In questo articolo esploreremo in dettaglio Conservatorismo sociale e il suo impatto sulla nostra società. Conservatorismo sociale è un argomento ampiamente discusso che ha generato controversie in diverse aree. Nel corso degli anni, Conservatorismo sociale ha svolto un ruolo cruciale nella vita delle persone, influenzando la cultura, la politica, l'economia e molti altri ambiti. Attraverso questa analisi completa, speriamo di fornire una visione più chiara di Conservatorismo sociale e della sua importanza nel mondo moderno.
Il conservatorismo sociale è l'insieme delle teorie politiche sostenute dal conservatorismo sui temi della giustizia sociale. È un’ideologia di destra che pone l'accento sul potere tradizionale rispetto al pluralismo sociale e cerca di invertire o frenare il cambiamento sociale e il progresso opponendosi infatti a diritti civili in materia di divorzio, matrimoni omosessuali, aborto, eutanasia, antiproibizionismo.
Il sociologo Harry F. Dahms suggerisce che il conservatorismo sociale si riferisce a un "impegno" per i valori tradizionali riguardanti le strutture familiari, i rapporti sessuali, il patriottismo, il possesso di armi e le invasioni militari. I conservatori sociali apprezzano i diritti delle istituzioni religiose di partecipare alla sfera pubblica, sostengono infatti un governo-religioso, opponendosi a laicismo o ateismo.
Pur se sostenuto e studiato fin dalla storia antica, il suo significato attuale si riferisce soprattutto allo sviluppo nella società industriale dell'era moderna, utilizzando come punto di partenza la critiche storiche e sociali alle rivoluzioni di fine XVIII secolo in America e Francia, critiche sviluppate in modo sostanziale nei lavori di Edmund Burke e in epoca recente da sociologi quali Robert Nisbet e Russel Kirk.
Secondo la definizione è una teoria politica, storica e sociale che tende a opporsi ai mutamenti sociali, preferendo mantenere inalterati nel tempo gli usi e costumi preesistenti, nonché la riorganizzazione della divisione in classi sociali e a ritenerne preferibile una sostanziale immutabilità o lenta e prudente modifica, pur nel passare del tempo e al mutare delle istanze, tendendo a un mantenimento dello "status quo". Tende pertanto anche a ridurre le possibilità di mobilità sociale, cioè il passaggio da una classe sociale a un'altra, soprattutto a una superiore, per i ceti ritenuti subordinati, le cui istanze sociali devono essere regolate in base alle decisioni delle classi dirigenti e strettamente secondo quelle che sono le tradizioni o le leggi già preesistenti. Ne consegue che spesso queste posizioni politiche considerano in modo assai guardingo e sospetto la evoluzione della società, valutandone le modificazioni con estrema prudenza rispetto al reale svolgersi, cercando comunque di frenarle o ritardarle.
Anche le tutele dello Stato sociale sono ritenute dover essere distribuite alle classi più deboli in modo assai moderato, secondo la generale visione liberista dello Stato, e spesso con criteri più legati a una generosità compassionevole elargita dalle classi dirigenti, piuttosto che considerate come facente parte delle regole sociali obbligatorie per uno stato di diritto a tutela delle classi meno abbienti.
La diversità di ceto e classe è considerata valore fondante delle politiche conservatrici, contrarie ad uno Stato egualitario, essendo invece favorevoli alle regole del darwinismo sociale e del "laisser faire".
Questo ha portato spesso a considerazioni critiche su altre istanze dell'evoluzione dello stato sociale, spesso appoggiandosi anche al conservatorismo sociale espresso dalle religioni, quali il rifiuto dell'omosessualità, la pari dignità lavorativa e di voto fra i sessi e dure critiche su divorzio e aborto.
Queste politiche fanno parte, in varie forme e secondo diversi gradi di severità, dei programmi di governo dei partiti conservatori, spesso considerati appartenenti all'area moderata e di destra. Spesso buona parte dei conservatori sociali sono assimilati ai cristiano-sociali e ai cristiano-democratici, sebbene nel conservatorismo diverse personalità non siano necessariamente cristiane, ma basano i propri principi appoggiandosi sui valori della religione predominante nel proprio paese per difendere la tradizione sociale, etica e morale della propria nazione, opponendosi strenuamente a matrimoni omosessuali, aborto, eutanasia e antiproibizionismo.