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Gli italiani nella guerra di secessione americana combatterono, sia nello schieramento unionista, la maggior parte dei quali facendo parte della Italian legion e del 39th New York volunteer infantry regiment (Garibaldi guards), sia in quello confederato, in particolare nelle truppe della Louisiana.
La maggior parte dei soldati italiani reclutati nell'esercito sudista faceva parte del disciolto esercito borbonico, che i sudisti avevano reclutato poiché erano professionisti. Dal 1862 il nome fu cambiato in 6º reggimento italian guards.
L'origine della presenza di numerosi soldati del disciolto Esercito delle Due Sicilie nelle file confederate è riconducibile alla relazione tra Chatham Roberdeau Wheat e Giuseppe Garibaldi.
Il primo, un ex-capitano dello US Army e avventuriero, originario della Virginia, aveva conosciuto Garibaldi a New York nel 1850. Dieci anni dopo aveva partecipato alla campagna per l'unificazione italiana, ed era stato ivi raggiunto dalle notizie riguardanti l'imminente conflitto civile nella madrepatria. Aveva di conseguenza chiesto a Garibaldi di poter arruolare in qualità di volontari quei soldati borbonici che avessero voluto seguirlo. Garibaldi, alle prese con l'enorme problema rappresentato dal crescente numero di prigionieri proveniente dai campi di battaglia, acconsentì[senza fonte]. Vista l'assenza di alternative, un buon numeri di questi soldati accettò.
A partire dal dicembre del 1860, e per alcuni mesi del 1861, i volontari borbonici furono trasportati a New Orleans con le navi Elisabetta, Olyphant, Utile, Charles & Jane, Washington e Franklin. Una volta sul posto, furono inizialmente inquadrati a caso nei reparti della Louisiana. Successivamente, tuttavia, nell'ambito della riorganizzazione delle truppe confederate, furono raggruppati in un'unità di effettivi quasi tutti italiani. Essa fu inizialmente denominata Garibaldi Guards - Italian battalion Louisiana Militia. A seguito dell'accorpamento con un reggimento di guardie francesi, sei compagnie delle Hansa Guards e la compagnia di guardie britanniche, nel 1862 l'unità fu rinominata Sixth Regiment European Brigade. L'unità, che aveva il motto Vincere o morire, si trovava a New Orleans il 1º maggio 1862, quando la città fu catturata dalle truppe dell'Unione. La milizia della European Brigade non fu coinvolta in combattimenti, ma si occupò di mantenere l'ordine pubblico. Distrutte le armi e i rifornimenti, le unità della milizia furono disciolte il 2 maggio.
Un'altra unità confederata che includeva soldati italiani era il 10th Louisiana Infantry Regiment, chiamato anche la "legione straniera di Lee". Esso includeva stranieri di 22 nazionalità diverse, con due compagnie di cittadini della Louisiana, cinque di Irlandesi, una di Francesi e Tedeschi, una di Ispanici, e infine una, la compagnia I, a maggioranza italiana. Infatti conteneva "almeno 25 uomini provenienti dall'Italia", mentre altri erano sparsi nelle altre compagnie. Questa compagnia, nello schieramento confederato, dopo la resa del reggimento italiano della European Brigade della milizia di New Orleans, rimaneva l'unità con la maggior percentuale di Italiani.
La maggior parte degli italiani che combatterono sul fronte unionista furono reclutati nell'area di New York. Degno di nota tra essi è il generale Luigi Palma di Cesnola, il quale rimase ferito, ricevette la Medaglia d'Onore e più tardi fu il primo direttore del Metropolitan Museum of Art di New York.
Tra i generali unionisti vi fu anche il siciliano Enrico Fardella che, dopo aver combattuto a capo di una brigata dell'Esercito meridionale a fianco di Garibaldi, si trasferì in America e organizzò un corpo di fanteria di volontari. Il Reggimento Fardella, con 1040 volontari, combatté nell'Armata del Potomac. Nel 1864 creò un nuovo reggimento di fanteria, l'85° Volontari di New York. Sconfitto e reso prigioniero nella battaglia di Plymouth, fu rinchiuso nella prigione di Andersonville, per poi tornare libero il 3 agosto in seguito a uno scambio di prigionieri. Nella primavera del 1865 venne promosso generale da Abramo Lincoln.
Il 25 maggio del 1862 ebbe luogo la Prima battaglia di Winchester, in Virginia Occidentale. La battaglia fu vinta dai 16.000 sudisti guidati dal famoso generale Stonewall Jackson, che sconfissero i 6.500 unionisti. A questa battaglia non presero parte né l'Italian Regiment della European Brigade, disciolto dopo la presa di New Orleans da parte delle truppe unioniste, né il 10th Louisiana, né il 39th New York volunteer infantry regiment.
In settembre, gli unionisti furono nuovamente attaccati dalle truppe di Jackson, ora circa 26.000 uomini, e, circondati ad Harper's Ferry, si arresero, distruggendo le proprie armi. Buona parte del 39th New York volunteer infantry regiment fu fatto prigioniero in quella circostanza, insieme a quasi tutta la guarnigione unionista di 12.000 uomini e inviato nel campo di prigionia di Camp Douglas, nei pressi di Chicago, nel settembre 1862. Ottennero la libertà tre mesi dopo, grazie a uno scambio di prigionieri. Dopo il rilascio il 39th New York volunteer infantry regiment venne costituito in brigata con altri reggimenti di New York, il 111th, il 125th e il 126th, che si erano tutti arresi ed erano stati fatti prigionieri ad Harper's Ferry. L'intera brigata ricevette quindi il, secondo alcuni ingiusto, soprannome di "Vigliacchi di Harpers Ferry". Il 39th New York volunteer infantry regiment prestò successivamente servizio con onore in numerose battaglie, comprese Gettysburg e Wilderness, subendo perdite.
Sul versante confederato il 10th Regiment, Louisiana Infantry si guadagnò fama di unità particolarmente valorosa. Partecipò alla campagna della Shenandoah Valley con il generale Early e ad Appomattox. Perse il 27% degli effettivi ingaggiati (318 uomini) alla battaglia di Malvern Hill e subì serie perdite anche a Sharpsburg, Chancellorsville e Gettysburg, dove tornò a perdere più del 25% dei propri effettivi (226 uomini in quell'occasione).