Oggi approfondiremo l'affascinante mondo di Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato. Questo tema è stato oggetto di studio, dibattito e riflessione nel corso della storia, influenzando diversi aspetti della società. Fin dalla sua nascita, Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato ha innescato una serie di trasformazioni significative nel regno _var2, generando sia ammirazione che polemiche. Attraverso questo articolo esploreremo in modo approfondito i diversi aspetti legati a Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato, dalla sua origine al suo impatto attuale, con l'obiettivo di fornire una visione completa e arricchente di questo argomento così attuale oggi.
Diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato Dioecesis Spediensis-Sarzanensis-Brugnatensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Genova | ||
Regione ecclesiastica | Liguria | ||
Vescovo | Luigi Ernesto Palletti | ||
Vicario generale | Enrico Nuti | ||
Presbiteri | 121, di cui 92 secolari e 29 regolari 1.775 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 30 uomini, 100 donne | ||
Diaconi | 19 permanenti | ||
Abitanti | 217.418 | ||
Battezzati | 214.828 (98,8% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 881 km² | ||
Parrocchie | 186 (11 vicariati) | ||
Erezione | 465 (Luni) 1133 (Brugnato) 1447 (Sarzana) 1929 (La Spezia) in plena unione dal 30 settembre 1986 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Cristo Re | ||
Concattedrali | Santa Maria Assunta Santi Pietro, Lorenzo e Colombano | ||
Santi patroni | San Venerio | ||
Indirizzo | Via Don Giovanni Minzoni, 64, 19121 La Spezia | ||
Sito web | www.diocesilaspezia.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato (in latino Dioecesis Spediensis-Sarzanensis-Brugnatensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Genova e appartenente alla regione ecclesiastica Liguria. Nel 2021 contava 214.828 battezzati su 217.418 abitanti. È retta dal vescovo Luigi Ernesto Palletti.
Il territorio della diocesi, dopo lunghi rimaneggiamenti nel corso della storia, ricalca quello dell'odierna provincia della Spezia.
Sede vescovile è La Spezia, dove si trova la cattedrale di Cristo Re. A Sarzana e a Brugnato, un tempo sedi episcopali, sorgono le due concattedrali, dedicate rispettivamente a Santa Maria Assunta e ai Santi Pietro, Lorenzo e Colombano. A Luni, all'interno del sito archeologico dell'antica città romana, sede episcopale (oggi sede titolare) che è all'origine della diocesi attuale, si trovano i resti della cattedrale di Santa Maria.
Il seminario vescovile ha sede a Sarzana, mentre quello di Brugnato è rimasto attivo fino agli anni cinquanta.
Il territorio della diocesi è suddiviso in 4 zone pastorali, in 11 vicariati foranei e in 186 parrocchie.
Zona pastorale | Vicariato foraneo | Nº parrocchie |
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Golfo | La Spezia I | 23 |
La Spezia II | 17 | |
Val di Magra | Sarzana | 13 |
Bassa Val di Magra | 8 | |
Media Val di Magra | 17 | |
Alta Val di Magra | 18 | |
Val di Vara | Brugnato | 18 |
Bassa Val di Vara | 15 | |
Media Val di Vara | 15 | |
Alta Val di Vara | 21 | |
Riviera | Riviera | 21 |
La presente diocesi è frutto della plena unione di tre precedenti diocesi, attuata nel 1986: la diocesi di Luni, con sede in seguito trasferita a Sarzana, la diocesi di Brugnato e la diocesi della Spezia.
L'origine della diocesi è antichissima: l'antica città di Luni era sede vescovile probabilmente già in epoca apostolica: le prime testimonianze scritte risalgono al 465.
In origine il territorio era vastissimo e comprendeva anche parti delle attuali Emilia-Romagna e Toscana; la qual cosa emerge ancora nelle bolle con le quali papa Eugenio III e papa Anastasio IV confermavano i territori lunensi nel XII secolo.
A partire dal XII secolo i vescovi posero sempre più spesso la loro residenza a Sarzana a causa della progressiva decadenza di Luni; con il placet di papa Innocenzo III del 7 marzo 1202 la sede fu trasferita formalmente a Sarzana il 15 giugno dello stesso anno. Nei secoli successivi i vescovi però non rispettarono sempre la loro residenza, ponendo la sede qua e là nella diocesi. Il problema fu risolto con la bolla di papa Paolo II del 21 luglio 1465 che stabilì la residenza ufficiale a Sarzana e che i vescovi portassero il titolo di Luni-Sarzana.
Nel 1797 la diocesi di Luni-Sarzana cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Pontremoli; la stessa cosa nel 1822 per l'erezione della diocesi di Massa Carrara. Nel 1854 e nel 1855 altre parrocchie furono scorporate da Luni-Sarzana ed aggregate sempre alle due diocesi toscane.
