Carnevale di Mamoiada

Nel mondo di oggi, Carnevale di Mamoiada è un argomento che continua a generare interesse e dibattito. Che sia per il suo impatto sulla società, per la sua rilevanza nella storia o per la sua influenza sulla cultura popolare, Carnevale di Mamoiada rimane un argomento di grande importanza oggi. Nel corso degli anni è stato studiato e scritto molto su Carnevale di Mamoiada e la sua rilevanza non è diminuita minimamente. Dalle sue origini fino alle sue implicazioni nel mondo moderno, Carnevale di Mamoiada continua ad essere oggetto di studi e ricerche in diverse discipline. In questo articolo esploreremo diversi aspetti di Carnevale di Mamoiada e la sua importanza nel mondo di oggi.

Voce principale: Mamoiada.
Sfilata di mamuthones e issohadores

Il Carnevale di Mamoiada è "uno degli eventi più celebri del folclore sardo" . Le sue maschere sono:

  • I Mamuthones: uomini col viso ricoperto da una maschera nera dai rozzi lineamenti, vestiti con pellicce scure e provvisti di campanacci appesi sulla schiena. Fanno la prima apparizione il 17 gennaio in occasione della festa di sant'Antonio, subito dopo per la domenica e il martedì del carnevale mamoiadino; oggi sono anche attrazione di molte feste folkloristiche di altri paesi dell'isola e nel mondo.
  • Gli Issohadores: uomini vestiti in corpetto rosso, maschera bianca, sa berritta (copricapo), cartzas (o cartzones, pantaloni bianchi) e s'issalletu (piccolo scialle), che scortano i Mamuthones. Con dei lacci catturano le giovani donne in segno di buon auspicio per una buona salute e fertilità. Un tempo venivano catturati i proprietari terrieri per augurare loro una buona annata ed essi, per sdebitarsi dell'onore ricevuto, portavano tutto il gruppo a casa loro e offrivano vino e dolci. Oggi l'attenzione spesso viene rivolta alle autorità locali, ma l'intento rimane immutato.

Note

  1. ^ italica rai, su italica.rai.it. URL consultato il 16 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2014).
  2. ^ Raffaello Marchi, Le maschere barbaricine, in "Il Ponte", VII, 9-10 settembre/Ottobre 1951, pp. 1354-1361
  3. ^ Giulio Angioni, Sagre, riti e feste popolari della Sardegna, (a cura di) G. Deidda e A. Della Maria, Newton Compton, Roma
  4. ^ Raffaello Marchi, Le maschere barbaricine, cit.
  5. ^ Giulio Angioni, Sagre, riti e feste popolari della Sardegna, cit.

Altri progetti

Collegamenti esterni