Nel mondo di oggi, Corte penale internazionale ha catturato l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. Che sia per il suo impatto sulla società, per la sua rilevanza nella cultura popolare o per la sua influenza in un campo specifico, Corte penale internazionale è diventato un argomento di interesse generale. Dalla sua origine alla sua evoluzione nel corso degli anni, Corte penale internazionale ha generato dibattito, riflessione e ammirazione in egual misura. In questo articolo esploreremo in modo approfondito tutti gli aspetti legati a Corte penale internazionale, dalle sue origini fino al suo impatto oggi, analizzandone l'importanza e la rilevanza nella società moderna.
Corte penale internazionale | |
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(FR) Cour pénale internationale (EN) International Criminal Court | |
Logo dell'ICC-CPI | |
La sede della Corte penale internazionale | |
Abbreviazione | ICC-CPI |
Tipo | Tribunale per crimini internazionali |
Fondazione | 1º luglio 2002 |
Sede centrale | L'Aia |
Area di azione | 124 Paesi |
Presidente | Piotr Hofmański |
Lingue ufficiali | Inglese, francese, arabo, cinese, russo, spagnolo |
Bilancio | €103 623 300 (2010) |
Impiegati | 686, previsti 763 (2010) |
Sito web e Sito web | |
La Corte penale internazionale (in inglese: International Criminal Court - ICC, in francese: Cour pénale internationale - CPI) è un tribunale per crimini internazionali che ha sede all'Aia, nei Paesi Bassi.
La sua competenza è limitata ai crimini più seri che riguardano la comunità internazionale nel suo insieme, cioè il genocidio, i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra (cosiddetti crimina iuris gentium), e di recente anche il crimine di aggressione (art. 5, par. 1, Statuto di Roma).
La Corte ha una competenza complementare a quella dei singoli Stati, dunque può intervenire se e solo se gli Stati non possono (o non vogliono) agire per punire crimini internazionali.
La Corte penale internazionale non è un organo dell'ONU e non va confusa con la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite, anch'essa con sede all'Aia. Ha però alcuni legami con le Nazioni Unite: ad esempio il Consiglio di sicurezza ha il potere di deferire alla Corte situazioni che altrimenti non sarebbero sotto la sua giurisdizione (art. 13(b), Statuto di Roma).
Le origini della Corte penale internazionale sono da far risalire al periodo della seconda guerra mondiale, quando vennero istituiti dei tribunali militari internazionali. Il primo fu chiamato a giudicare i capi nazisti nel Processo di Norimberga, mentre il secondo era quello del Processo di Tokyo. Come tribunali militari, la loro competenza giurisdizionale si limitava ai crimini di guerra. Il tribunale di Norimberga, durante gli anni, ha pronunciato diverse sentenze, ampliando l'ambito di giurisdizione inserendovi, oltre ai crimini di guerra, anche i crimini contro l'umanità e contro la pace.
La campagna per l'istituzione della Corte penale internazionale fu poi ripresa e rilanciata negli anni novanta da una coalizione di 300 organizzazioni non governative, tra le quali l'organizzazione Non c'è pace senza giustizia appartenente alla galassia radicale italiana.
Contemporaneamente l'Assemblea generale dell'ONU varò il progetto di formulare un codice sui crimini e uno statuto per la Corte penale internazionale. Il 9 dicembre 1994, l'Assemblea generale creava un apposito comitato preparatorio che riprese il progetto elaborato precedentemente dalla Commissione di diritto internazionale, approfondendone gli aspetti più controversi e sviluppandone i profili più complessi anche alla luce della codificazione dei crimini internazionali avvenuta negli statuti e successive modifiche dei primi tribunali ad hoc. Le pressioni da parte dell'ONU di terminare il progetto di realizzazione, infatti, si fecero più pesanti durante il 1993-1994, proprio perché erano stati istituiti dei tribunali ad hoc per la questione di ex-Jugoslavia e Ruanda.
Nel 1996, conclusi i lavori della commissione, l'Assemblea delle Nazioni Unite convocava a Roma una conferenza diplomatica dei plenipotenziari degli Stati per l'istituzione di una corte penale internazionale.
