Rotte africane dei migranti

Nel mondo di oggi, Rotte africane dei migranti è un argomento che ha acquisito grande rilevanza e interesse. Che sia per il suo impatto sulla società, nel campo scientifico, nella cultura o in qualsiasi altro campo, Rotte africane dei migranti è diventato un argomento di grande importanza in tutto il mondo. Nel corso della storia, Rotte africane dei migranti ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’evoluzione dell’umanità e la sua influenza continua ad essere palpabile anche oggi. In questo articolo esploreremo in modo approfondito le diverse sfaccettature e aspetti legati a Rotte africane dei migranti, con l’obiettivo di offrire una visione ampia e completa di questo argomento così rilevante.

Con la locuzione rotte dei migranti vengono indicati i percorsi abituali utilizzate da chi emigra dal continente africano verso quello europeo.

Mappa delle rotte dell'emigrazione dall'Africa occidentale

Rotte endocontinentali

La maggior parte dell'emigrazione africana è interna al continente. ovvero dalle zone rurali alle aree urbane oppure da uno stato all'altro. Mete dell'immigrazione africana sono soprattutto il Sudafrica e i Paesi del Maghreb, in particolare la Libia, che conta da sola circa due milioni di immigrati. Alto anche il numero di rifugiati e sfollati interni, oltre due milioni, secondo i dati dell'Alto commissariato dei rifugiati dell'Onu. La maggior parte sono i profughi della regione dei grandi laghi e del corno d'Africa. Vivono nei campi profughi in Congo, Sudan, Uganda, Somalia e in misura minore in Costa d'Avorio, Ciad, Kenya, Etiopia e Sudafrica. Una parte consistente dell'esodo somalo si concentra poi sullo Yemen, sulle cui coste nel 2007 sono approdate circa 30.000 persone in fuga dalla guerra.

Rotte extracontinentali

Una piccola parte degli emigranti economici e dei richiedenti asilo politico africani, ha come meta l'Europa. Gli immigrati dell'Africa sub-sahariana nell'Ue erano, secondo un rapporto dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) del 2008, 800.000 persone. Secondo lo stesso rapporto la maggior parte degli emigranti dell'Africa sub-sahariana raggiungono l'Europa legalmente, con un visto turistico che poi lasciano scadere. Secondo statistiche accertate dall'IOM, ogni anno la popolazione sub-sahariana immigrata in Europa aumenta di circa 100.000 unità. Mentre il numero dei cittadini dell'Africa sub-sahariana che attraversano clandestinamente il Mediterraneo può essere stimato, secondo l'IOM, tra i 5.000 e i 25.000 all'anno. Lo stesso rapporto svela come sia maggiore il numero degli immigrati sub-sahariani residenti nei paesi del Maghreb che non in Europa.

Dei circa 120,000 emigranti sub-sahariani che entrano nei Paesi del nord Africa ogni anno, si stima che soltanto tra l'8 e il 20% continuerà il viaggio verso l'Europa in maniera clandestina. Le rotte per attraversare il Mediterraneo sono principalmente cinque. Dalla costa atlantica africana verso l'arcipelago spagnolo delle isole Canarie. Da Marocco e Algeria verso la costa spagnola dell'Andalusia e delle isole Baleari oppure verso le due enclave spagnole di Ceuta e Melilla. Dall'Algeria alla Sardegna. Dalla Tunisia, la Libia e l'Egitto verso la Sicilia, Malta e le isole di Lampedusa e Pantelleria. E infine dalla Turchia verso la Grecia.

In alcuni casi poi gli emigranti africani utilizzano la rotta dell'est europeo: atterrano con un visto turistico in Ucraina e proseguono verso Slovacchia e Polonia alla volta dell'Ue. Per raggiungere il Mediterraneo esistono diverse rotte. Nella maggior parte dei casi, viaggiando senza visto, si è costretti ad attraversare il deserto del Sahara. Dall'Africa occidentale e centrale lo si fa attraversando il Mali verso l'Algeria, oppure il Niger verso la Libia. Dal Corno d'Africa la rotta è quella che va dal Sudan verso la Libia o l'Egitto. E dall'Egitto parte la rotta verso Israele, paese nel quale circa 10.000 richiedenti asilo, in maggioranza eritrei e sudanesi, hanno fatto ingresso dalla frontiera egiziana del Sinai tra il 2006 e il 2007...

L'Unione europea ha coinvolto i Paesi del Nordafrica nelle sue politiche di contrasto all'immigrazione che attraversa il Mediterraneo, inducendo così i governi locali a politiche di repressione e di ‘rimpatrio’ forzato dei migranti che, in assenza di accordi di riammissione, vengono perlopiù ricondotti e abbandonati nei pressi delle zone sud di confine con i paesi limitrofi (Rosso, al confine mauritano con il Senegal; Oujda, al confine marocchino con l'Algeria; Tinzouatine e In Guezzam al confine algerino con il Mali e il Niger, Kufrah e Tummo, al confine libico con il Sudan e il Niger.

Nel 2007, le politiche europee di esternalizzazione dei pattugliamenti marittimi, particolarmente riuscite in Mauritania, Senegal e Marocco, hanno ridotto i flussi migratori verso la Spagna, seppure a costo di molteplici violazioni dei diritti umani. Allo stesso tempo però sono aumentati i flussi nel Mediterraneo centrale e orientale, verso l'Italia e la Grecia.

Attraversare le diverse frontiere dell'Africa e i loro complessi apparati di sicurezza e di criminalità, o di corruzione, è per molti migranti subsahariani un'odissea umana di cui si hanno spesso poche tracce e testimonianze. Il viaggio comporta un grandissimo costo in termini economici (migliaia di euro, in aree nelle quali il reddito procapite è per gran parte della popolazione inferiore ad 1 euro al giorno) ed in termini di rischio per la vita stessa. Altissimo è infatti il numero delle vittime nelle traversate dei deserti, del mare o durante altre tappe del viaggio. Oltre 12.000 sarebbero i morti alle frontiere dell'Ue dal 1988, secondo le notizie riportate dalla stampa internazionale.[senza fonte]

Note

  1. ^ UNHCR Statistic Database
  2. ^ Unhcr, sito della missione in Yemen
  3. ^ a b c Irregular migration from West Africa to the Maghreb and the European Union, Iom 2008 Archiviato il 10 settembre 2008 in Internet Archive.
  4. ^ Girone, Stefania; Lollo, Giuseppe. Transit migration: the Strait of Gibraltar vs the Strait of Sicily, Investigaciones Geográficas; Alicante Fasc. 54, (2011): 37-70. DOI:10.14198/INGEO2011.54.02.
  5. ^ Jerusalem Post, 12 giugno 2008[collegamento interrotto]
  6. ^ Amnesty International, Rapporto sulla Mauritania, 2008

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Documentari

Voci correlate

Collegamenti esterni