Apollo di Veio

In questo articolo esploreremo in modo approfondito Apollo di Veio, una figura/tema/data che ha lasciato un segno significativo nella storia/attualità/cultura. Scopriremo chi è Apollo di Veio, i suoi impatti e contributi, nonché la sua rilevanza nel mondo contemporaneo. Attraverso un'analisi dettagliata, sveleremo gli aspetti più rilevanti di Apollo di Veio ed esamineremo la sua eredità in diversi contesti. Inoltre, esamineremo diverse prospettive e opinioni su Apollo di Veio per comprendere appieno la sua importanza e rilevanza. Unisciti a noi in questo affascinante viaggio attraverso la vita e l'influenza di Apollo di Veio!

Apollo di Veio
L’Apollo di Veio, particolare
AutoreVulca (attribuito)
DataVI secolo a.C.
Materialeterracotta dipinta
Altezza180 cm
UbicazioneMuseo nazionale etrusco di Villa Giulia, Roma

L'Apollo di Veio è una scultura in terracotta dipinta, della fine del VI secolo a.C., forse attribuibile allo scultore etrusco Vulca e conservata nel Museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma.

Storia

Fu rinvenuto quasi integro nel 1916, negli scavi di Giulio Quirino Giglioli (1886-1957) del Santuario di Portonaccio presso Veio. Alto circa 1,80 m, faceva parte delle sculture in terracotta in dimensioni naturali, modellate tra il 510 e il 490 a.C., che ornavano il colmo del tetto del tempio tuscanico dedicato a Minerva, a circa 12 m di altezza. Insieme alla statua fu trovato anche il piedistallo a sella su cui essa poggiava.

Insieme all'Apollo fu rinvenuta la parte inferiore di una statua di "Ercole con la cerva", il cui torso venne riportato alla luce nel 1944 e un frammento della testa nel 1949, e un frammento con la testa di una statua di Hermes. Le tre sculture formavano un gruppo raffigurante la contesa tra Apollo ed Ercole per il possesso della cerva cerinite dalle corna d'oro, sacra ad Artemide. Un'altra statua che apparteneva anch'essa alla decorazione del santuario, ma è forse di mano diversa, rappresenta Latona con in braccio Apollo bambino, nell'atto di tirare frecce al serpente Pitone. È curata nei minimi dettagli, a testimonianza dell'abilità artistica di Vulca.

Negli anni venti la statua fu restaurata una prima volta mediante l'assemblaggio delle parti e il risarcimento di alcune lacune. Un nuovo importante intervento di restauro conservativo è stato effettuato negli anni 2002-2004 a cura della Soprintendenza Archeologica dell'Etruria Meridionale.

Tecnica

La scultura fu realizzata modellando separatamente il corpo e la testa, le braccia e le gambe, ma fu cotta intera. Le superfici erano dipinte: in nero i capelli, in rosso- violaceo la pelle e in due diverse sfumature di ocra la veste e il mantello.

Stile

Apollo di Veio 510 a.c. circa, Museo nazionale etrusco di Villa Giulia

Lo stile accentua il movimento e presenta volumi nettamente delineati, con le pieghe delle vesti schiacciate sul corpo. L'artista ha tenuto conto del punto di vista fortemente angolato, correggendo le figure con le deformazioni ottiche necessarie. È presente l'influsso della scultura greca contemporanea, come nelle altre manifestazioni di arte etrusca di questo periodo.

«La sua derivazione da modelli greci è palese e si possono riconoscere tanto elementi di stile ionico che di stile attico. ... Ma l'impeto del suo muovere il passo e la brutale, quasi animalesca ferocia del suo sorriso sono una genuina espressione del gusto etrusco, che rimane pervaso di elementi primitivi.»

È un esempio della capacità tecnica e finezza artistica raggiunta dagli artigiani etruschi alla cui base dominava l'ispirazione religiosa.

L'elemento religioso sempre presente nell'arte come nella mentalità etrusca allontana

«quel processo che si avverte, più o meno definito, nel mondo greco verso una considerazione autonoma del fenomeno artistico, quale attività non soltanto pratica ed etica, ma anche estetica.»

Note

  1. ^ attribuzione discussa e parzialmente superata per problemi cronologici (Museo Nazionale, Radio3 Rai, trasmissione radiof. del 27/2/2016
  2. ^ Ranuccio Bianchi Bandinelli e Antonio Giuliano, op. cit. in bibliografia, p.163.

Bibliografia

  • Carlo Anti, L'Apollo che cammina (PDF), in Bollettino d'Arte, V-VIII, 1920, pp. 73-83.
  • Massimo Pallottino, Etruscologia, Milano, U. Hoepli, 1977, pp. 291-292, ISBN non esistente.
  • Ranuccio Bianchi Bandinelli e Antonio Giuliano, Etruschi e Italici prima del dominio di Roma, Milano, Rizzoli editore, 1979, pp. 161-163, ISBN non esistente.
  • Massimo Pallottino, Civiltà artistica etrusco-italica, Firenze, Sansoni, 1985, ISBN non esistente.
  • Giovanni Colonna, Il santuario di Portonaccio a Veio, Roma, G. Bretschneider, 2002, ISBN 8876892095.
  • Mauro Cristofani, L'Arte degli Etruschi, Produzione e consumo, Torino, 1978, pp. 100-102.
  • Laura Cotta Ramosino, Plinio il Vecchio e la tradizione storica di Roma nella Naturalis historia, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 2004, ISBN 8876946950.
  • Sante Guido, Il restauro conservativo della statua acroteriale in terracotta dell'Apollo di Veio, in I Beni Culturali, XII.6, Betagamma Edizioni, 2004, pp. 35-43.
  • Radio3rai Museo Nazionale, trasmissione radiofonica del 27 febbraio 2016.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni