Oggi entriamo nell'entusiasmante mondo di Ministero dei trasporti, esplorando tutti gli aspetti affascinanti che lo circondano. Dalle sue origini fino al suo impatto sulla società odierna, ci immergeremo in un viaggio di scoperta e conoscenza, analizzando ogni dettaglio e svelando i misteri che lo circondano. Ministero dei trasporti è stato oggetto di interesse e dibattito nel corso della storia e, attraverso questo articolo, miriamo a far luce su tutte le sfaccettature che lo rendono così intrigante. Preparati per un'esplorazione approfondita che ti lascerà con una visione rinnovata e arricchente di Ministero dei trasporti.
Ministero dei trasporti | |
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Stato | Italia (1944-1946) Italia (1946-2001; 2006-2008) |
Tipo | Ministero |
Istituito | 1944 |
da | Governo Bonomi III |
Soppresso | 2006 e 2008 |
da | Governo Berlusconi II e IV |
Successore | Ministero delle infrastrutture e dei trasporti |
Sede | Villa Patrizi, Roma |
Indirizzo | piazzale della Croce Rossa |
Il Ministero dei trasporti era il dicastero del governo Italiano preposto ai trasporti sulle reti stradali, autostradali, ferroviarie, aeroportuali.
Il Ministero venne soppresso con la riforma Bassanini di cui al d.lgs. 30 luglio 1999, n. 300, entrata in vigore nel 2001. Attualmente le sue funzioni sono svolte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Già presente nel governo Boselli, il dicastero venne istituito il 22 giugno 1916 con la denominazione di Ministero dei trasporti marittimi e ferroviari. Col governo Nitti II, dal 21 maggio 1920 il dicastero viene soppresso ed accorpato al Ministero dei lavori pubblici.
Con decreto luogotenenziale del 12 dicembre 1944, n. 413, il Ministero dei trasporti viene scorporato dal Ministero delle poste e telegrafi (che era stato ribattezzato Ministero delle comunicazioni nel 1924), ove già da tempo un sottosegretario si occupava di trasporti, ferrovie e strade; la porzione restante, relativa a telefoni, telegrafi e simili, vennero eretta in Ministero delle poste e delle telecomunicazioni.
Col governo Leone I, nel 1963 viene aggiunta la componente sull'aviazione civile, con conseguente cambiamento di denominazione in Ministero dei trasporti e dell'aviazione civile; nel 1974, con il governo Moro IV, perse la competenza sull'aviazione civile e tornò alla precedente denominazione.
Il successivo accorpamento tra Ministero dei trasporti e Ministero della marina mercantile condusse alla nascita del Ministero dei trasporti e della navigazione, divenuto operativo nel 1994 col governo Berlusconi I. La riforma Bassanini ne dispose l'ulteriore accorpamento col Ministero dei lavori pubblici per dare vita al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti: la nuova struttura vide la luce nel 2001, col Governo Berlusconi II.
Nel 2006, col governo Prodi II, il Ministero dei trasporti fu ricostituito come dicastero autonomo, per essere poi definitivamente riaccorpato nel Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel 2008, col governo Berlusconi IV.
Il Ministero dei trasporti proponeva, di concerto col Ministero delle infrastrutture, il piano generale dei trasporti e della logistica e i piani di settore per i trasporti, compresi i piani urbani di mobilità, ed esprimeva, per quanto di competenza, il concerto sugli atti di programmazione degli interventi di competenza del Ministero delle infrastrutture.
Il dicastero, insieme al parallelo Ministero delle infrastrutture, era organizzato nelle seguenti sezioni:
La struttura organizzativa del ministero era implementata in 4 dipartimenti:
(Decreto del presidente del Consiglio dei ministri - 11 febbraio 2014, n.72 - G.U. n. 105 dell'8.5.2014)
Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Liguria con sede a Milano;
Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche con sede a Venezia
Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Sardegna con sede a Roma
Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia, Calabria con sede a Napoli