Nel mondo di oggi, Galleria del Corso (Milano) è diventato un argomento di grande rilevanza e interesse per persone di ogni età e provenienza. Che sia per il suo impatto sulla società, per la sua rilevanza storica o per la sua influenza sulla vita di tutti i giorni, Galleria del Corso (Milano) ha catturato l'attenzione di studiosi, esperti e fan. In questo articolo esploreremo in dettaglio diversi aspetti di Galleria del Corso (Milano), dalla sua origine alle sue implicazioni nel mondo di oggi, con l'obiettivo di offrire una visione completa e arricchente di questo affascinante argomento.
Galleria del Corso | |
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Interno della Galleria | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Milano |
Indirizzo | Corso Vittorio Emanuele II, Piazza Cesare Beccaria |
Coordinate | 45°27′53.28″N 9°11′42.5″E / 45.4648°N 9.19514°E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | inizio XX secolo |
Uso | galleria commerciale |
Realizzazione | |
Architetto | Mario Beretta, Ugo Patetta & Livio Cossutti, Eugenio Faludi, Pier Giulio Magistretti |
La Galleria del Corso di Milano è un passaggio coperto che collega corso Vittorio Emanuele II con Piazza Cesare Beccaria.
La prima idea di costruire una galleria per collegare Corso Vittorio Emanuele II a Piazza Cesare Beccaria risale a prima della grande guerra; l'obiettivo iniziale era quello di creare - al pari di altre gallerie concepite all'epoca - un collegamento coperto fra il corso e la piazza, con un ottagono centrale e un ramo curvo in direzione di Via Cesare Beccaria.
Tuttavia, il progetto generale disegnato fra il 1915 e il 1918 da Mario Beretta fu ampiamente modificato in corso d'opera. La costruzione iniziò infatti molti anni dopo, nel 1923, e fu portata avanti a più riprese, edificando le diverse frazioni dell'opera in tempi di scaglionati e sotto la guida di differenti architetti. Lo stesso Beretta realizzò, nel 1923, solo il Cinema Corso (con 2 000 posti fra platea e galleria, inaugurato il 3 dicembre 1926 al posto del Cinema Provvisorio già edificato entro le mura perimetrali già edificate della Galleria) e l'edificio sovrastante di otto piani.
Il lato ovest venne edificato da Ugo Patetta e Livio Cossutti a partire dal 1928 attraverso una variante al progetto originale. Attraverso una modifica della facciata sul corso e il recuperato lo spazio del Salone Concerto Varietà San Martino, i due architetti aggiunsero al progetto il Teatro Excelsior, divenuto poi nel 1931 Cinema Teatro, un'avveniristica struttura con palcoscenico a piani mobili (primo in Italia) che permettevano di modificarne gli spazi.
Questa variante fu solo la prima di una lunga serie che portò l'edificio a discostarsi completamente dal disegno originale. La costruzione della porzione su Via Cesare Beccaria venne eseguita dell'architetto ungherese di origine italiana Eugenio Faludi, autore anche di alcuni padiglioni della Fiera Campionaria di Milano (SNIA Viscosa e Italviscosa), mentre a Pier Giulio Magistretti spettò la costruzione delle facciate su Piazza Cesare Beccaria, sulla quale sorgeva il Cinema San Carlo progettato da Mario Ridolfi e successivamente ribattezzato Cinema Ambasciatori.
A partire dal 2011 la Galleria è stata parzialmente restaurata e riallestita con un hotel e un centro commerciale al suo interno.
La galleria è lunga circa 85 metri. L'area calpestabile della galleria è larga dieci metri, con pavimenti in marmo e mosaici alla veneziana, e il lucernario in ferro e vetro presenta decorazioni in metallo.
Nonostante sia stata inizialmente criticata per l'aspetto considerato tozzo e sgraziato, la Galleria acquisì ben presto notorietà come luogo mondano, celebre sia per il passeggio pomeridiano e diurno, sia per la ristorazione e il divertimento serali.
Nel corso degli anni l'area ha ospitato numerosi bar, ristoranti, negozi e diversi cinema, alcuni dei quali inaugurati molto tempo dopo l'apertura della Galleria grazie alla possibilità, concessa dalla commissione provinciale della Prefettura di Milano del 1945, di aprire sale anche nel sottosuolo.