In esecuzione della risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite 51/207 del 17 dicembre 1996, il progetto finale (la cui redazione si protrasse sino al 3 aprile 1998) fu rimesso a una conferenza diplomatica di plenipotenziari, convocati a Roma – nella sede della FAO all'Aventino – dal 15 giugno al 17 luglio 1998. Dopo intense discussioni (cui contribuirono anche molteplici organizzazioni non governative che avevano sostenuto la campagna d'opinione pubblica per la giurisdizione universale sui crimini internazionali), la Conferenza si concludeva con l'approvazione dello Statuto con 120 voti favorevoli, 7 contrari, 21 astenuti, e con la firma dell'Atto finale, aperto a tutte le delegazioni partecipanti (160).
Le progressive ratifiche dello statuto hanno consentito di raggiungere il quorum fissato dall'art. 126 (60 ratifiche) quattro anni dopo la conferenza di Roma: in virtù di questa norma il testo è quindi entrato in vigore il 1º luglio del 2002.
La posizione di Washington, ostile sin dall'inizio, produsse un duro confronto al momento dell'entrata in vigore del trattato istitutivo, anche con l'Unione europea. Nel 2002 gli Stati Uniti approvarono addirittura una legge federale che fu soprannominata "Legge di invasione dell'Aia" perché autorizza il Presidente ad utilizzare "tutti i mezzi necessari e appropriati per ottenere il rilascio di qualsiasi membro del personale statunitense o alleato detenuto o imprigionato da, per conto di o su richiesta della Corte Penale Internazionale". L'opposizione si è attenuata quando è stato sostituito l'ambasciatore USA al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite John Bolton: dapprima il Dipartimento di Stato ha espresso apprezzamento per il trasferimento dell'imputato Charles Taylor all'Aja; successivamente il governo statunitense non ha impedito l'adozione di risoluzioni che minacciavano il deferimento alla Corte penale internazionale di alcuni possibili crimini dei governanti libici nel 2011.
Successivamente, però, la situazione è tornata estremamente conflittuale quando la Palestina ha depositato lo strumento di adesione al trattato istitutivo della Corte, fino alle minacce di sanzioni rivolte dal neo-segretario di Stato Bolton il 10 settembre 2018. Si tratta di una possibile controprova del fatto che, al di là dei motivi formali pure addotti inizialmente dall'amministrazione USA, il vero timore è che un organo giurisdizionale autonomo gestisca l'applicazione del DIU nei confronti degli Stati alleati e di quelli che ospitano personale militare statunitense, fin qui schermato da ogni possibile persecuzione penale non nazionale per le attività svolte nell'esercizio della funzione di aiuto allo Stato ospite nelle attività di contrasto al partito insurrezionale di alcune guerre civili in corso.
In seguito è giunta la decisione dell'amministrazione Trump di imporre un divieto di viaggio al procuratore dell'Aia, Fatou Bensouda e ai membri del suo staff. L'ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, John R. Bolton, e il segretario di Stato Mike Pompeo hanno così reagito alla decisione con cui la Corte penale internazionale aveva accolto la richiesta di Bensouda di aprire un'indagine formale sui crimini di guerra commessi in Afghanistan da tutte le parti in lotta, comprese le forze americane. Alla violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, sottesa a queste misure, si è aggiunto anche il divieto di Trump ai cittadini statunitensi di fornire consulenza come esperti alla Corte penale internazionale.
La Corte ha iniziato le proprie attività nel 2002 con un piccolo gruppo di quattro persone, detto advanced team che aveva il compito di renderla operativa, si è poi ampliata a uno staff non superiore alle trenta unità, che lavoravano negli ex uffici della compagnia telefonica olandese KPN, con altre organizzazioni internazionali e con distaccamenti del Ministero olandese.
Il primo nucleo operativo è stato dapprima ampliato con l'elezione dei diciotto giudici, la nomina del presidente Philippe Kirsch e del cancelliere Bruno Cathala, che aveva guidato l'advanced team a partire dall'estate del 2002, e successivamente con l'elezione del procuratore capo Luis Moreno-Ocampo (cui è succeduta, nella funzione, Fatou Bensouda).
Il 13 settembre 2004 le è stato riconosciuto lo status di osservatore dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Il primo imputato di questo organo giudiziario è stato il congolese Thomas Lubanga il cui processo è iniziato il 26 gennaio del 2009.
I processi in corso riguardano i presunti responsabili dei presunti crimini commessi nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centrafricana, in Uganda, nel Darfur (Sudan) e più di recente in Kenya, in Libia, in Costa d'Avorio, in Mali, in Georgia ed infine in Burundi.
Lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale è stato stipulato il 17 luglio del 1998 e definisce in dettaglio la giurisdizione e il funzionamento della Corte.
Lo Statuto è entrato in vigore il 1º luglio 2002 dopo la ratifica da parte del sessantesimo Stato aderente.
Gli Stati parte sono 124 (ottobre 2023), ben più della metà dei 193 Stati membri dell'ONU.
La CPI ha giurisdizione sovranazionale e può processare individui (non Stati) responsabili di crimini di guerra, genocidio, crimini contro l'umanità, crimine di aggressione commessi sul territorio e/o da parte di uno o più residenti di uno Stato parte, nel caso in cui lo Stato in questione non abbia le capacità o la volontà di procedere in base alle leggi di quello Stato e in armonia con il diritto internazionale.
La giurisdizione della Corte si esercita nel caso di crimini commessi sul territorio di uno Stato parte o da un cittadino di uno Stato parte. Ne consegue che anche i crimini commessi sul territorio di uno Stato parte, da parte di un cittadino di uno Stato non parte, rientrano nella giurisdizione della Corte.
Uno Stato non parte non è tenuto a estradare propri cittadini che abbiano commesso tali crimini in un Paese parte e al giorno d'oggi non esistono mezzi di coercizione internazionali per spingere gli Stati non parte a cedere alle richieste della Corte internazionale; il problema, tuttora aperto, è semmai l'esistenza di trattati internazionali (detti SOFA) che attribuiscono immunità a soldati di uno Stato non parte quando sono sul territorio di uno Stato parte.
I paesi che aderiscono allo Statuto di Roma sono 124 (ottobre 2023). Altri 32 paesi hanno firmato ma non ratificato il trattato. Fra questi, Israele, Russia, Stati Uniti e Sudan hanno dichiarato di non avere intenzione di ratificarlo.
Tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, hanno aderito alla Corte penale internazionale Francia e Regno Unito, mentre non hanno aderito USA, Cina e Russia.
Una ricaduta sulle adesioni già accordate si è avuta a seguito delle iniziative di sostegno, anche in sede di Unione africana, agli inquisiti posti ai vertici degli Stati sudanese e keniota, oggetto di indagini da parte della Corte nella prima metà del secondo decennio del XXI secolo. Infatti, si è registrato il fenomeno delle proteste degli Stati africani, in merito ad un presunto accanimento della Corte contro il continente e le sue prassi di gestione politica: anche alla luce di ciò, nel 2016 il Burundi, il Sudafrica e il Gambia hanno annunciato la volontà di recedere dallo Statuto di Roma per negare giurisdizione alla Corte sul loro territorio, ma solo il Burundi, nell'ottobre 2017, ha confermato la decisione di lasciare la Corte.
L'Ucraina ha sottoscritto lo Statuto di Roma, ma non ha mai ultimato le procedure di ratifica per difficoltà interne di ordine costituzionale. Tuttavia, pur non essendo ancora diventato uno Stato Parte, ha accettato ufficialmente per due volte la giurisdizione della Corte ai sensi dell'art. 12, comma 3, dapprima solo per crimini compiuti nel periodo dal 21 novembre 2013 al 22 febbraio 2014, poi anche per il periodo successivo indefinitamente.
Gli organi della Corte penale internazionale sono quattro:
L'Assemblea degli Stati Parte (ASP) non è un organo della CPI ma ne è parte costituente. I due organismi internazionali sono indissolubilmente correlati l'uno all'altro. L'ASP è l'organismo composto dai rappresentanti degli Stati membri, detti appunto Stati Parte, quindi dai rappresentanti di quegli Stati che hanno firmato e ratificato lo Statuto di Roma. I rappresentanti hanno uguali diritti in assemblea (uno Stato un voto) e l'ASP si riunisce per deliberare su questioni procedurali, per l'elezione dei giudici e del procuratore capo, per segnalare situazioni da riferire all'OTP, per l'approvazione del bilancio e lo stanziamento dei fondi, e per svolgere una funzione di controllo sull'operato della CPI e di interlocuzione diplomatica e lobbistica con i paesi di riferimento.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è un organo della Corte penale internazionale, seppure ha limitati poteri di attivazione e sospensione temporanea dell'attività investigativa della Corte. Il Cds può, con la medesima procedura di qualunque Stato Parte: segnalare al procuratore l'opportunità di indagare su determinati fatti (situations) mediante lo strumento della segnalazione delle situazioni (referral of situations); può chiedere, senza poter esercitare alcun veto, alla Camera per il processo preliminare (Pre-Trial Chamber) di sospendere temporaneamente una procedura di istruttoria, se questa appare intralciare la sua azione per la pace e la sicurezza interna; può intervenire in mancanza di collaborazione con gli Stati.
