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Eusebio Bava | |
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Nascita | Vercelli, 6 agosto 1790 |
Morte | Torino, 30 aprile 1854 |
Dati militari | |
Paese servito | Impero francese Regno di Sardegna |
Forza armata | Grande Armata Regia Armata Sarda |
Anni di servizio | 1806 - 1849 |
Grado | Generale d'armata |
Guerre | |
Battaglie | Battaglia di Santa Lucia Battaglia di Goito Seconda battaglia di Governolo Battaglia di Custoza Battaglia del ponte di Goito |
Studi militari | École spéciale militaire de Saint-Cyr |
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Eusebio Bava | |
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Ministro della guerra del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 18 settembre 1849 – 2 novembre 1849 |
Monarca | Vittorio Emanuele II di Savoia |
Capo del governo | Massimo d'Azeglio |
Predecessore | Enrico Morozzo Della Rocca |
Successore | Alfonso La Marmora |
Senatore del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 31 luglio 1849 – 30 aprile 1854 |
Legislatura | dalla I (nomina 3 aprile 1848) alla V |
Tipo nomina | Categorie: 14, 20 |
Incarichi parlamentari | |
Commissioni:
Deputazioni:
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Professione | Militare di carriera |
Giovanni Battista Eusebio Bava (Vercelli, 6 agosto 1790 – Torino, 30 aprile 1854) è stato un generale e politico italiano.
Nel 1802 entrò a far parte dell'esercito napoleonico e in esso, fino al 1815, raggiunse il grado di capitano. Dopo la caduta di Napoleone Bonaparte, tornò in Piemonte ed entrò a far parte dell'esercito sabaudo. Non partecipò ai moti costituzionali del 1821 e rimase fedele alla monarchia.
Comandante del 1º Corpo d'armata in occasione della prima guerra d'indipendenza contro l'Austria, assieme agli altri responsabili della condotta strategica piemontese (ossia il re Carlo Alberto e i generali Antonio Franzini e Ettore De Sonnaz) non comprese che il capo dell'esercito austriaco in Italia, Josef Radetzky, era in grave difficoltà dopo le Cinque giornate di Milano e consentì al suo esercito di rifugiarsi nel Quadrilatero, limitandosi a tallonarlo sul Mincio. La mancanza d'iniziativa di Bava, a detta dello stesso generale austriaco, evitò la perdita da parte dell'Austria del Lombardo-Veneto. In ogni caso, le sue idee sullo svolgimento della campagna, non prive di chiarezza, vennero spesso frustrate e modificate da Franzini e dallo stesso Carlo Alberto, vanificandole e causando le ire di Bava (noto per la sua irascibilità).
Combatté peraltro vittoriosamente durante la stessa prima guerra di indipendenza le battaglie del ponte di Goito, di Goito e la seconda di Governolo. Dopo le sconfitta di Custoza ritenne però ormai indispensabile ritirare l'esercito sul Ticino per preservarlo e evitarne la distruzione.
Nei mesi che precedettero la seconda campagna della guerra, Bava si trovò a essere nominato "generale in capo" dell'esercito, ma, messosi in urto sia con Carlo Alberto sia con gli elementi democratici (allora al potere in Piemonte), venne rimosso dall'incarico e nominato ispettore generale dell'esercito.
Nel 1848 fu nominato senatore.
È sepolto nel cimitero monumentale di Torino.
Lo storico militare Piero Pieri lo definì "l'unico generale innegabilmente d'un certo rilievo", sostenendo che, malgrado i suoi difetti e i suoi limiti, a suo parere Bava era pur sempre il miglior comandante d'armata che il Piemonte aveva prodotto nel periodo risorgimentale.
Il Comune di Torino gli ha dedicata una via nel quartiere Vanchiglia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 297846907 · ISNI (EN) 0000 0000 6275 7595 · SBN LO1V051091 · BAV 495/148876 · CERL cnp02140581 · GND (DE) 1089112866 |
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