I cinema ospitati nella Galleria sono:
Grazie alla presenza pressoché costante degli uffici legali ed amministrativi di varie case discografiche ed editrici musicali la Galleria è stata a lungo punto d'incontro di musicisti affermati o in cerca di ingaggio. I civici 2 e 4 sono noti per aver ospitato - dal dopoguerra agli anni '90 - sia edizioni musicali, ovvero aziende che gestiscono i diritti legali di testi e musiche di brani musicali, sia case discografiche, che invece producono supporti musicali (all'inizio in gommalacca, poi in vinile ed infine in cd).
Al civico numero 4, fra le moltissime edizioni musicali, anche minori, si ricordano le Edizioni Musicali Tiber, le Tevere, la Spanka Italiana, la Casa Musicale Song (Gruppo Editoriale Sonzogno), le Edizioni Musical Francis-Day, D'Anzi Editore, le Edizioni Leon Music, le Edizioni Luisiana, Edizioni Leonardi, le Ivana s.r.l., le Messaggerie Musicali, Settebello, la Top Records, le Edizioni Suvini Zerboni, le Mascheroni s.a., le Edizioni Alfa, le Edizioni Italian Yank, la Bridge, la Melodi, la Music Union, la Modulo Uno, le Edizioni Curci (che negli anni crearono e distribuirono le Edizioni Accordo, Asso e Cervino). Fra le varie etichette discografiche vi sono la Carosello Records, la Numero Uno, la GTA Records, la City, la Tiffany, la Bla Bla, la Spaghetti Records e l'omonima Galleria del Corso. Anche se Suvini Zerboni, Sugar e la CGD crearono nel 1974 un vero e proprio stabilimento in via Quintiliano, parte degli uffici e la sede legale furono lasciate in Galleria del Corso per molti anni.
Tale politica fu seguita da altre etichette, quali la Ariston, che pur avendo avuto sedi legali al numero 2 della Galleria (al pari di Kramer, e delle Edizioni Musicali Riunite) e al numero 2 e successivamente 1/3 della vicina Piazzetta Pattari, al momento di inaugurare i propri stabilimenti (in via Gorki a San Giuliano Milanese, nel caso della Ariston) mantennero comunque uffici in centro, anche per la necessità di essere vicine alle sedi dei giornali e degli eventi, separando così, anche fisicamente, la proprià attività di editrici da quella di produzione.
L'area intorno alla Galleria vedeva, in generale, immobili o indirizzi specifici nei quali - fino agli anni sessanta - confluivano le sedi legali delle nuove edizioni musicali e, quando esistenti, delle rispettive case discografiche. Nella menzionata Piazzetta Pattari, ad esempio, ai trovavano - fra le altre - oltre alla Ariston Edizioni Musicali (al numero 2 prima, e poi al 1/3), la Peer e la Southern (al numero 2) , e la Love (al numero 1/3).
In Corso Europa, parallela a Corso Vittorio Emanuele, erano presenti gli uffici del Clan Celentano, e della Miura Records. In via Passarella (altra strada privata immediatamente vicina) si trovava la CGD. Dagli anni settanta, con il declino della separazione fra edizioni e case discografiche e la crisi del settore, le nuove realtà preferirono stabilirsi altrove in città, fuori dal centro della città. In seguito alle profonde trasformazioni del mercato musicale, ad oggi pochissime di tali attività storiche sono rimaste operative, e molti uffici sono stati rimpiazzati da altre attività.
L'alternarsi delle attività commerciali nella Galleria ha testimoniato i cambiamenti della società e dei consumi avvenuti in Italia. Tutte le sue sale teatrali e cinematografiche sono state chiuse una dopo l'altra, in un trend comune a tutta la città di Milano, come pure vari negozi di abbigliamento e di ristorazione di qualità, fino ad arrivare negli anni 2000 a una effettiva desertificazione dell'area.
I gestori della Galleria hanno avviato un piano di una profonda trasformazione degli spazi interni con una serie di ristrutturazioni che hanno preso il via a partire dal 2011.