Deadline (sito web)

Oggi Deadline (sito web) è un argomento di grande attualità che copre diversi ambiti della vita quotidiana. Dal suo impatto sulla società alla sua influenza sull’economia, Deadline (sito web) è un argomento che ha suscitato l’interesse di esperti e cittadini. Con il progresso della tecnologia e della globalizzazione, Deadline (sito web) è diventato un problema onnipresente che non riguarda solo un paese o una regione, ma ha ripercussioni globali. In questo articolo esploreremo diversi aspetti legati a Deadline (sito web), dalla sua origine alla sua proiezione nel futuro, con l'obiettivo di comprenderne l'importanza e l'impatto oggi.

Deadline
sito web
Logo
Logo
URLdeadline.com/
Tipo di sitogiornale on-line
LinguaInglese
Scopo di lucro
ProprietarioPenske Media Corporation LLC
Creato daNikki Finke
Lancio2006
Stato attualeattivo
SloganBreaking Hollywood News Since 2006

Deadline, noto anche come Deadline Hollywood o Deadline.com e precedentemente noto come blog di notizie Deadline Hollywood Daily, è un sito di notizie online fondato da Nikki Finke nel 2006. Il sito viene aggiornato più volte al giorno, con al centro le novità dell'industria dell'intrattenimento. È un marchio di Penske Media Corporation dal 2009.

Storia

Deadline è stato fondato da Nikki Finke, la quale ha iniziato a scrivere una serie di colonne sul LA Weekly chiamate Deadline Hollywood, a partire dal giugno 2002. Ha iniziato il blog Deadline Hollywood Daily (DHD) nel marzo 2006 come versione online della sua rubrica. È stato lanciato ufficialmente come sito web di informazioni sul mercato dell'intrattenimento nel 2006. Il sito è diventato uno dei siti più seguiti da Hollywood, entro il 2009.

Nel 2009, Finke ha venduto Deadline a Penske Media Corporation (allora Mail.com Media) per una somma a sette cifre. A Finke è stato inoltre assegnato un contratto di lavoro di cinque anni, indicato dal Los Angeles Times come "da milioni di dollari", nonché parte delle entrate del sito. Nel settembre 2009, l'URL è stato cambiato in Deadline.com e il nome del sito in Deadline Hollywood.

La pubblicazione si è estesa a New York nel 2010 con l'assunzione del reporter di Variety Mike Fleming Jr. come nuovo editore di Deadline New York, editore del Financial Times Tim Adler alla guida di Deadline London, e Nellie Andreeva per la copertura televisiva del sito come "redattore capo, TV". Finke è rimasto l'editore di Deadline Hollywood fino al 2013. Nel novembre 2013 Finke ha lasciato Deadline dopo un lungo disaccordo tra sé e Penske, che aveva acquistato Variety, una rivista commerciale e un sito web concorrenti.

Note

  1. ^ " About Us – Deadline.com, su Deadline Hollywood, 11 maggio 2016. URL consultato l'11 maggio 2016.
  2. ^ Nikki Finke, Deadline Turns 10 And Celebrates Disruptors: Nikki Finke Looks Back, su Deadline Hollywood, 11 maggio 2016. URL consultato l'11 maggio 2016.
  3. ^ Tony Maglio e Matt Donnelly, She’s Back?! Nikki Finke Poised to Return to Deadline Hollywood as Columnist (Exclusive), in TheWrap, 21 luglio 2017.
  4. ^ a b Ben Fritz, Mail.com picks up Deadline Hollywood, in The Los Angeles Times, 24 giugno 2009.
  5. ^ Matt Haber, FIXEDJA! Nikki Finke's Deadline Sleeker, Less Daily, in Portfolio.com, American City Business Journals, 4 settembre 2009. URL consultato il 4 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2012).
  6. ^ Pandora Young, Nikki Finke Hires Mike Fleming Away From Variety, in Mediabistro, United States, Prometheus Global Media, 11 gennaio 2010. URL consultato l'11 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2010).
  7. ^ Amanda Ernst, Nikki Fine Hires Variety Vet To Helm Deadline New York, in Mediabistro, United States, Prometheus Global Media, 11 gennaio 2010. URL consultato l'11 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2010).
  8. ^ Gillian Reagan, Nikki Finke Poaches Hollywood Reporter's TV Editor Nellie Andreeva, in Business Insider, New York, Axel Springer SE, 29 marzo 2010. URL consultato il 29 marzo 2010.
  9. ^ Leslie Kaufman, Nikki Finke Leaves Deadline Hollywood, in The New York Times, 6 novembre 2013. URL consultato il 1º gennaio 2014.

Collegamenti esterni