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Juan Ignazio González del Castillo (Cadice, 1763 – Cadice, 14 settembre 1800) è stato un commediografo spagnolo.
I suoi genitori erano Luis González e Juana del Castillo e, secondo i suoi biografi, di umili origini; studiò sin da giovane la grammatica spagnola, il latino e il francese.
La sua formazione culturale e professionale fu da autodidatta, e durante la sua gavetta svolse il ruolo di suggeritore teatrale, prima di diventare autore e poeta.
Ma la sua carriera fu osteggiata dall'Inquisizione, che lo accusò di aderenza e simpatia per l'Illuminismo, e durante la sua vita gli venne impedito di rappresentare pubblicamente nei teatri iberici le sue opere.
Tra i suoi lavori più significativi si possono annoverare varie raccolte poetiche accostabili al neoclassicismo, una tragedia, El Numa, e alcune commedie.
Ma è ricordato particolarmente per essere stato uno dei più importanti esponenti del "Sainete" andaluso, ossia di un genere di opere in un solo atto in stile e forma bozzettistica, influenzato, talvolta, dallo scrittore Ramón de la Cruz.
Nelle opere di González del Castillo c'è una grande varietà di temi e tra questi si distingue, nel El triunfo de las mujeres ("Il trionfo della donna"), quello del mondo governato dalle donne; un altro argomento principale delle sue opere è quello del soldato spaccone.
Il suo teatro si può classificare in:
González del Castillo fu l'insegnante di grammatica di Juan Nicolás Bölh de Faber.
Si sposò con Ana Benítez e morì di peste il 14 settembre 1800 e fu sepolto nel cimitero generale di San Giuseppe, al di fuori delle mura della città.
Solamente nel 1914 venne, per così dire, riabilitato, e le sue opere meritarono la pubblicazione in una raccolta omnia in tre volumi.
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