Dottrinario

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Disambiguazione – Se stai cercando la congregazione dei Preti della Dottrina Cristiana, vedi Dottrinari.
Dottrinari
Doctrinaires
LeaderPierre-Paul Royer-Collard
Étienne-Denis Pasquier
François Guizot
StatoBandiera della Francia Francia
Fondazione1815
Dissoluzione1834
Confluito inP. della Resistenza (ala destra)
P. del Movimento (ala sinistra)
Partito Sociale (centro)
IdeologiaCostituzionalismo monarchico
Liberalismo
Liberalismo francese
CollocazioneCentro
Seggi massimi Camera dei Deputati
282 / 459
(1831)
TestataJournal des débats
Le Censeur

Per dottrinario (in francese: Doctrinaire) si intende un membro del medesimo partito politico attivo durante la Restaurazione francese (1815–1830) e durante i primi anni della Monarchia di luglio (1830–1848), durante i quali si caratterizzò come un partito centrista schierato a difesa della Carta del 1814 e rappresentante dei ceti imprenditoriali, della stampa e degli accademici. Il suo principale avversario fu il partito degli ultrarealisti, di matrice reazionaria, fino alla sua dissoluzione e declino dopo la caduta dei Borbone nel 1830.

Nonostante il ristretto numero dei suoi componenti, il Partito dei dottrinari era eterogeneo; tuttavia in generale fondava la sua ideologia su un costituzionalismo tendente a garantire l'ordine pubblico e, dopo l'esperienza napoleonica, sull'avversione al cosmopolitismo, sostenendo con fermezza la Carta octroyèe del 1814.

Questa concedeva, tra l'altro, l'uguaglianza davanti alla legge; la libertà di coscienza, di parola e di stampa; l'abolizione del regime e dei diritti feudali; affidava il potere esecutivo al re ed il legislativo a due camere (una camera dei pari, di nomina regia e a carattere ereditario, e una camera dei rappresentanti, eletti a suffragio censitario), ma l'iniziativa legislativa rimaneva di esclusiva competenza della corona. Fatta eccezione per l'ultima clausola, i dottrinari riconoscevano appieno la Carta come il loro "manifesto" politico, in particolare sulla questione della difesa della libertà di stampa.

I dottrinari si ponevano come "tecnici" del regime costituzionale; non si occupavano del problema della sovranità, poiché la considerano un attributo esclusivamente divino; si occupavano invece della società concepita come organismo, del riconoscimento da parte della monarchia delle diverse funzioni sociali e delle loro autonomie e libertà, della tutela dei diritti costituiti. In tal modo si voleva conciliare la nuova Francia con il suo passato.

La mancanza di omogeneità, di una struttura partecipativa solida e la morte di Luigi XVIII nel 1824, visto come l'ideale riferimento istituzionale, a cui subentrò il reazionario Carlo X si tramutò nella dissoluzione di fatto del partito dottrinario. Fallita la congiunzione tra il loro schema giuridico ideale e la monarchia dei Borbone, non seppero creare un nuovo schema che si adattasse alla situazione, dandosi invece un'impronta semi-trasformista. La prova ne fu l'abbandono della politica da parte di Royer-Collard ed altri all'indomani dell'elezione regale di Luigi Filippo il 9 agosto 1830, in quanto mentre la maggioranza dottrinaria si era schierato con il partito orléanista, una minoranza significativa e ideologica era invece rimasta fedele ai principi del legittimismo.

La frattura finale tra i "dottrinari" rimasti, ormai totalmente partigiani dell'ex Duca di Orléans, si ebbe nelle elezioni del 1834: da un lato vi su la vittoria della destra dottrinaria, guidata da François Guizot che, pur essendo stato un forte liberale durante il precedente regime, ora si barricava con i suoi sostenitori sul principio della "resistenza" ad ogni apertura democratica alle masse; dall'altro lato l'ormai anziano banchiera Jacques Laffitte ed il giovane Adolphe Thiers incarnavano il principio del "movimento" verso il progresso e quindi all'espansione del suffragio e la difesa del ceto medio.

Note

  1. ^ Dottrinario, Partito, su Treccani.it. URL consultato il 1º settembre 2019.
  2. ^ a b Capefigue, Jean-Baptiste, Storia della Restaurazione e dei motivi della caduta del ramo primogenito de' Borboni, vol. 5, Borroni e Scotti, 1846, pp. 109-110.
  3. ^ a b Bedeschi, Giuseppe, I "dottrinari", in Storia del pensiero liberale, Rubbettino, 2015.
  4. ^ Omodeo, Adolfo, La Cultura francese nell'età della Restaurazione, Mondadori, 1946, pp. 14-15.
  5. ^ (FR) Bagge, Dominique, Les idées politiques en France sous la Restauration, PUF, 1952, p. 95.

Bibliografia

  • Bobbio, Norberto, Matteucci, Nicola e Pasquino, Gianfranco, Dizionario di Politica, UTET, 2004.
  • (FR) Landrin, Xavier, Genèse et activités du groupe 'doctrinaire' (1815-1821): contribution à une sociologie historique du libéralisme, in Antonin Cohen, Bernard Lacroix e Philippe Riutord (a cura di), Les formes de l’activité politique. Éléments d’analyse sociologique, XVIIIE – XXE siècle, PUF, 2006, p. 507.
  • (FR) Pouthas, Charles-Hippolyte, Histoire politique de la Restauration, CDU, 1957.

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