Lastra tombale di Giovanni Pecci

In questo articolo esploreremo l'affascinante mondo di Lastra tombale di Giovanni Pecci e tutto ciò che comporta. Dalla sua origine ed evoluzione fino al suo impatto sulla società odierna, Lastra tombale di Giovanni Pecci è stato oggetto di interesse e dibattito nel corso degli anni. Impareremo la sua importanza in diversi ambiti, nonché le diverse prospettive che esistono a questo riguardo. Attraverso un'analisi approfondita e obiettiva, cerchiamo di comprendere meglio cosa significa Lastra tombale di Giovanni Pecci e come influenza le nostre vite. Dagli aspetti storici alla sua rilevanza nel contesto attuale, questo articolo cerca di fornire uno sguardo completo su Lastra tombale di Giovanni Pecci e tutto ciò che comprende.

Lastra tombale di Giovanni Pecci
AutoreDonatello
Data1449-1452
Materialebronzo
Dimensioni247×88 cm
UbicazioneDuomo, Siena

La lastra tombale di Giovanni Pecci è un'opera in bronzo di Donatello, situata sul pavimento del Duomo di Siena presso la Cappella di Sant'Ansano, e consegnata dal maestro tra il 1449 e il 1ºdicembre 1452, nel pieno della sua attività padovana. Misura 247x88 cm.

Storia

Giovanni Pecci era vescovo di Grosseto e morì il 1º marzo 1426. Lo stile stiacciato del maestro fiorentino si adattò particolarmente bene alla disposizione sul pavimento.

Dettaglio

Descrizione e stile

Il vescovo è raffigurato giacente, ma a ben guardare esso è collocato con esattezza nella barella per il trasporto dei defunti, come mostrano le due maniglie inferiori. Donatello, che seppe magistralmente dare al rilievo un senso di profondità e spessore nonostante il bassissimo rilievo, corresse otticamente la rappresentazione in maniera da incontrare il punto di vista dello spettatore: questo si vede particolarmente bene nei piedi, dei quali si vedono le piante in scorcio.

Il panneggio frastagliato crea un senso di inquietudine tipico del temperamento dell'artista, mentre il volto del vescovo è sereno e dolcemente modellato, in contrasto con il resto. Grande attenzione è profusa nel cesello dei dettagli, come i particolari della veste. Il cuscino è appoggiato su una specie di nicchia a conchiglia, molto in voga nell'arte rinascimentale dell'epoca.

In basso un'iscrizione, tra due stemmi Pecci (alla banda bordata e caricata di tre stelle a sei punte), che riporta il nome, i titoli e la data di morte del defunto, tenuta a mo' di cartiglio da due figurette ai lati. Dietro di essa si scorge un'altra iscrizione con la firma dell'autore: Opus Donatelli.

Note

  1. ^ Gabriele Fattorini, Dalla “historia d’attone pel Battesimo” a “le porti di bronzo del Duomo”: Donatello e gli inizi della scultura senese del Rinascimento, in Pio II e le arti. La riscoperta dell’antico da Federighi a Michelangelo, a cura di Alessandro Angelini, Cinisello Balsamo (Milano).

Bibliografia

  • Rolf C. Wirtz, Donatello, Könemann, Colonia 1998. ISBN 3-8290-4546-8
  • Gabriele Fattorini, Dalla “historia d’attone pel Battesimo” a “le porti di bronzo del Duomo”: Donatello e gli inizi della scultura senese del Rinascimento, in Pio II e le arti. La riscoperta dell'antico da Federighi a Michelangelo, a cura di Alessandro Angelini, Cinisello Balsamo (Milano), 2005, pp. 45–81.

Voci correlate

Altri progetti