Nel 1927 papa Pio XI dichiarò la diocesi di Luni-Sarzana suffraganea dell'arcidiocesi di Genova.
Il VII e l'VIII secolo videro muoversi per tutta Europa correnti missionarie d'origine monastica irlandese che vennero spesso usate a fini politici, sia da parte di Bisanzio sia dagli stessi longobardi, onde colonizzare con il cristianesimo genti e territori da sottoporre poi al proprio governo. Una delle celle maggiori di questi monaci missionari, che dall'inizio del VII secolo ebbero come monastero matrice l'abbazia di San Colombano di Bobbio, si trovava a Brugnato nel centro della Val di Vara, la quale assunse, probabilmente al tempo del re dei longobardi Liutprando, le prerogative di abbazia. Nella città di Pontremoli e nei dintorni esistevano, in enclave, alcune parrocchie ed enti ecclesiastici, appartenenti fino dal IX secolo all'abbazia benedettina di Brugnato, di cui fecero parte quando questa venne elevata a diocesi, nel 1133. Queste realtà ecclesiali site nel borgo di Arpiola (comune di Mulazzo), Caprio (comune di Filattiera), la prioria di Pontremoli, il paese di Teglia (Pontremoli); la rettoria in valle di Zeri (diversi borghi) passarono, dopo l'erezione della diocesi di Pontremoli, al nuovo vescovato, nel 1787.
La diocesi di Brugnato fu eretta il 27 maggio 1133 con la bolla Quemadmodum Sedes Apostolica di papa Innocenzo II, ricavandone il territorio dalla diocesi di Luni.
L'elevazione di Genova, nel 1133, a sede metropolitana, favorì la formazione di una diocesi dall'antico monastero di Brugnato, i cui abati si erano sempre rifiutati di accettare la sottomissione gerarchica, pretesa, invece, dai vescovi di Luni. La diocesi di Brugnato venne creata, dunque, con la bolla papale del 27 maggio 1133, con le chiese e le cappelle dipendenti dal monastero benedettino brugnatese dei Santi Pietro, Lorenzo e Colombano. Il territorio della nuova diocesi fu ottenuto dallo smembramento, sia pure formalmente, in parte dalla diocesi lunense ed in parte dalla nuova arcidiocesi genovese. Papa Innocenzo II nominò vescovo Ildebrando, abate di Brugnato, e dichiarò la nuova sede vescovile suffraganea di Genova. Le cappelle avevano la cura d'anime ma non il fonte battesimale, e i loro fedeli dovevano portare i battezzandi nelle pievi di appartenenza, situate in altre diocesi.
L'erezione della diocesi, provocò per quella di Luni la perdita di alcuni territori in Val di Vara. La diocesi di Brugnato fu formata, non da un territorio coerente più o meno vasto, ma dall'insieme dei beni dell'antico monastero benedettino sparsi nelle varie diocesi sotto la sua giurisdizione, che in quel punto si toccano, e dall'insieme delle cappelle situate entro le pievi di queste diocesi stesse. La diocesi di Brugnato era composta, nel 1820, quando fu unita alla diocesi di Luni-Sarzana, da 6 vicariati con complessive 30 parrocchie. I vescovi di Brugnato fissarono la loro residenza a Pontremoli dal 1302 al 1502. I presuli portarono anche il titolo di "conte", che fu abolito solo dopo il Concilio Vaticano II. Nel 1855, poi, anche le parrocchie di Gotra e di Buzzò (oggi ambedue in provincia di Parma) furono assegnate alla diocesi di Pontremoli.
Prima della riforma dei confini del 1959, la diocesi di Brugnato si estendeva fino a Sestri Levante, dove, per tutto il XVIII secolo, il vescovo di Brugnato regolarmente risiedeva, anche per ragioni climatiche. La chiesa di Santa Maria di Nazareth era stata elevata al rango di concattedrale, con la possibilità di consacrare gli oli nei riti pasquali.
Con l'erezione della diocesi di Pontremoli, vennero aggregate al nuovo vescovato tre parrocchie (San Pietro di Pontremoli; Santa Maria di Teglia; San Lorenzo di Zeri) tutte e tre parte del vicariato di Pontremoli. Per compensare le predette perdite, venne staccata, nel 1787, dalla diocesi di Populonia (Massa Marittima), l'isola di Capraia ed assegnata alla diocesi di Brugnato. Il passaggio effettivo avvenne, però, solo nel 1791, vale a dire dopo la morte del vescovo di Luni-Sarzana, Cesare Lomellini. La diocesi di Brugnato perdette il nuovo acquisto già nel 1802, quando Capraia passò alla diocesi di Ajaccio in Corsica.
