851, p. XLIII.
  5. ^ a b Cfr. Anonimo, 1846, p. 183.
  6. ^ Cfr. Adriana Valerio, Ospedale degli Incurabili, su Storia della Campania. Risorse in rete per la storia del territorio e del patrimonio culturale, Edizioni Clori, 2021). La scuola medica dell'Ospedale degli Incurabili era stata fondata nel 1779 per volontà di Ferdinando IV, conformemente alla ripresa degli studi scientifici avviata da Celestino Galiani, cappellano maggiore del Regno, con il suo progetto di riforma dell'Università di Napoli. L'obiettivo era quello di dotare l'università di una clinica per le esercitazioni pratiche, passando così da una impostazione umanistica dell'insegnamento della medicina a un'altra scientifico-sperimentale. La scuola era dotata, infatti, anche di un laboratorio di macchine per gli esperimenti di fisica e un teatro anatomico per l’esame dei cadaveri. Il primo direttore della scuola fu Giovanni Vivenzio, medico di camera della regina Maria Carolina d'Austria e futuro protomedico mentre, titolari delle nuove cattedre, furono nominati: Nicola Franchini, per Chirurgia; Michele Troja per Malattia degli occhi e della vescica; Domenico Ferrara, per Ostetricia, Giuseppe Saverio Poli per Fisica sperimentale e Domenico Cotugno per Anatomia. Sabato De Mauro ebbe l'incarico di incisore e preparatore anatomico (cfr. Borrelli, 2000, pp. 139-141).
  7. ^ Tra i martiri repubblicani della scuola medica degli Incurabili vi furono, tra i professori, Domenico Cirillo e Francesco Bagno e, tra gli studenti, Cristoforo Grossi, Gaspare Pucci, Giovanni Varanese (cfr. Giustino Fortunato, I giustiziati del 1779, Milano, Linea d'ombra, 1992, pp. 1-69) e Nicola Maria Neri (cfr. Bruno D'Errico (a cura di), Domenico Cirillo scienziato e martire della Repubblica Napoletana. Atti del convegno di studi tenuto in occasione del bicentenario della Repubblica Napoletana e della morte di Domenico Cirillo (29 ottobre 1799). Grumo Nevano, 28-29 ottobre 1999, collana Paesi e uomini nel tempo, Frattamaggiore, Istituto di studi Atellani, 2001, p. 36).
  8. ^ Altri maestri di Nanula a Pavia furono Alessandro Volta, Giuseppe Mongili, Luigi Valentino Brugnatelli, Giovanni Rasori, Siro Borda, Giacomo Tommasini e Vincenzo Monti (cfr. AAVV, 1846, p. 18).
  9. ^ Cfr. Venditta, 1846, p. 64.
  10. ^ Cfr. Venditta, 1846, p. 48.
  11. ^ Cfr. Venditta, 1846, p. 49.
  12. ^ Cfr. Venditta, 1846, pp. 64-65.
  13. ^ Nanula, 1805.
  14. ^ Nanula, 1806.
  15. ^ Nell'ospedale della Santa Casa dell'Annunziata era istituito un alunnato per gli studenti di medicina e di chirurgia e una scuola che, alla fine del 1700, contava cinque cattedre di materia medica. Con il decreto del 16 ottobre 1809 l'ospedale fu chiuso e, successivamente nel dicembre 1816, la Santa Casa fu destinata esclusivamente ad attività di tipo befotrofiali (cfr. Nicola Manna, Viaggio tra le cappelle dell'Ospedale SS.Annunziata, Lecce, Youcanprint, 2019, pp. 28-29).
  16. ^ Cfr. Anonimo, 1847, p. 442.
  17. ^ «Principium sermonis medici anatome est» (La prima parola per medici è l’anatomia) è l'iscrizione che Nanula avrebbe fatto incidere all'ingresso del teatro anatomico che avrebbe successivamente fondato nell'Ospedale di S. Francesco di Paola (cfr. Armone Caruso, 2021, p. 124).
