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Amrita Pritam (in gurmukhi: ਅੰਮ੍ਰਿਤਾ ਪ੍ਰੀਤਮ; Gujranwala, 31 agosto 1919 – Delhi, 3 ottobre 2005) è stata una scrittrice indiana con cittadinanza pakistana, è considerata la prima donna importante nella letteratura punjabi.
Dopo l'era coloniale britannica e la proclamazione dell'indipendenza, si stabilì in India nel 1947. In una carriera durata più di sessant'anni, ha prodotto oltre 100 libri tra poesia, narrativa, scritti autobiografici, saggi, una raccolta di canzoni popolari del Punjabi e un'autobiografia. I suoi scritti sono stati tradotti in diverse lingue indiane e straniere.
È ricordata soprattutto per il poema Ajj aakhaan Waris Shah nu ("Ode to Waris Shah" - Oggi invoco Waris Shah), un'elegia al poeta punjabi del XVIII secolo, espressione della sua angoscia per i massacri durante la spartizione dell'India. Come autrice di romanzi, il suo lavoro più noto è Pinjar ("The Skeleton" - Lo scheletro) (1950), in cui ha creato il suo personaggio più famoso, Puro, una epitome esemplare di violenza contro le donne, perdita di umanità con conseguente resa finale al destino esistenziale; nel 2003 dal romanzo è stato tratto un film, Pinjar.
Nel 1947, quando l'India, ex-colonia britannica, viene divisa in stati indipendenti, tra India e Pakistan, emigra da Lahore in India, rimanendo però molto nota in Pakistan per tutta la sua vita, a differenza di altri suoi contemporanei come Mohan Singh e Shiv Kumar Batalvi.
Nella sua carriera, oltre sessant'anni, ha scritto 28 romanzi, 18 antologie di prosa, cinque racconti e 16 volumi di prosa varia.
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