Classis Britannica

In questo articolo esploreremo l’affascinante mondo di Classis Britannica, un argomento che ha catturato l’attenzione di molte persone nel corso degli anni. Che sia per il suo impatto sulla società, per la sua attualità o semplicemente per la sua storia ed evoluzione, Classis Britannica rappresenta un punto di interesse per diversi settori della popolazione. In queste pagine analizzeremo diversi aspetti legati a Classis Britannica, dal suo impatto sull'economia alle sue implicazioni culturali. Inoltre, esploreremo la sua influenza sul mondo moderno e come ha modellato la nostra percezione di Classis Britannica nel tempo. Preparati a immergerti in un mondo di scoperte e apprendimento!

Classis Britannica
La costa sassone e della Gallia Belgica, lungo il canale della Manica, al tempo della Notitia dignitatum, posta sotto il comando del Comes litoris Saxonici per Britannias.
Descrizione generale
Attiva43 - 409
NazioneImpero romano
ServizioEsercito romano
Tipoforza armata navale
RuoloDifesa dei confini
Guarnigione/QGLitus Saxonicum
PatronoNettuno dio del mare
Battaglie/guerreInvasioni barbariche
Anniversari21 aprile
DecorazioniDona militaria
Onori di battagliaTrionfo,
Ovatio,
Spolia opima,
Cognomina ex virtute
Comandanti
Comandante attualepraefectus classis Britannicae
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

La Classis Britannica era la flotta romana navale della provincia di Britannia e faceva parte della flotta romana. Aveva il compito di pattugliare la Manica e il mare attorno alla Britannia, di trasportare uomini e mezzi e di mantenere le comunicazioni tra la provincia e il resto dell'Impero.

Storia

Una prima flotta venne creata nel 40 o 43 a Gesoriacum (Boulogne-sur-Mer) per dare supporto all'invasione romana della Britannia voluta dall'imperatore Claudio. Dopo il successo di quest'invasione la flotta, probabilmente passata a far base a Rutupie, continuò a fornire supporto logistico e rifornimenti di vario genere. Cominciò poi a svolgere un ruolo bellico sempre più importante durante la vera e propria conquista della Britannia, come quando, ad esempio, fu utilizzata dal governatore Gaio Svetonio Paolino per attraversare il Menai Straits e attaccare l'isola di Anglesey.

Fu però solo con la dinastia dei Flavi che venne istituzionalizzata e resa permanente una Classis Britannica, spostata nell'85 a Portus Dubris (Dover), con basi aggiunte anche a Portus Lemanis (Lympne) e Anderitum (Pevensey). Sotto il governatorato di Gneo Giulio Agricola, la Britannica circumnavigò la Scozia e nell'83 attaccò la costa orientale della Scozia. L'anno dopo, invece, raggiunse le isole Orkney. Vista la mancanza di serie minacce via mare in quell'area nei primi secoli dell'Impero, la flotta ebbe più che altro un ruolo di supporto logistico all'esercito di stanza in Britannia e poi alle legioni che combatterono sul fronte germanico.

Durante il III secolo non esistono evidenze archeologiche sulla sua esistenza, anche se questa è comunque certa, mentre la flotta fece la sua ricomparsa al tempo della rivolta di Carausio (286), un comandante militare d'origine gallica che aveva avuto il compito di guidare la Classis Britannica e di porre fine alle azioni di pirateria dei franchi e dei sassoni contro le coste dell'Armorica e della Gallia Belgica. Sospettato però di essere sceso a patti coi nemici, Carausio venne a sapere che l'imperatore Massimiano aveva deciso la sua eliminazione. Per questo si ribellò e si autoproclamò imperatore della Britannia e della Gallia settentrionale. La Classis Britannica sconfisse anche una flotta inviatale contro da Roma. Ma a partire dal 300, dopo la fine della rivolta, tornò a far parte della marina romana. Negli ultimi anni di vita dell'Impero Romano d'Occidente, la flotta ebbe quasi esclusivamente il compito di proteggere le città della costa sud-orientale della Britannia (la costa sassone) dai raid dei pirati.

A noi sono giunti i nomi delle seguenti imbarcazioni:

  • 1 trireme: Radians.

Note

  1. ^ Webster & Elton (1998), p. 159.
  2. ^ Tacito, Agricola 18.
  3. ^ Cleere (1977), p. 19.
  4. ^ Tacito, Agricola 10; 25; 29-30; 38.

Bibliografia

Voci correlate