  18. ^ «Quisquis enim artificiose corpora humana secare novit, eorumque singulas partes diligenter inquirit; ex iis latentium morborum causas et sedes facile intelliget, necnon accommodata remedia praescribet» (Chiunque, infatti, conosce la tecnica della dissezione dei corpi umani e ne indaga diligentemente i singoli componenti, da essi facilmente capirà le cause e le sedi delle malattie latenti e prescriverà i farmaci adatti), è l'iscrizione che Nanula avrebbe fatto incidere sulla porta di una stanzetta, adibita a deposito momentaneo dei cadaveri destinati allo scomponimento anatomico, nel teatro anatomico che avrebbe successivamente fondato nell'Ospedale di S. Francesco di Paola (cfr. Armone Caruso, 2021, pp. 123-124).
  19. ^ Cfr. Venditta, 1846, p. 65.
  20. ^ «Osservando egli la mancanza presso noi di una raccolta di preparazioni anatomico-patologiche, tanto necessaria a ben compiere l'instituzione medico-chirurgica... si diede a tutt'uomo a formarla. Ardita impresa per un solo, e con que' pochi mezzi, che oftrivagli il suo ben ristretto patrimonio, e il prodotto delle lezioni» (cfr. Anonimo, 1851, p. XLV).
  21. ^ Cfr. Anonimo, 1847, p. 442. e Torino & Papa, 2017, p. 22
  22. ^ a b c d Cfr. Barrella, 2017, p. 78.
  23. ^ L'Ospedale era anche detto delle Prigioni perché l'edificio era stato sottratto, nel 1792, all'Ordine dei Minimi di San Francesco e inglobato tra i beni del Demanio per essere destinato a «prigione soccorsale ed ospedale pe' carcerati» (cfr. Gennaro Aspreno Galante, Guida sacra della città di Napoli, Napoli, Stamp. Del Fibreno, 1872, p. 431).
  24. ^ a b Cfr. Maio, 1995, p. 212.
  25. ^ Cfr. Anonimo, 1846, p. 184. L'Ospedale di San Giacomo fu demolito nel 1819 per far posto a un nuovo edificio destinato a sede di tutti i ministeri dello Stato Borbonico.
  26. ^ Cfr. Venditta, 1846, p. 67.
  27. ^ Cfr. Armone Caruso, 2021, pp. 116-117.
  28. ^ Cfr. Armone Caruso, 2021, p. 118.
  29. ^ Cfr. Armone Caruso, 2021, p. 123.
  30. ^ Cfr. Carmelo Maravigna, Gabinetto di notomia comparata e patologica del cav. Nanula, in Relazione del viaggio in Francia al Congresso scientifico di Clermont-Ferrand nell'anno 1838, traversando il Regno di napoli, la Romagna, la Toscana, l'alta Italia, il Piemonte, la Savoja e la Svizzera, del Dott. Carmelo Maravigna, Napoli, Stamperia Reale, 1840, pp. 270-271.
  31. ^ «Scuola anatomica fornita di un teatro e di ogni apparato e tutto ciò che la natura o l’arte offrono per conoscere più approfonditamente la struttura del corpo umano» (cfr. Armone Caruso, 2021, p. 125).
  32. ^ In pratica, Anatomia applicata alle belle arti (cfr. Real Istituto di belle arti e scuoia elementare di disegno per gli artieri, in Almanacco della Real Casa e Corte per l'anno bisestile 1828, Napoli, Stamperia Reale, 1828, p. 121).
  33. ^ Cfr. Venditta, 1846, p. 66.
  34. ^ Cfr. Antonino Parisi, Annuario storico del Regno delle Due Sicilie, dal principio del Governo di Re Ferdinando II Borbone, Napoli, Tip. Trani, 1838, p. 141. Il Gabinetto anatomico nasceva, nel 1816, con il trasferimento nell’antico ex Collegio massimo dei Gesuiti, sede della R. Università di Napoli dal 1777, della collezione notomica del dismesso Ospedale di S. Giacomo degli Spagnoli. Alla collezione si aggiunsero, successivamente, i preparati didattici di Domenico Cotugno, titolare dal 1766 della cattedra di Notomia (anatomia descrittiva e patologica). Nel 1822, alla morte di Domenico Cotugno, gli subentrò Francesco Folinea, titolare dal 1812 della Cattedra di fisiologia del Collegio medico-cerusico. Folinea, grazie al permesso accordatogli dal presidente della Commissione di Pubblica Istruzione, il principe di Cardito Ludovico Venceslao Loffredo, aveva avviato nel 1818 un Gabinetto di anatomia patologica, quando era stato chiamato a supplire Cotugno gravemente ammalato che, invece, aveva sempre osteggiato il proposito di Folinea. Al subentro, nel 1822, il Gabinetto, rinominato Gabinetto di anatomia generale e patologica, fu annesso alla cattedra di Anatomia patologica da Folinea che ne divenne il primo direttore, fino alla sua morte, il 12 aprile 1833 (cfr. Barrella, 2018, p. 78 e Torino & Papa, 2017, p. 23).
