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Gli occhi del drago | |
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Titolo originale | The Eyes of the Dragon |
Autore | Stephen King |
1ª ed. originale | 1984 |
1ª ed. italiana | 1988 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | fantasy |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | Delain |
Protagonisti | Peter |
Antagonisti | Flagg |
Altri personaggi | Roland, Sasha, Thomas |
Gli occhi del drago (The Eyes of the Dragon) è un romanzo fantasy scritto da Stephen King pubblicato nel 1984.
Quest'opera è un classico fantasy, basato sulla battaglia tra il bene e il male e pervasa dalla costante presenza della magia, che ha un ruolo preminente nella storia. Le due figure cardinali vengono rappresentate da Flagg, il mago di corte che aspira al ruolo di re, e da Peter, accusato ingiustamente della morte di suo padre, il re Roland.
La narrazione è accompagnata da illustrazioni di David Palladini.
Nel regno di Delain, il vecchio e gobbo re Roland vive con la moglie Sasha e il suo primo figlio Peter. Alla sua corte vive il mago Flagg, che ha come unico scopo quello di gettare Delain nel caos, e quando Sasha rimane incinta del secondo figlio Flagg complotta con la bambinaia per ucciderla. Sasha muore così poco dopo aver partorito il secondo figlio, Thomas.
A distanza di anni i due ragazzi sono cresciuti e Flagg complotta l'omicidio di Roland, con in mente il piano di colpevolizzare Peter, in modo da sbarazzarsi del legittimo erede al trono. Il mago avvelena così Roland e lascia la prova inconfutabile della colpevolezza di Peter. Solo Thomas ha visto Flagg somministrare al padre il vino avvelenato, ma non svelerà il suo segreto per anni a causa della sua forte gelosia nei confronti del fratello, che è sempre stato il più amato tra i due.
In cambio della sua tacita collaborazione, Thomas viene incoronato re di Delain, mentre Peter viene rinchiuso nella torre dell'obelisco di corte, destinato all'ergastolo. Sarà suo compito svelare il complotto di Flagg e riportare il legittimo erede sul trono, per il bene della nazione.
Gli occhi del drago ha ricevuto un'accoglienza negativa da alcuni fan di Stephen King che ritenevano fosse un libro per bambini. Ciò è dovuto al fatto che la storia fosse stata originariamente scritta per i suoi figli. Un'altra ragione per queste critiche negative fu che si trattava di un romanzo fantasy, con pochi o nessun elemento horror. Questo portò Stephen King a scrivere Misery come una metafora del fatto che fosse obbligato a scrivere horror. Barbara Tritel del The New York Times lo definì "più elegante di qualsiasi altra storia Mr. King abbia scritto finora."