La Rettorica

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La Rettorica
Brunetto Latini
AutoreBrunetto Latini
1ª ed. originaleXIII secolo
Generetrattato
Sottogenereretorico
Lingua originaleitaliano

La Rettorica è un'opera di Brunetto Latini, composta attorno al 1260 in volgare fiorentino, forse dedicata all'amico Davizzo della Tosa.

L'opera

Si tratta del volgarizzamento dei primi 17 capitoli del De inventione di Cicerone, che il Latini suddivide in 15 Argomenti; ciascuno di questi è accompagnato da un commento (sposizione) in parte tratto da un analogo testo mediolatino (vi ricorrono anche citazioni dei grammatici Vittorino e Boezio), in parte elaborato personalmente e sulla scorta dei dettatori bolognesi.
Però in un'ottica comunale le ragioni dell'ars dictandi, che riguarda la comunicazione epistolare e ha fini utilitaristici, non coincidono con quella di Cicerone, fondata sul discorso pronunciato, non scritto.
L'intento dell'opera è quello di mostrare l'importanza della retorica nella vita civile e nel confronto politico. Latini ne interruppe la composizione probabilmente per dedicarsi alla stesura del Trésor, che nelle sue intenzioni doveva contenere e affrontare in maniera più ampia e compiuta le medesime tematiche.
L'opera non è databile con certezza, ma risale con ogni probabilità agli anni Sessanta del XIII secolo. Nel 1260 Brunetto Latini era stato inviato come ambasciatore presso Alfonso X di Castiglia; sulla via del ritorno, venuto a sapere della sconfitta guelfa a Montaperti, egli decise di fermarsi in Francia, tornando a Firenze solo nel 1267 a seguito della battaglia di Benevento (1266). Proprio agli anni del soggiorno francese può essere attribuita la composizione della Rettorica.

La lingua

Il volgarizzamento è distinto dal commento mediante segnali iconici ed una diversa elaborazione sintattica e stilistica: il volgarizzamento è infatti scritto nel codice con la "lettera grossa", dove si tenta di riprodurre la complessità sintattica e la giacitura dell'originale, il commento con la "lettera sottile" presenta invece costruzioni più lineari.

Nella traduzione da Cicerone si può notare una forte imitazione del modello: l'anteposizione del complemento oggetto, l'uso del participio presente, le coppie di superlativi e la correlazione. Invece nelle chiose le suddivisioni dei periodi, secondo i modi di ragionamento scolastico, creano un'ordinata disposizione delle parti, seguendo l'intento didattico dell'autore: ripetizioni di parole, riprese, elementi della deissi interna, simmetrie.

Edizioni moderne

  • La Rettorica di Brunetto Latini, testo critico a cura di F. Mancini, Firenze 1915.
  • B. Latini, La rettorica, a cura di F. Maggini, Firenze, Le Monnier, 1968.

Bibliografia

  • R. Luperini, P. Cataldi, L. Marchiani, La scrittura e l'interpretazione. Storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civiltà europea, Palermo 1996, vol. 1, pag. 363.
  • Nino Borsellino, Walter Pedullà Storia generale della letteratura italiana Vol. I Il Medioevo le origini e il Duecento Gruppo Editoriale L'Espresso (1 gennaio 2004) pp 313–14

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