I rapporti tra la Corte penale internazionale e le Nazioni Unite sono regolati da trattati internazionali di tipo concordatario e i due organismi internazionali sono due entità differenti. Mentre i rapporti tra ONU e Corte internazionale di giustizia (con sede a L'Aia) o vari tribunali ad hoc delle Nazioni Unite (es. Tribunale penale internazionale per il Ruanda e Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia) sono di diretta emanazione e dipendenza statutaria, quelli tra CPI e Nazioni Unite sono regolati da concordati e modalità differenti: ciò non impedisce a singoli organi o agenzie delle Nazioni Unite di invocare pubblicamente le indagini della CPI su fatti di cronaca che appaiono configurare crimini di guerra o contro l'umanità.
L'avvio del procedimento è una fase molto delicata potendo essere attuata da tre fonti diverse: il procuratore, che agisce motu proprio, o un referral che può provenire da uno Stato che ha firmato il Trattato o dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. I referral degli Stati sono molto più liberi, non avendo limiti, mentre il Consiglio di sicurezza deve far rientrare il suo atto in casi di violazione della pace, minaccia della pace o aggressione.
Il Consiglio ha tuttavia un potere molto criticato dalla dottrina di diritto internazionale, ovvero la possibilità di richiedere alla Camera Preliminare di bloccare le indagini del Procuratore per un anno qualora queste rientrino in un quadro complessivo sotto esame nello stesso Consiglio. La sospensione deve essere effettuata con un parere quantomeno non contrario all'unanimità dei membri permanenti del Consiglio.
Se l'OTP inizia un'indagine motu proprio deve raccogliere un numero sufficiente di dati da presentare alla Pre-Trial Chamber per la richiesta di autorizzazione a procedere, in caso di parere affermativo della Camera preliminare l'OTP può iniziare le indagini e presentarsi nuovamente alla Camera Preliminare per la disamina degli elementi accusatori, la Camera Preliminare deciderà quindi se gli elementi ricadono o meno nella giurisdizione della CPI, a quel punto l'OTP deve fornire al Consiglio di difesa elementi sufficienti per preparare un'adeguata azione difensiva volta a garantire un equo processo e il principio di presunzione di innocenza. Il Cancelliere è preposto a controllare e a facilitare un corretto passaggio di informazioni tra accusa e difesa, nonché a vigilare per il rispetto dei principi fondamentali del giusto processo.
Durante il periodo di riferimento 2022/23, le Camere hanno emesso 534 decisioni scritte, oltre a decisioni orali ed email.
Sono state condotte 227 udienze durante lo stesso periodo, un totale combinato di oltre 15.000 vittime ha partecipato ai casi dinanzi alla Corte durante il periodo di riferimento.
La Corte ha ricevuto più di 8.900 nuovi moduli di richiesta da parte delle vittime, inclusi 1.083 nel caso Al Mahdi (ripetizione), 1.320 nel caso Abd-Al-Rahman, oltre 2.000 per la situazione in Ucraina e circa 600 nei casi legati alla situazione nella Repubblica Centrafricana II.
La Corte ha ricevuto un totale di 2.341 moduli di rappresentazione riguardanti le situazioni nella Repubblica Bolivariana del Venezuela e nelle Filippine per processi avviati in conformità all'articolo 18 dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.
La Corte ha ricevuto informazioni di follow-up per un totale di 1.300 domande esistenti.
Queste statistiche offrono un'idea delle attività e della portata della Corte durante il periodo di riferimento 2022/23 .
Nome | Nazionalità | Elezione | Inizio mandato | Termine mandato | Azioni avviate |
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Luis Moreno Ocampo | Argentina | 21 aprile 2003 | 16 giugno 2003 | 15 giugno 2012 | 7 |
Fatou Bensouda | Gambia | 12 dicembre 2011 | 15 giugno 2012 | 15 giugno 2021 | 4 |
Karim Khan | Regno Unito | 12 febbraio 2021 | 16 giugno 2021 | 15 giugno 2030 | 1 |
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