  35. ^ a b Cfr. Nobile, 1855, p, 1123.
  36. ^ Cfr. Annuario storico, 1838, p. 142.
  37. ^ Nell'Ospedale di San Francesco, a ricordo della donazione fatta da Nanula, fu apposta una lapide marmorea a destra della seconda porta dopo il primo atrio, con una iscrizione in latino di Bernando Quaranta (cfr. Armone Caruso, 2021, p. 130).
  38. ^ a b Cfr. Torino & Papa, 2017, p. 23.
  39. ^ a b Cfr. Venditta, 1846, p. 68.
  40. ^ La sala più grande (Salone maggiore) fu destinata al Museo zoologico (Botte e Scillitani, 1999, p. 146).
  41. ^ a b Cfr. Armone Caruso, 2021, pp. 127-128.
  42. ^ Cfr. Armone Caruso, 2021, pp. 133-134.
  43. ^ Con la legge del 16 febbraio 1861, sull'istruzione superiore nelle province meridionali (c.d. legge Imbriani), ci fu un riassetto della R. Università di Napoli e della Facoltà di Scienze naturali. La cattedra di Anatomia generale e patologica venne suddivisa in Anatomia normale o umana (assegnata a Gennaro Barbarisi), Anatomia patologica (assegnata a Pietro Ramaglia) e Anatomia comparata (assegnata a Paolo Panceri). Di conseguenza, il Museo di anatomia generale e patologica venne suddiviso in tre sezioni, associate alle rispettive cattedre. Solo il Gabinetto di anatomia umana rimase nel salone adiacente al Museo zoologico. I reperti attinenti all'anatomia comparata, comprendenti le raccolte osteologiche di Nanula, e quelle approntate poi dal suo successore Stefano delle Chiaje, furono ceduti da Barbarisi al Gabinetto di anatomia comparata di Paolo Panceri. Qui andarono a costituire, assieme alle numerose preparazioni di Sebastiano Richiardi, relative ai sistemi circolatorio vegetativo e riproduttivo, il primo nucleo del nuovo Museo, inizialmente ospitato in due ampie sale, al terzo piano del complesso monumentale della Casa del Salvatore, messe a disposizione dal fisiologo Giuseppe Albini, direttore del Gabinetto di Fisiologia sperimentale (cfr. Botte & Scillitani, 1999, pp. 150-151 e Napoli. Università e Stabilimenti che ne dipendono, in Annuario dell'Istruzione Pubblica per l'anno scolastico 1861-62, Torino, Tip. Scolastica di Seb. Franco & Figli, 1861, pp. pp. 447-448).
  44. ^ a b Cfr. MUSA, s.d.
  45. ^ a b Cfr. Spadaccini, 1995, p. 371.
  46. ^ Cfr. Anonimo, 1851, p. XLV.
  47. ^ Altre preparazioni anatomo-patologiche dovevano trovarsi in collezioni private, prima tra tutte quella di Domenico Cirillo che «ereditò da suo zio Sante un museo preziosissimo di storia naturale che parte avea fatto del tanto famoso museo dell’Imperato e che Sante e Domenico considerevolmente arricchirono». Il museo, l'erbario e la biblioteca furono dati alle fiamme durante il saccheggio sanfedista della villa di Cirillo 13 giugno 1799 (cfr. Camillo Minieri Riccio, Cirillo (Domenico), in Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli, Tip. Dell'Aquila di V. Puzziello, 1844, p. 101).
  48. ^ Nanula, 1834.
  49. ^ La sezione di osteologia comprendeva le Ossa allo stato naturale (scheletri di feti, scheletri di adulti, teschi, ossa particolari); ventiquattro gruppi di Ossa particolari; undici gruppi di Anomalie delle ossa e sessantuno gruppi di Ossa allo stato patologico. La sezione di miologia comprendeva un solo gruppo con una preparazione in alcol dei tendini dei muscoli flessori lunghi delle dita del piede destro. La sezione di splancologia comprendeva dieci gruppi di Visceri del petto in istato patologico; dodici gruppi di Anomalie de' visceri del basso ventre e ventiquattro gruppi di Visceri del basso ventre allo stato patologico. La sezione di nevrologia comprendeva otto gruppi di Nervi, ed organi del gusto e della vista in istato naturale e dieci gruppi di Nervi, ed organi e della vista in istato patologico. Nella sezione di angiologia erano presenti undici gruppi di Arterie allo stato naturale; sei ruppi di Anomalie delle arterie e sei gruppi di Arterie allo stato patologico. La sezione di organi riproduttivi era composta da cinque gruppi di Parti genitali virili in istato patologico; tre gruppi di Parti genitali muliebri in istato naturale; trentuno gruppi di Uova, embrioni, feti ed utero gravido nello stato naturale; ventidue gruppi di Feti mostruosi; otto gruppi di Parti genitali muliebri nello stato patologico e sei gruppi di Membrane del sacco dell’amnios, placenta, embrione e feti in istato patologico L'appendice comprendeva cinque gruppi di Cute normale e patologica (cfr. Armone Caruso, 2021, pp. 130-131).
  50. ^ La sezione di osteologia era composta da 24 gruppi di Scheletri di animali vari; sei gruppi di Scheletri mostruosi e tre gruppi di Ossa allo stato patologico. La sezione di sarcologia comprendeva trenta gruppi di Organi diversi nello stato naturale; dodici gruppi di Organi genitali femminili, feti ed uova in istato naturale”; quindici gruppi di Mostri e quattordici gruppi di Organi diversi nello stato patologico e pro-dotti morbosi (cfr. Armone Caruso, 2021, pp. 130-131).
  51. ^ Cfr. Nobile, 1855b, pp.1123-1124.
  52. ^ , il quale spinto da proprio genio ed a proprie spese ha raccolto, e va raccogliendo quanto d'istruttivo e di maraviglioso gli han somministrato e van somministrandogli le dissezioni anatomiche-patologicheCfr. Venditta, 1846, p. 45.
  53. ^ Notevoli, tra gli altri, erano gli scheletri montati di un Cercopithecus sp. Linnaeus, 1758, di un Ursus arctos Linnaeus, 1758, di un Felix leo Linnaeus, 1758, di un'Antilope dorcas Pallas, 1767, di un'Aquila chrysaethos Linnaeus, 1758, di un Bubo atheniensis Linnaeus, 1758, di un Vultur fulvus Brisson, 1760 e di un Pavo cristatus Linnaeus, 1758 (cfr. Nanula, 1834).
  54. ^ Cfr. Nanula, 1839b, frontespizio.
  55. ^ Eletto nella tornata del 30 novembre (prima elezione) e del 26 dicembre 1828 (seconda elezione).
  56. ^ Eletto nella tornata dell'11 aprile 1818.
  57. ^ Eletto nella tornata del 5 agosto 1820.
  58. ^ Eletto nella tornata del 2 luglio 1823
  59. ^ Eletto nella tornata del 24 agosto 1832.
  60. ^ Eletto nella tornata del 5 luglio 1810.
  61. ^ Eletto nella tornata del 15 settembre 1812.
  62. ^ Eletto nella tornata del 3 luglio 1824.
  63. ^ Eletto nella tornata del 26 aprile 1825.
  64. ^ Eletto nella tornata del 3 maggio 1827.
  65. ^ Eletto nella tornata del 29 gennaio 1830.
  66. ^ Eletto nella tornata 12 agosto 1830.
  67. ^ Eletto nella tornata del 27 gennaio 1832.
  68. ^ Eletto nella tornata del 15 gennaio 1833.
  69. ^ Eletto nella tornata del 26 gennaio 1833.
  70. ^ Eletto nella tornata del 5 dicembre 1838.
  71. ^ a b Eletto nella tornata del 6 marzo 1839.
  72. ^ Eletto nella tornata del 20 settembre 1843.
  73. ^ Cfr. Venditta, 1846, pp. 49-50.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni