Nel mondo di oggi, Martinengo (famiglia) è un argomento che è diventato sempre più rilevante e ha generato un interesse diffuso in vari ambiti della società. Che sia per il suo impatto sulla vita quotidiana, per la sua influenza sulla cultura popolare o per la sua importanza nel mondo accademico, Martinengo (famiglia) ha catturato l'attenzione di esperti, appassionati e anche di coloro che stanno appena iniziando a esplorare questo fenomeno. Poiché Martinengo (famiglia) continua a trasformarsi ed evolversi, è fondamentale comprenderne le complessità, le implicazioni e le ramificazioni in diversi contesti. Questo articolo esaminerà in modo più approfondito Martinengo (famiglia), esplorandone le origini, l'influenza attuale e i possibili sviluppi futuri.
La famiglia si divise dalla fine del XIV secolo in varî rami ed ebbe il massimo splendore nel Cinquecento.
Alcuni componenti si stabilirono anche a Calepio, al confine con Brescia e a Cortenuova, dove edificarono un castello.
Attualmente risultano ancora in essere i rami Martinengo Cesaresco, Martinengo Villagana e Medolago Albani Martinengo Villagana.
Capostipite della famiglia sarebbe Lanfranco de Martinengo citato nel 1023 e 1032 in molti documenti negli archivi di Bergamo e Brescia, come appartenente la famiglia Ghisalbertini, conti di Bergamo. Forse figlio di Lanfranco II, ma questo non è accettato da tutti gli storici. Il documento conservato nell'Archivio Diocesano di Bergamo, del 23 ottobre 1023 indicherebbe: de Martinengo filius quondam itemque Lanfranci comes.
Dopo la morte dei fratelli Prevosto, Girardo ed Antonio Martinengo nel 1421 i loro figli ed eredi si riunirono alla presenza del notaio Giacomo Zanuti di Orzinuovi, nel castello di Villachiara (Castro fortilicii de Villa Clara) per la divisione dei possedimenti famigliari.
Le divisioni furono così spartite: ai figli di Prevosto toccarono il castello di Urago d'Oglio, ed i fondi di Chiari, Farfengo, Pontoglio, Padernello, Roccafranca e Rudiano. Da questo tronco derivano i rami dei Martinengo da Barco, Martinengo delle Palle, Martinengo di Padernello o della Fabbrica ed i Martinengo della Pallata.
Agli eredi di Girardo vennero assegnati i possedimenti di Orzinuovi, Oriano, Patrina, Fagoline (Corzano) e Pompiano. Da essi derivano i rami dei Martinengo conti Palatini, Martinengo Colleoni, Martinengo Cadivilla (Orzivecchi) e Martinengo Cesaresco.
Ai figli di Antonio, che erano Bartolomeo I, Taddeo e Carlo, vennero assegnati i possedimenti di Villachiara con Villagana, la Motella, Quinzano e Castelletto di Quinzano, le case, boschi e fondi di Orzinuovi ed il Palazzo a Brescia con i relativi orti e giardini circostanti porta Sant'Agata.
Da Bartolomeo I derivano i rami dei Martinengo di Villachiara , Martinengo di Villagana.
^Martinengo, su Enciclopedia delle famiglie lombarde, Società Storica Lombarda. URL consultato il 12 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2020).
^Non è conferma e non trova concordi gli storici anche se la teoria fu presa in considerazione anche al Jarnut che fu lo studioso di Orazio sui Martinengo.
^A seguito del matrimonio tra Bartolomeo Colleoni e Tisbe Martinengo. Carte colleonesche, su Archivio di Stato di Bergamo. URL consultato il 30 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2013).
^ Mario Castagna, Valerio Predari, Stemmario mantovano. Vol I, Montichiari, 1991.
Mario Castagna, Valerio Predari, Stemmario mantovano. Vol I, Montichiari, 1991. ISBN non esistente.
Paolo Guerrini, Una celebre famiglia lombarda: i conti di Martinengo: studi e ricerche genealogiche, Brescia, Tipo-litografia F.lli Geroldi, 1930, SBNIT\ICCU\MIL\0157486.