Calembour

Nel mondo di oggi, Calembour è diventato sempre più rilevante. Che sia per il suo impatto sulla società, per la sua influenza sulla cultura popolare o per la sua rilevanza in campo scientifico, Calembour è diventato un argomento di interesse generale per un ampio spettro di pubblico. In questo articolo esploreremo argomenti legati a Calembour, analizzandone l'importanza, le sue implicazioni e la sua evoluzione nel tempo. Dalle sue origini ad oggi, Calembour è stato oggetto di dibattito, controversia e fascino, e nelle righe che seguono cercheremo di fare luce su questo argomento così attuale nel mondo contemporaneo.

Calembour è un termine originario della lingua francese, che indica un particolare gioco di parole, basato sull'omofonia di parole che si pronunciano in maniera identica o simile ma hanno significato diverso.

Definizione

La parola calembour indica un particolare gioco di parole, basato sull'omofonia di parole che si scrivono in maniera identica o simile ma hanno significato diverso. Un altro sistema per ottenere un calembour è quello di collocare le parole in una frase in modo che l'ultima sillaba della prima parola insieme alla seconda parola ne formi una terza, di un certo significato. Vi sono anche calembour basati sulla polisemia o omonimia di alcune parole: la frase "siamo soli" può voler dire "siamo in solitudine" oppure "siamo astri splendenti".

Fanno parte dei calembour anche i kakemphaton (dal greco κακέμφατος, "che suona male").

Il calembour nella storia

Anche nei geroglifici dell'antico Egitto sono stati individuati dei calembour, favoriti anche dall'abbondanza di caratteri usati (circa ottocento) e dalla loro somiglianza. Freud riteneva il calembour un'arguzia legata a un gioco di parole, ovvero un modo privilegiato di manifestarsi dell'inconscio.

Il calembour come strumento di comunicazione

Viene utilizzato come strumento di comunicazione da scrittori, attori comici, fredduristi, barzellettieri, pubblicitari (si pensi ad: «Alitalia - Vi voliamo bene»), titolisti, giornalisti, comizianti, manifestanti ed enigmisti. Si tratta di un tipo di comunicazione "bidirezionale", perché, nel creare frasi equivoche e allusioni, si vuole attirare l'attenzione del lettore o dell'ascoltatore attraverso una sua partecipazione interpretativa. Anche nel cosiddetto "marketing politico" viene spesso usata la tecnica del calembour, che (facendo leva sul pathos) risulta più efficace di tanti discorsi che invece fanno leva sul logos (Migliorini 1963).

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