Il 25 novembre 1820 in forza della bolla Sollicita quam di papa Pio VII la diocesi di Brugnato fu unita aeque principaliter alla diocesi di Luni-Sarzana.
Nel 1854 il vicariato di Brugnato perdette le parrocchie di Rocchetta e Suvero che passarono alla diocesi di Massa. Anche le parrocchie di Gotra e di Buzzò (comune di Albareto) furono staccate, il 1º agosto 1855, dalla diocesi di Brugnato ed assegnate alla diocesi di Pontremoli (oggi il loro territorio fa parte del comune di Albareto e della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli). Le parrocchie di Rocchetta e Suvero furono restituite, però, alla diocesi di Brugnato l'11 ottobre 1959.
A seguito della nascita dell'arsenale militare, la città della Spezia acquistò sempre maggiore importanza rispetto alle località vicine.
Il 12 gennaio 1929 con la bolla Universi dominici, papa Pio XI eresse la diocesi della Spezia, suffraganea di Genova, costituita da 18 parrocchie ricavate dalla diocesi di Luni-Sarzana; la chiesa di Cristo Re divenne la cattedrale diocesana. Contestualmente la nuova diocesi fu unita aeque principaliter alla sede di Luni-Sarzana e Brugnato, che assunse il nuovo nome di diocesi di Luni, ossia la Spezia, Sarzana e Brugnato. Alla Spezia fu costituita l'unica curia diocesana, che divenne la residenza abituale del vescovo; furono mantenuti i capitoli dei canonici delle cattedrali di Sarzana e di Brugnato.
Il 26 luglio 1959 il decreto Ad animarum saluti della Congregazione concistoriale aggiornò i confini della diocesi, che aveva perso nel corso degli anni varie porzioni di territorio a favore di diocesi di nuova erezione.
Il 20 giugno 1964, in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi, cedette alla diocesi di Piacenza la località di Case Fazzi, nel comune di Tornolo, fino ad allora appartenente alla parrocchia di Scurtabò; con tale provvedimento i confini della diocesi vennero a coincidere con quelli della provincia della Spezia.
L'11 maggio 1974, con la lettera apostolica Mira eademque, papa Paolo VI proclamò la Beata Maria Vergine, nota come Nostra Signora di Soviore, patrona principale della diocesi di Luni.
Il 4 agosto 1975, in forza del decreto Litteris apostolicis della Congregazione per i vescovi, fu soppresso il titolo di Luni, che divenne sede titolare, e la diocesi mutò nome in diocesi della Spezia, Sarzana e Brugnato.
Il 30 settembre 1986, in forza del decreto Instantibus votis della medesima Congregazione, fu stabilita la plena unione delle tre diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica assunse il nome attuale.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 217.418 persone contava 214.828 battezzati, corrispondenti al 98,8% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
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battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 243.200 | 245.266 | 99,2 | 299 | 216 | 83 | 813 | 122 | 492 | 150 | |
1970 | 243.825 | 247.667 | 98,4 | 305 | 223 | 82 | 799 | 95 | 420 | 189 | |
1980 | 245.600 | 249.600 | 98,4 | 283 | 184 | 99 | 867 | 119 | 404 | 192 | |
1990 | 227.875 | 232.176 | 98,1 | 202 | 155 | 47 | 1.128 | 9 | 54 | 325 | 188 |
1999 | 221.318 | 223.668 | 98,9 | 177 | 129 | 48 | 1.250 | 21 | 50 | 229 | 188 |
2000 | 221.118 | 223.565 | 98,9 | 171 | 126 | 45 | 1.293 | 24 | 45 | 230 | 186 |
2001 | 220.942 | 223.638 | 98,8 | 167 | 124 | 43 | 1.323 | 24 | 43 | 229 | 186 |
2002 | 218.889 | 221.274 | 98,9 | 164 | 119 | 45 | 1.334 | 24 | 47 | 195 | 186 |
2003 | 212.726 | 215.137 | 98,9 | 165 | 117 | 48 | 1.289 | 23 | 50 | 191 | 186 |
2004 | 213.451 | 215.935 | 98,8 | 159 | 111 | 48 | 1.342 | 23 | 49 | 187 | 186 |
2013 | 216.100 | 218.702 | 98,8 | 138 | 109 | 29 | 1.565 | 21 | 33 | 120 | 186 |
2016 | 219.024 | 221.663 | 98,8 | 133 | 103 | 30 | 1.646 | 19 | 31 | 100 | 186 |
2019 | 217.290 | 219.909 | 98,8 | 132 | 101 | 31 | 1.646 | 18 | 32 | 103 | 186 |
2021 | 214.828 | 217.418 | 98,8 | 121 | 92 | 29 | 1.775 | 19 | 30 | 100 | 186 |
Al territorio della diocesi è, in particolar modo, collegata la memoria di: