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Lingue latino-falische | |
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Parlato in | Italia |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue indoeuropee Lingue italiche Lingue latino-falische |
Codici di classificazione | |
Linguist List | lafa (EN)
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Glottolog | lati1262 (EN)
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Le lingue latino-falische o veneto-latine (anche conosciute come lingue italiche occidentali) sono un gruppo di lingue indoeuropee storicamente attestate nel Lazio, nel Veneto ed in Sicilia. A questo gruppo appartiene anche il latino e quindi tutte le lingue neolatine.
Inizialmente, gli indoeuropeisti erano stati inclini a postulare, per le varie lingue indoeuropee dell'Italia antica, un'appartenenza a una famiglia linguistica unitaria, parallela per esempio a quella celtica o germanica; caposcuola di questa ipotesi è considerato Antoine Meillet (1866-1936).
A partire dall'opera di Alois Walde (1869-1924), però, questo schema unitario è stato sottoposto a critica radicale; decisive, in questo senso, sono state le argomentazioni addotte da Vittore Pisani (1899-1990) e, in seguito anche da Giacomo Devoto (1897-1974), che ha postulato l'esistenza di due distinti rami indoeuropei nei quali è possibile inscrivere le lingue italiche. Variamente riformulate negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, le varie ipotesi relative all'esistenza di due diverse famiglie indoeuropee si sono definitivamente imposte, anche se i tratti specifici che le separano o che le avvicinano, nonché i processi esatti di formazione e di penetrazione in Italia, restano oggetto di ricerca da parte della linguistica storica.
Le lingue latino-falische, talvolta conosciute anche come "italico occidentale", od italo-falische, erano:
Il latino, in seguito all'espansione della potenza di Roma, assorbì col tempo le altre lingue, sostituendo il falisco. L'unico componente del gruppo a sopravvivere fu il latino, che si sviluppò, tramite il latino volgare, nelle lingue romanze.