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La dottrina del focolaio (o del foco; in spagnolo foquismo, foˈkismo), cioè del focolaio (guerrigliero), è una teoria rivoluzionaria nata nel XX secolo e ispirata da Che Guevara e sviluppata come tale da Jules Régis Debray.
In generale la teoria del focolaio è stata molto criticata dal marxismo e molte volte è stata anche confusa con il metodo di lotta guerrigliero che pure fu applicato ovunque le rivoluzioni socialiste hanno trionfato, ad esempio in Russia, Cina, Iugoslavia, Cuba e Vietnam.
In La guerra di guerriglia Guevara affermò che l'esperienza della rivoluzione cubana dimostrava che quando le condizioni oggettive non sono sufficienti a indurre le masse a portare avanti la rivoluzione socialista, l'innesco di un piccolo focolaio di guerriglia potrebbe, con relativa velocità, estendersi come un incendio, giungendo alla sollevazione delle masse e conseguente caduta del regime. Il "Che" considerava valide queste considerazioni soprattutto per i paesi arretrati e sosteneva che i protagonisti di questi "foco" dovevano avere come base sociale di riferimento il contadino.
La teoria fu provata per la prima volta in Congo dallo stesso Guevara insieme con Laurent-Désiré Kabila. Successivamente Guevara ci riprovò anche in Bolivia. In entrambi i casi non funzionò e l'avventura boliviana terminò con la cattura e uccisione del "Che" da parte delle forze governative.
Negli anni settanta e ottanta gruppi insurrezionali di tendenze politiche diverse e non solo di paesi sottosviluppati tentarono di applicare a loro volta la dottrina, ma nessuno è mai riuscito a conseguire una sollevazione rivoluzionaria socialista.