Hip hop giapponese

Nel mondo di oggi, Hip hop giapponese è diventato un argomento di interesse sia per gli esperti che per il grande pubblico. Con il suo impatto su diversi aspetti della società, Hip hop giapponese ha catturato l'attenzione della comunità globale e ha generato un ampio dibattito sulle sue implicazioni. Dalla sua nascita alla sua evoluzione nel tempo, Hip hop giapponese ha lasciato un segno indelebile nella storia e ha causato una serie di cambiamenti significativi in ​​vari ambiti. In questo articolo esamineremo più da vicino l'impatto di Hip hop giapponese ed esploreremo le sue numerose sfaccettature per comprenderne meglio l'importanza oggi.

L'hip hop giapponese, detto anche nip hop o j-hip hop, è una variante nazionale di hip hop nata in Giappone all'incirca nel 1983 quando Wild Style di Charlie Ahearn venne presentato a Tokyo. Il film puntava l'obiettivo sugli artisti di graffiti, ma anche su alcuni MC della old school come Busy Bee e Double Trouble, alcuni DJ come Grandmaster Flash e breaker come quelli della Rock Steady Crew.

Seguendo le orme del film, musicisti di strada iniziarono a ballare breakdance presso lo Yoyogi Park. Crazy A emerse rapidamente come b.boy, e successivamente fondò la Rock Steady Crew Japan, mentre DJ Krush diventò un rinomato DJ dopo la crescita artistica del periodo dello Yoyogi Park. Diversi DJ seguirono queste strade a partire dal 1985. Un anno dopo a Shibuya aprì un club completamente dedicato all'hip hop. All'epoca vi erano alcune esitazioni ad utilizzare la lingua giapponese per il rap: l'accento e le notevoli variazioni verbali potevano rendere la lingua inadatta allo scopo. Alcuni rapper emersero comunque come Ito Seiko, Chikado Haruo, Tinnie Punx e Takagi Kan.

Negli anni 1990, apparve un J rap orientato ad un pubblico adolescente, e l'hip hop entrò a far parte del mainstream musicale giapponese. Il primo brano di successo fu di Scha Dara Parr: Kon'ya wa Boogie Back. L'anno successivo Da.Yo.Ne. e Maicca di East End X Yuri diventarono dischi di platino.

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