In questo articolo affronteremo il tema Carlo Ruta da diverse prospettive, in modo da analizzare e comprendere la sua attualità. Carlo Ruta è un argomento che ha suscitato grande interesse in diversi ambiti, e il suo impatto spazia dalla sfera personale a quella sociale. In questa direzione esploreremo i vari aspetti legati a Carlo Ruta, fornendo informazioni dettagliate e approfondimenti che permetteranno ai nostri lettori di ottenere una visione esaustiva di questo argomento. Inoltre, esamineremo l'impatto di Carlo Ruta in diversi contesti storici e geografici, con l'obiettivo di comprenderne l'evoluzione nel tempo. Presentando dati, testimonianze e opinioni di esperti, miriamo a fornire ai nostri lettori una visione completa e arricchente di Carlo Ruta.
Carlo Ruta (Ragusa, 26 agosto 1953) è uno storico e saggista italiano.
Ha conseguito la laurea in filosofia presso l'Università degli Studi di Messina. Ha conseguito inoltre la laurea magistrale in Teorie della conoscenza, della morale e della comunicazione presso l'Università degli Studi di Urbino.
Dagli anni '80 e fino ai primi anni '90 ha diretto la rivista bibliografica bimestrale Libri meridionali.
Nel 1995 ha pubblicato con la casa editrice Rubbettino un saggio storico, Il binomio Giuliano-Scelba. Un mistero della Repubblica?. Nella seconda parte degli anni '90 con la casa editrice palermitana La Zisa ha pubblicato tra l'altro Cono d'ombra, uscito nel 1997, e Politica e mafia negli Iblei, uscito nel 1998. Con le Edizioni Le Pietre ha pubblicato Segreti di banca. L'Antonveneta dai miracoli del nord-est agli intrighi siciliani, nel 2004, e La banca degli amici, nel 2005. Ancora nel 2005 è uscito Morte a Ragusa, con cui l'autore ha passato al vaglio numerosi documenti sull'uccisione del giornalista Giovanni Spampinato e nel 2008 Segreto di mafia. Il delitto Spampinato e i coni d'ombra di Cosa Nostra.
Nel 2010 ha dato alle stampe, con Mimesis Edizioni di Milano, Guerre solo ingiuste. La legittimazione dei conflitti e l'America dal Vietnam all'Afghanistan. Nel 2011 ha pubblicato con Castelvecchi Editore di Roma Narcoeconomy. Business e mafie che non conoscono crisi. Nel 2013 ha pubblicato ancora con Castelvecchi Editore Colletti criminali. Da storico ha indirizzato il proprio impegno di ricerca sui percorsi dei mondi liquidi, sulla storia delle culture materiali, sulle progressioni tecnico-scientifiche e sulle modalità dell’immaginario dall’età antica alla modernità. Nell’ultimo decennio ha condotto studi sulle culture manuali e le tecniche del mondo fenicio, riletto come civiltà del legno, sul ruolo fondamentale di Cartagine nella strutturazione economica e politica dell’Occidente mediterraneo, sugli sviluppi della razionalità nel mondo greco arcaico e classico, sul legno, “materia debole”, interpretato come sostrato forte e divergente della razionalità. Ha focalizzato inoltre alcuni momenti chiave dell’età di mezzo, con una rilettura della vicenda di Teoderico, Boezio e Cassiodoro, dei saperi del XII secolo, delle aperture e le ambivalenze del XIII secolo, dei modi in cui le rivoluzioni tecnico/scientifiche hanno interagito con le grandi scoperte geografiche della prima modernità. Svolge attività didattica di docenza seminariale d’indirizzo storiografico presso l'Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Catania, Dipartimento di studi politici e sociali. Ha collaborato con la Scuola di Specializzazione in Archeologia dello stesso ateneo. Tiene lezioni seminariali presso l'Università degli Studi "Suor Orsola Benincasa" di Napoli. Ha tenuto lezioni seminariali presso l’Università degli Studi di Palermo, Dipartimento Culture e Società. Ha tenuto conferenze e seminari in musei italiani, al Consiglio Nazionale delle Ricerche e in numerosi istituti scientifici. Ha fondato e dirige il progetto di studi di Storia dei Mediterranei. È il direttore scientifico degli Annali di storia dei mutamenti globali e direttore scientifico del Laboratorio degli Annali di storia. Ha diretto la collana editoriale "Biblioteca storica del viaggio in Sicilia" della casa editrice Edi.bi.si. di Messina. Per questa collana ha firmato Viaggiatori in Sicilia nel Settecento. L'immagine dell'isola nel secolo dei lumi (1998).
Per supportare la sua attività di ricerca, nel 2001 ha aperto il blog «www.accadeinsicilia.net». Il sito proponeva investigazioni sulla finanza e la politica, oltre che su realtà criminali e mafie poco conosciute dall'opinione pubblica. Proponeva inoltre un archivio telematico. Una sezione, «Giuliano e lo Stato», raccoglieva oltre un centinaio di documenti dell'immediato dopoguerra, alcuni dei quali sono poi confluiti nel libro Giuliano e lo Stato, pubblicato nel 2005. Questo sito nel dicembre 2004 è stato oscurato d'autorità. Dal febbraio 2005 fino al marzo 2009 è stato sostituito dal blog di documentazione storica e sociale leinchieste.com.
Negli ultimi anni ha scritto sul mensile Narcomafie, su il manifesto, Libera Informazione di Roberto Morrione, Articolo 21, Antimafia 2000, sul portale telematico per la pace Peacelink, su Left Avvenimenti (nelle pagine mensili de L'Isola possibile), Emigrazione Notizie. Ha curato inoltre la rubrica Qui mafia, per il settimanale on-line Domani. È membro della Società Filosofica Italiana, sezione di Urbino.
L'8 maggio 2008 è stato condannato a una pena pecuniaria per avere intrapreso la pubblicazione del giornale di informazione civile Accade in Sicilia, diffuso su internet, senza che fosse stata eseguita la registrazione presso la cancelleria del Tribunale competente. Si è trattato del primo caso in Italia e in Europa. La sentenza è stata percepita, in Italia e all'estero, come un attacco dello Stato italiano alla libertà del web, e in particolare alla libera espressione dei blog.
La violazione è quella dell'art. 16 della legge 47 del 1948 che riguarda principalmente i giornali cartacei ma che è stata in questo caso applicata al web e ai blog. Nel maggio 2011 la condanna è stata confermata dalla Corte d'Appello di Catania. Il 10 maggio 2012 Ruta viene assolto in modo definitivo dalla Corte suprema di cassazione. Le motivazioni della sentenza, pubblicate il 16 settembre 2012, spiegano che il reato di stampa clandestina non è applicabile ad un blog su Internet.
Secondo la Suprema Corte, il blog o «il nuovo prodotto "media" costituente il giornale informatico diffuso in via telematica» non possono essere fatte rientrare nella nozione di stampa data dalla legge del 1948 (non esistendo all'epoca Internet né essendo prevedibile) e nel conseguente obbligo di iscriversi presso un tribunale (art. 5), la cui violazione fa scattare con il reato di stampa clandestina (art. 16).
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