In questo articolo affronteremo il tema Combat folk (movimento), che è stato nel tempo oggetto di interesse e studio da parte di diverse discipline. Combat folk (movimento) ha esercitato un'influenza significativa su diversi aspetti della società, della cultura e della storia, lasciando il segno nella vita delle persone e nello sviluppo delle comunità. Attraverso un'analisi dettagliata, verranno esplorate le diverse dimensioni e prospettive che circondano Combat folk (movimento), offrendo al lettore una visione completa e arricchente di questo argomento così attuale oggi. Raccogliendo ricerche, testimonianze e pareri di esperti, l'obiettivo è quello di contribuire alla conoscenza e alla comprensione di Combat folk (movimento), fornendo al lettore gli strumenti necessari per riflettere e formarsi un proprio giudizio in merito.
Combat folk | |
---|---|
Origini stilistiche | Folk irlandese Pizzica Tarantella Celtic rock Folk rock Folk punk |
Origini culturali | Italia, primi anni novanta |
Categorie correlate | |
Gruppi musicali combat folk · Musicisti combat folk · Album combat folk · EP combat folk · Singoli combat folk · Album video combat folk |
Il combat folk è il nome con cui viene identificato un fenomeno musicale, tipicamente italiano, proprio della scena folk rock fin dai primi anni novanta.
L'origine del termine combat folk risale al demotape omonimo dei Modena City Ramblers, disco autoprodotto del 1993 ispirato dall'album Combat Rock degli inglesi Clash [senza fonte].
La corrente fa riferimento all'approccio musicale/sociale tipico del folk degli anni sessanta, perseguendo spesso il filone sonoro del celtic rock, del folk punk irlandese degli anni ottanta (Pogues) e in generale di tutto il folk rock e i suoi numerosi sottogeneri.
Iniziato dai Modena City Ramblers[senza fonte] e in seguito diffuso in tutta la penisola, il movimento è diventato popolare per le rivisitazioni di brani della cultura popolare italiana, nonché per l'utilizzo di strumenti tipici dei suonatori di giga e reel irlandesi (com'è in buona parte della tradizione folk rock) e per la trattazione di tematiche sociali e politiche (argomenti spesso rigettati dalle case discografiche) con esplicite prese di posizione da parte degli esecutori (non a caso, tra i brani più popolari degli artisti di questo genere vi sono i canti antifascisti Bella ciao e Fischia il vento).
«Noi ci siamo sempre considerati un gruppo con un "approccio folk" nei confronti della nostra musica. Questo significa che siamo partiti con valori e idee che sono tipiche del mondo folk, dove non c’è quella distinzione tipicamente rock tra l’Artista e il pubblico adorante e dove il contenuto del testo è ben più importante di colui che lo mette in musica. Ma questo non vuol dire che noi "facciamo folk". Anzi, spesso in quell’ambiente si è guardato con un po’ di supponenza, o di scetticismo, al nostro mescolare ritmi, sonorità e testi, senza preoccuparci di risultare ortodossi o filologici.»
In più occasioni i Ramblers hanno definito combat folk la propria produzione; il termine divenne il titolo di un libro edito da Giunti nel 1999 e a loro dedicato. Ciò ha spinto alcuni giornalisti ad utilizzare la locuzione per descrivere la musica del gruppo. Nel 2000 Il mucchio selvaggio pubblicò con il titolo Combat Folk una raccolta di brani di artisti emergenti mentre l'etichetta discografica il manifesto cd comincia a catalogare diversi dischi usando l'etichetta combat folk.
Gli artisti che si autodefiniscono combat folk o vengono comunque ricondotti a tale corrente sono: