In questo articolo esploreremo Saticula da diverse prospettive, analizzando il suo impatto sulla società attuale, nonché la sua rilevanza storica e il possibile sviluppo futuro. Ne approfondiremo le origini e l'evoluzione, esaminando la sua influenza in diversi ambiti della vita quotidiana. Attraverso interviste, studi e analisi cercheremo di far luce sull'importanza di Saticula e su come ha plasmato il mondo che conosciamo. Inoltre, esamineremo opinioni e punti di vista diversi per offrire una visione completa e arricchente su questo argomento. Unisciti a noi in questo viaggio di esplorazione e indagine su Saticula.
Saticula (o Saticola) è un'antica città sannita, facente parte della Lega sannitica. Il luogo preciso della sua ubicazione è pressoché sconosciuto, perché, come tramandato da alcuni autori della storia romana, essa fu completamente distrutta dagli antichi Romani per ritorsione e vendetta contro i Sanniti che avevano umiliato i soldati romani alle Forche Caudine (321 a.C.).
Nonostante le incertezze, si può tuttavia ricavare il probabile areale del suo sito: doveva trovarsi, grosso modo, tra l'antica Capua a nord, Caudium a est e il territorio campano a ovest, sulla sponda sinistra del fiume Volturno, presumibilmente alle pendici del monte Taburno in località Faggiano, dove sono stati fatti rinvenimenti archeologici importanti che confermerebbero questa ipotesi.
La sua gente, i Saticoli, viene menzionata da Virgilio nel libro VII dell'Eneide: perciò, già all'epoca della fondazione di Roma, gli abitanti di Saticula venivano distinti tra gli altri popoli dell'Appennino meridionale, e chiaramente indicati e riconosciuti nella loro identità etnica.
Le radici del suo toponimo vanno fatte risalire generalmente al periodo etrusco, e il nome stesso latinizzato in séguito all'espansione della civiltà romana. In effetti, se l'etimo del nome Saticula lo si facesse derivare dal latino, vorrebbe significare "molto coltivata" o "molto colta" e quindi "molto civile", come del resto attestano i vasi saticulani, fra cui un cratere rappresentante il mito di Alcmena, che è conservato nel British Museum di Londra.
Ma, poiché i Saticoli e la loro città Saticula preesistevano ai Romani, avrebbe forse ragione uno studioso inglese, che sostiene che l'etimo di Saticula è l'osco "sati-ko"; e quindi, se così fosse, la fondazione di Saticula, o Saticola, si dovrebbe riportare al periodo osco, alle fasi cioè delle migrazioni degli Osci nel Meridione d'Italia (VI-V secolo a.C.).
Dall'analisi del repertorio dei ritrovamenti archeologici nell'area presumibilmente di Saticula si può pensare che la città, per la sua posizione geografica di immediato confine con la Campania, fosse più un centro di commerci e di scambi "artistici" e culturali che una cittadella più specificamente militare, quale poteva essere ad esempio Caudium. Difatti, il vasellame rinvenuto a Sant'Agata de' Goti proveniva da Paestum; e così anche i monili provenivano probabilmente dalla Magna Grecia e dall'Etruria.